Gaetano Donizetti

(1797-1848)

Chiara e Serafina, ossia I pirati

Melodramma semiserio in 2 Atti di Felice Romani, è stato rappresentato a Milano (Teatro alla Scala) il 26 ottobre del 1822

Personaggi

Chiara (Soprano), Serafina (Soprano), Don Ramiro (Tenore), Picaro (Basso), Lisetta (Contralto), Agnese (Contralto), Don Meschino (Recitante), Don Fernando (Tenore), Don Alvaro (Basso), Gennaro (Recitante), Spalatro (Recitante); pescatori e pescatrici, pirati, guardie

ATTO PRIMO

Spiaggia di mare coperta di rovine moresche:
sorge a destra un rustico fabbricato donde si scende per un sentiere che conduce alla marina.

Qua e là vedonsi delle arcate, delle colonne infrante e degli avanzi di diversi monumenti, nel mezzo dei quali crescono arboscelli, fiori e piante parassite. A sinistra vi è un sarcofago antico;
in fondo alcuni scogli sorgono dal mare,
e da un lato più vicino alla spiaggia evvì una rocca dirupata. É appena giorno.

Scena prima
La riva è coperta di pescatori. Chi reca nasse, chi reti,
chi è intento a varare barchette. Tutto è movimento.
Pescatori, pescatrici, indi Agnese.

DONNE
L'alba in cielo appar già chiara,
flutti e venti in mar son cheti;
preparate son le reti,
e le nasse da gettar.

UOMINI
Salpa, salpa, vara, vara...
Che gran pesca abbiam da far!

DONNE
Per le nozze della cara
dell'amabil Serafina
questa placida marina
d'ogni pesce abbonderà.

UOMINI
Salpa, salpa, vara, vara...
La gran pesca che sarà!

AGNESE
Ah! se fosse nel paese
quel buon uom di mio marito,
resterebbe sbalordito
a sì gran solennità.

CORO
Perché mai, comare Agnese?

AGNESE
Vel dirò, ma...
(facendo segno di non parlare)

CORO
Già si sa.

AGNESE
Il mio Sancio mi dicea,
che il tutor di Serafina
cagionato ei solo avea
di suo padre la rovina,
e volea sposar lei stessa
per mangiar l'eredità...

CORO
Ciarle, ciarle: ei l'ha promessa
al figliuol del podestà.

(mentre Agnese vuol continuare,
gridano di dentro Lisetta e don Meschino)

MESCHINO
Crudelaccia! Cor di rocca!

LISETTA
Asinaccio! Babbuino!

AGNESE
E Lisetta che tarocca...

CORO
Con quel bue di don Meschino:

TUTTI
Aspettiamo un momentino
Che da ridere sarà.

Scena seconda
Lisetta seguita da don Meschino.
Egli è vestito da pescatore in maniera ridicola,
e porta da un braccio una gran nassa, dall'altro un gran cesto.

MESCHINO
Con la nassa e col cestello
per lei cambio, e penna e spada;
e l'ingrata non mi bada!
E dell'asino mi dà!
Mamma Agnese, a voi m'appello
Di cotanta, indegnità.

LISETTA
Oh! guardate il bel gioiello
da seguirmi ovunque io vada?
Ride tutta la contrada,
e la baia ognun mi dà.
Cara mamma, a te mi appello
Se dell'asino non ha.

AGNESE
Via, Lisetta; più riguardi...

MESCHINO
Al tuo coniuge futuro.
(interrompendo)

LISETTA
Oh! ci è tempo.

MESCHINO
O tosto o tardi.

LISETTA
Tardi molto; io ve lo giuro.

MESCHINO
Deh! fa' presto, o mia Lisetta,

LISETTA
Non ho fretta, non ho fretta.

MESCHINO
Su bel fior di mia vecchiezza non
lasciarmi consumar.

LISETTA
No, non vi voglio,
vel dico schietto:
un vecchio tanghero
mi fa dispetto:
tornate giovane,
e allor... vedrò.

MESCHINO
Ah! no, mia Venere,
osserva un poco;
son fresco e vegeto,
son tutto foco...
In tutta l'isola
egual non ho.

CORO
Ah! ