Gaetano Donizetti

(1797-1848)

Gabriella di Vergy

Tragedia lirica in 2 Atti di Andrea Leone Tottola, rappresentata a Napoli (Teatro San Carlo) il 29 novembre del 1869

Personaggi

Gabriella di Vergy (Soprano); Fayel, conte di Vergy (Baritono); Raoul di Coucy (Tenore); Filippo Augusto II, re di Francia (Basso); Almeide, sorella di Fayel (Soprano); Armando, familiare di Fayel (Basso); cavalieri, nobili, donne, servi, soldati

ATTO PRIMO

Sala terrena nel castello di Autrei. In fondo
grandi porte con invetriate che immettono
nel parco del castello.

Scena prima
Fayel concentrato ne'suoi pensieri. Almeide e i famigliari suoi lo
circondano.

CORO I
Ah! d'eroi ben degna prole
perché d'ira avvampi ed ardi?
Più non brilla ne' tuoi sguardi
quell'usato tuo fulgor!

CORO II
Tu converti le parole
ne' più flebili sospiri;
né rimani ove t'aggiri
che l'impronta del dolor!

TUTTI
Ah! perché d'un tal tormento
è partecipe ogni cor?

ALMEIDE
Perché il duolo nel contento di
fedele e casto amor?

FAYEL
Amor! Tacete... Oh, Nume
tiranno de' mortali!
Più avvelenati strali
hai per passarmi il cor?
Ardo! Ma tanto ardore
sol mi divora e strugge!
Rapida da me fugge
ogni ombra di speranza,
e in terra non m'avanza
che un disperato amor!

ALMEIDE
Ma qual cagion novella?

FAYEL
(O sposa!... o Gabriella!)

CORO
Ma dì, che mai t'affanna?

FAYEL
(Ella a soffrir mi danna!)

ALMEIDE e CORO
Tu fosti, e sei l'oggetto
de' nostri voti ognor!

FAYEL
(O estingui in me l'affetto,
o scema il tuo rigor!)

ALMEIDE
Germano!...

FAYEL
T'invola!

CORO
Ti calma!

FAYEL
Sgombrate!
In preda alle smanie me solo lasciate,
se un labbro a me spergiuro
m'oltraggia e mi disprezza.
Sol di vendetta pascesi
questo tradito core,
solo m'appar l'immagine
del mio spregiato amore.
Ah, sì, non è lontana
la mia vendetta ancor!

ALMEIDE e CORO
(Ogni speranza è vana,
è in preda al suo dolor!)

Scena seconda
Armando seguito da Raoul, in armatura con visiera abbassata e detti.

ARMANDO
Giunge, signor, dal campo
un messo: a te l'invia
il gran Filippo...

FAYEL
Oh, quanto
mi fia grato il suo cenno!

ARMANDO
A lui quel foglio.
(a Raoul che porge il foglio a Fayel)

FAYEL
(dopo aver letto)
Ah! che mai lessi! Oh, gioia!
Dunque, l'eroe che vincitor ritorna
dalle alte imprese, in queste soglie or brama
posar lo stanco piè!

ALMEIDE
Fia ver?

FAYEL
Vergato
n'è di sua man l'annunzio: oh, di qual sorte
degno son'io! Guerrier, mi attendi: in breve
al tuo sovrano, al mio signor rispondo!
(esce seguito dai suoi)

Scena terza
Raoul, dopo essersi assicurato di star solo, si alza la visiera.

RAOUL
Respiro alfin! Oh, fortunato inganno,
quanto ti debbo! A riveder colei,
ch'è de' pensieri miei tormento e meta,
tu mi apri il varco. Ah, Gabriella, in vita
sol fra tanti perigli io mi serbai
per rivederti, e i tradimenti tuoi
rinfacciarti, crudel! ... Voglio a me innanzi
vederti impallidir, tremar, languire,
chiamarti infida e a' piedi tuoi morire.
Ma che dissi? E dove mai
tu mi traggi, o idea fallace?
Arse l'empia ad altra face;
spento è in lei l'antico ardor.
Dolce speme che in core mi resti,
per te sola qui sfido la morte,
sol vederla e divider sua sorte,
o morire d'amore e di fé!
Ma se udrò dal tuo labbro spergiuro
che altro affetto nutriva il tuo core,
io non so qual eccesso d'amore
tenterà questo oppresso per te!
(nel vedere che qualcuno si appressa, abbassa
la visiera e si ritira)

Scena quarta
Gabriella s'avanza a passi lenti, è pensierosa.
Raoul inosservato.

GABRIELLA
Sacro tremendo giuro a lui m'univa!
Or son d'un altro! ... Io lo tradii, spietata!
Ah! ... mi perdona! Rio presentimento
mi balena al pensiero!
Soffre tremendo affanno!
questo mio core affranto...
E un rio destin che mi condanna al pianto!
Tronca pure i dì funesti,
al rimorso m'abbandona,
deh! m'uccidi, a che t'arresti?
ombra irata, e mi perdona!
Espiata ho già la pena
col rimorso che ho nel core,
troppo, ah, troppo è il mio dolore,
non mi resta che morir!
Minacciosa, perché mi sgridi ognora
voce del mio dover?
Basta il rimorso atroce,
tu cessa nel mio cor, tremanda voce!
(Raoul si avanza)
Che miro! Raoul veggo o il suo fantasma?
Ah! va... torna nei regni dell'oblio!

RAOUL
Vive Raoul, spergiura!
Ma sol per tua sciagura…
(si alza la visiera)

GABRIELLA
Raoul? ... fia vero? Oh Dio!
Tu vivi? O un sogno è il mio?
O istante felice!
O sorte, o contento.
Tacere in me sento
la pena, il dolor!

RAOUL
Per te la mia vita
fra l'armi serbai;
ma fede non hai
spergiuro è quel cor.

GABRIELLA
Oh Dio! che rammenti!

RAOUL
I tuoi giuramenti!

GABRIELLA
Ah! rea non son'io...

RAOUL
La fede in oblio?

GABRIELLA
Un padre severo
mi trasse all'altare...
Quai lacrime amare
non sparsi al suo piè!

RAOUL
Un voto abborrito,
no, il ciel non accoglie...
Quel cor chi mi toglie
cadrà innanzi a me!

GABRIELLA
Che tenti! Al consorte
per sempre mi lascia!

RAOUL
No, prima la morte
dall'empio m'avrò!

GABRIELLA
Sua Sposa son io...

RAOUL
Vendetta farò!

GABRIELLA
Deh! lasciami... Addio!

RAOUL
Lasciarti? No, no!

GABRIELLA
Di fieri palpiti oppresso il core,
a nuova speme lo spinge amore!
Terror, pietade l'alma m'invade...
stato più misero del mio non v'ha!

RAOUL
Di nuovi palpiti oppresso il core,
a nuova speme lo spinge amore!
Ah! vendicato chi più beato...
chi più felice di me sarà!
(Gabriella esce. Un familiare di Fayel consegna un
foglio a Raoul che parte)

Vasto recinto nel castello di Autrei magnificamente
adorno per l'arrivo di Filippo Augusto. Trono nel
mezzo.

Scena quinta
Gli scudieri di Fayel ricevono le guardie che
precedono Filippo, e che si avanzano al suono di
festiva marcia.

CORO DI SCUDIERI
Voi, che al fianco d'eroe così grande
coronaste la fronte di allori,
riposate, che i vostri sudori
meno amica qui terger saprà.

CORO DI GUARDIE
Sì; seguaci del forte, del grande,
che a noi cinse la fronte di allori,
riposiamo; che i nostri sudori
mano amica qui terger saprà.

TUTTI
Dolce frutto di vostre vittorie
bella pace per noi brillerà.

FILIPPO
O fidi amici, la voce d'amore
che in questo dì su ogni labbro suona
è la gioia, maggior di mia corona.

Scena sesta
Fayel, Gabriella, Almeide, prostrandosi innanzi a Filippo.

FAYEL
Signor...

GABRIELLA e ALMEIDE
De' voti nostri...

FILIPPO
Sorgete, o miei diletti;
e al vostro seno il prode omai stringete
(indicando Raoul)
che mi salvò la vita!...

GABRIELLA
(Raoul! ...)

RAOUL
Ah, mio signore!

FAYEL
(Il rival! ... Vive ancora!
Oh! furor!)

RAOUL
(Gabriella! Oh! mio contento!)
(ognuno a parte, guardandosi di soppiatto)

GABRIELLA
(Ti raffrena, o mio cor, in tal momento!)

FAYEL
(La guarda e freme! ... Oh! gelosia!)

GABRIELLA
(Egli stesso!)

FILIPPO
La man di tua sorella
pel mio Raoul ti chiedo.

ALMEIDE
(Che favella?)

FILIPPO
Al suo merto, al suo valore
sia mercede il suo bel core.

RAOUL
(Che mai chiede!)

ALMEIDE
Qual fervor!

GABRIELLA
(Ciel! Che ascolto! I sensi miei
chi mai reggere potrà?)

RAOUL
(Che dirò? Parlar vorrei,
ma più lena il cor non ha!)

FAYEL
(Ah, così la smania in seno
mitigarsi almen potrà!)

FILIPPO e ALMEIDE
(Ma quel cor non è sereno,
che pensarsi omai dovrà!)

ALMEIDE, GABRIELLA, RAOUL, FILIPPO e FAYEL
(Ah! nel dubbio assai funesto
l'alma mia perplessa ondeggia!
Qual crudele istante è questo!)

FAYEL, RAOUL, GABRIELLA, FILIPPO e ALMEIDE
(Ah, di me che mai sarà?
Giusto ciel,)

FÍLIPPO
Ma perché si tace ancora?
Perché Raoul si scolora?

RAOUL
Forse… Ah no!… Mio re…

FAYEL
(a Filippo)
Signore, di tua mano accetto il dono:
(a Raoul indicando Almeide)
questa è tua.

ALMEIDE
Contenta io sono.

RAOUL e GABRIELLA
(Ah! che il sen mi si divide!
Non è ver, che il duolo uccide
se mi serba in vita ancor!)

FAYEL
(Ah, dov'è, dov'è chi vide più
del mio funesto amor!)

RAOUL
(Inesorabile!
Fato tiranno!
Morrò, ma vittima
di un fido amor!)

FAYEL
(Se ordisce il perfido
un nero inganno,
cadrà, ma vittima
d'un empio error!)

FILIPPO
(Sarò implacabile
degli empi a danno,
e la Giustizia
trionferà!)

GABRIELLA e ALMEIDE
(Oh! quale smania!
che acerbo affanno!
Per me più fulmini
il ciel non ha!)

ARMANDO e CORO
(Qual crudo strazio
nell'alma fanno
or d'ira il fremito,
or la pietà!)

ATTO SECONDO

Cortile all'interno del castello di Autrei.

Scena prima
Soldati che bevono.

CORO I
Liquor si fervido
a ber torniamo!
A' lieti brindisi
noi qui libiamo!
La guerra scordiam! ...
Beviamo!... Beviam! ...

CORO II
Del nostro principe
a' lunghi dì!
Conforto ai miseri
sul suolo barbaro
sempre largì! ...

TUTTI
La guerra scordiam! ...
Beviamo!... Beviam! ...

Scena seconda
Raoul, concentrato nei suoi pensieri, e detti.

RAOUL
Si compia il sacrifizio!
Ogni speranza di questo core è spenta!
Oh! mia Gabriella, omai tra pochi istanti
fia svanito ogni dubbio!
Se al tradito amor mio
tacer puote il tuo core,
la ragione, il dover, l'amor, l'affetto,
tu m'uccidi, spietata. Eccoti il petto!
Sì, ferisci, e il sangue mio
rosseggiante, ancor fumante
nel tuo core innanzi a Dio,
duolo e guerra apporti ognor!
Sol rammenti, o spietata,
l'amor nostro, i dì beati,
la tua fede a me giurata,
e nascondi il tuo rossor!

CORO I
(Ah! quai detti, qual sospetto!
Guarda, misera il suo pallor!)

CORO II
(Quegli accenti, quell'aspetto!
Il suo duol ne fa terror!)

TUTTI
Ah, signor, che mai t'affanna?
Ne palesa il tuo dolor!
(lo circondano)

Scena terza
Armando e detti,

ARMANDO
(si avvicina a Raoul e, piano, gli dice)
Vien, la consorte di Fayel t'attende!
(esce)

RAOUL
(con trasporto)
Ah! m'ama? Oh! gioia! Ti reprimi, o core!
Ah! verrò, sì verrò, mi appella amore!
Sì d'amarla io sento appieno,
vagheggiarla io posso ancora,
la speranza mi rincora
nel doverla riveder!
Ah! se alfine al mio dolore
la mercé concesse Iddio,
questo dì del viver mio
no, non turbi un rio pensier!

CORO
(Oh, stupor! Qual cangiamento
recò il messo al suo pensier!)
(escono)

Appartamento nel castello.

Scena quarta
Dame che festeggiano Almeide. Gabriella ed Armando.

CORO DI DONNE
O, bella Almeide, figlia diletta,
o, delle grazie, la più perfetta,
tu della reggia sei l'ornamento,
vita e delizia d'ogni contento,
figli d'Imene, candido giglio,
del cor delizia, soavità:
deh! vieni, apprestati, solleva il ciglio,
esso ne apporta serenità!

ARMANDO
Oh! di quali lieti evviva
risuonan queste mura.
L'affanno in gioia si cangiava! Oh! alfine
di Fayel scenda in seno
aura di pace a consolarlo almeno!

ALMEIDE
Armando, a Raoul tu dicesti...

GABRIELLA
Ah! no...

ALMEIDE
Che la consorte di Fayel l'attende?

ARMANDO
Fra poco qui verrà.

GABRIELLA
Che mai facesti, Almeide?

ALMEIDE
In te si affida la dolente alma mia!
(Almeide esce, ma inosservata rientra)

GABRIELLA
Quanti in un punto aduna strani eventi per
me l'empia fortuna! Ah! si fugga... egli
viene.

Scena quinta
Raoul e detti.

RAOUL
Deh! ti ferma, mio bene!
Mi chiami e poi mi eviti?

GABRIELLA
Io, no... t'inganni!
Di queste soglie il varco a te contende
l'onor mio...

RAOUL
Ma un tuo cenno...

GABRIELLA
O duro cenno!... Ebben in te richiama
il tuo coraggio, ed all'amante Almeide
porgi la destra!

RAOUL
O cielo! ... Io non credea
ascoltar dal tuo labbro! ...

GABRIELLA
Ah sì! (Che affanno!)
l'impone a me il dover ...

RAOUL
Dover tiranno!

GABRIELLA
Cedi e vanne: è scritto in cielo
ch'altra fiamma il cor ti accenda,
pari al mio quel cor si arrenda
al destin persecutor!

RAOUL
Mi consigli ad imitarti,
debil donna, ingrata, infida!
Per te nacqui e vo' serbarti
pura fé, costante ardor!

ALMEIDE
(in disparte)
(Come, Almeide…e il soffri, e il senti,
e non sciogli il freno all'ire!)

GABRIELLA
Ah! pietà dei miei tormenti

RAOUL
Mi vedrai crudel morire!

ALMEIDE
(sempre in disparte)
(Ah! vendetta... A me la chiedi?
Sì, l'avrai, schernito cor!)

GABRIELLA e RAOUL
Ah! nel sen mi leggi e vedi
se trafitto è questo cor!
(Almeide esce minacciosa)

GABRIELLA
Ciel, te invoco!... Onor, te bramo
testimone ai voti miei...
Sì fuggirmi ognor tu déi,
virtù parla al mesto cor!

RAOUL
Ma, ti spiega almen, nemica:
tu nemica non mi sei?

GABRIELLA
Questo pianto, o Dio, tel dica
se t'amai... Nol deggio ancor!

RAOUL
Crudo fato!... A me quell'alma
tu togliesti?

GABRIELLA
Oh! Dio! Ti calma,
cedi e va...

RAOUL
Seguir non posso
un voler così spietato;
che farei di un'altra a lato,
se a te sacro è questo cor!

GABRIELLA e RAOUL
A noi soli era serbato
pari affanno, ugual dolor!
(Raoul si precipita ai piedi di Gabriella)

RAOUL
Ora a' tuoi piedi il pianto
forza ti faccia al cor!

GABRIELLA
Audace! che fai?
(scostandosi)

RAOUL
Mi ascolta... comprendi...
(trattenendola)

GABRIELLA
Ah! rea tu mi rendi...

RAOUL
La colpa è d'amor!

Scena sesta
Fayel, Almeide e detti.

FAYEL
(Che veggo! Oh! tormento!)

GABRIELLA
Oh! cielo!
(accorgendosi di Fayel e di Almeide)

RAOUL
Oh! momento!
(alzandosi)

FAYEL
Ah! perfida, indegna!
Sarò vendicato!
quel core spietato
strapparti saprò!
(si avventa su Gabriella)

RAOUL
Ti arresta...

ALMEIDE
Che inganno!

GABRIELLA
Gran Dio! chi m'aita?

RAOUL
É mia quella vita;
difenderla io vo'!
(opponendosi)

FAYEL
Oh! furie d'Averno
vi sento nel seno,
d'immenso veleno
il cor m'inondate,
la man mi guidate
a terger l'onor!

RAOUL
Sì, vieni...

GABRIELLA
Ah!

Scena settima
Filippo, Armando, damigelle e scudieri. Detti.

FILIPPO
Fermate!...
A ché quel furor?

FAYEL
Vendetta! la chede
l'offeso onor mio!
Poc'anzi al suo piede
scopersi quel rio!
L'avversa mia sorte,
l'infida consorte;
s'accende il mio sdegno,
cadrà sull'indegno,
e il sangue si versi
del vil traditor!

FILIPPO, ALMEIDE e CORO
O cielo, che sento!

FILIPPO
Oh! eccesso! Oh! delitto!
Raoul tu capace?

RAOUL
La prima mia face,
l'ardor mio primiero,
Gabriella ...

FAYEL
L'udite?
S'uccida ...
(si lancia contro Raoul)

FILIPPO
Fayel! ...
D'un re alla presenza!
Oh, ardir!

FAYEL
Giusto ciel!

TUTTI
(tranne Fayel)
Di gioia, di pace
la dolce speranza,
qual lampo fugace
comparve, sparì!

FAYEL
Perché cruda sorte,
nel duol che m'affanna,
quest'anima forte
tormenti così!

FILIPPO
Freno all'ire, al re ti affida:
la giustizia sol mi è guida,
e la folgore sul crine
striscia già dell'infedel!

GABRIELLA
Ah! dov'è la destra ultrice,
se la morte è a me serbata?
Rea non son, ma sventurata,
sì, lo giuro innanzi al ciel!

FAYEL
Mancatrice, sì, scellerata!

FILIPPO
Alla pena meritata
siano ormai serbati i rei!

ALMEIDE
(Infelici affetti miei,
fato barbaro e crudel!)

FAYEL
Di mia mano i torti miei
nel punir sarò crudel!

RAOUL
(a Fayel)
Del fiero oltraggio vendicatore
in campo io scendo, forier di morte!
M'è di quest'angelo sacro l'onore,
che si calpesta dal vil consorte!
Trema, o superbo, il brando mio
la tua perfidia dimostrerà!

GABRIELLA
(Oh! quanti affetti dentro il mio seno
mi fan tremenda spietata guerra!
Par che quest'aura spiri un veleno,
par che la tomba m'apra la terra!
Deh! tu mi salva, pietoso Iddio,
di me ti prenda, di lor, pietà.)

FAYEL
(a Raoul)
Di tue rampogne maggior mi sento,
avrai la pena da te mentata!
(Sento nel core crudel tormento,
sento quest'alma dilaniata;
ma sull'iniquo, vil seduttore,
la mia vendetta divamperà.)

FILIPPO e CORO I
Ite, e dell'armi il vincitore
dell'innocenza il premio avrà!

ALMEIDE, ARMANDO e DAME
Tu questa misera reggi, o Signore,
o di spavento, di duol morrà!

Raoul esce in mezzo alle guardie; Gabriella da
Armando è condotta dalla parte opposta.

ATTO TERZO

Cortile nel castello come nell'atto secondo.

Scena prima
Raoul, disarmato fra le guardie; Fayel e Filippo.

FAYEL
Signor, tu fosti e sei
custode della legge, io la reclamo!

FILIPPO
Sì, della patria legge
l'uso negar non mi è concesso; in campo,
Raoul, discenderai;
fatal certame d'ambo oggi decida!
(esce)

RAOUL
Ebben? Che attendi? Ov'è la spada? Il campo
ancor non si dischiude?

FAYEL
Audace!

RAOUL
Oh! Gabriella,
donna infelice, e d'altra sorte degna.

FAYEL
Vil traditore, i tuoi detti sospendi,
o morto a' piedi miei...
(sta per avventarsi col pugnale alzato)

RAOUL
Contro un inerme… E cavalier tu sei?

FAYEL
Ove l'ira mi trasse ...
Olà, due spade... Trema, o traditore!
(sono portate due spade da uno scudiero)
In campo vendicar saprò l'onore!

RAOUL
Tremar! T'inganni, in campo
tremar giammai non so!

FAYEL
(Di questo acciaro al lampo
nuovo coraggio avrò!
Spinger quell'empio a morte...
almen respirerò!)

RAOUL
(L'ira, il rancor, lo sdegno
serbo alla mia vendetta;
sì, svenerò l'indegno,
o inulto al suol cadrò.)

FAYEL
Non più detti, vieni...

RAOUL
Andiamo
Sangue io bramo!

FAYEL
Invoco io morte!
Tu cadrai.

RAOUL
Sì, ma da forte,
non sa il cor che sia viltà!
Vieni, mi segui alfine...

FAYEL
Si schiuda il campo... Olà!

RAOUL e FAYEL
Ah! qual m'ingombra il petto
d'ira, di rabbia il foco;
nel sangue tuo fra poco,
il cor vendetta avrà!
(escono seguiti dalle guardie)

Orrido carcere.

Scena seconda

GABRIELLA
(abbandonata su di un sasso, immersa nel sonno,
sogna Fayel e Raoul che si battono)
Ah! fermate!... Raoul! Fayel! fermate,
io sola, io vo' morire!
(si desta spaventata)
Ma sogno! Oh! ciel, m'illuse il mio martire!
Perché non chiusi al dì
le stanche luci ancor!
Farmi penar così
tanto ti piace, amor!
(si ode un rumore)
Chi mai s'avanza?
Ahimè Che mai ravviso... il mio tiranno!

Scena ultima
Fayel e Gabriella. Scudieri restano in fondo.

FAYEL
(arrestandosi)
(Vederla e non morire... non so se il posso...
Ah! fermezza, o mio cor!)

GABRIELLA
Ferito! E come?
(andandogli incontro)
Chi mai versò quel sangue?

FAYEL
La man che un dì doveva
far lieta Gabriella,
l'iniquo insidiator dei dritti miei...

GABRIELLA
(con ansia)
Prosegui....

FAYEL
L'empio Raoul...
Da questo ferro...

GABRIELLA
Ohimè!

FAYEL
Comprendi? É spento!

GABRIELLA
Che ascolto! ... Alma inumana,
qual mostro ti educò, qual tigre ircana?

FAYEL
Ah! più non so resistere;
perfida attendi... Olà!
(al cenno di Fayel si avanzano i due scudieri, uno di essi
porta una sottocoppa con un'urna coperta da un
drappo nero, sull'urna vi si legge: "Il cuore di
Raoul")

GABRIELLA
Che veggo! E la serbata
per me letal bevanda!
Oh, quanto desiata...
(la scopre)
Cielo... che leggo! Ohimè!

FAYEL
Quell'urna, si, racchiude
il cor...

GABRIELLA
(delirante)
Dell'idol mio...

FAYEL
Ei lo prescrisse, ed io
or lo presento a te!

TUTTI
Muore d'affanno oppressa,
fia pago il tuo rigor!

FAYEL
No, l'ira mia non cessa
in faccia al suo dolor!

TUTTI
Da tanta angoscia oppressa
soccombe al suo dolor!
Pietà di lei ti prenda...
perdono al suo dolor!

FAYEL
Lasciatemi, lasciatemi!
Perdon per lei non v'è!

GABRIELLA
Crudo, spietato cor!
(si rianima e con disperazione alle ultime parole
di Fayel irrompe contro di lui)
Scellerato, quel sangue fumante
si sollevi e ti spruzzi sul viso!
Da quel petto squarciato e grondante
si riversi in tuo petto il dolor!
Dal sepolcro l'ucciso risorga
qual fantasma d'orribile aspetto,
e t'immerga nel cor maledetto
il pugnal che strappavagli il cor!
(dà un grido e, nel massimo dell'affanno, cade)

FINE

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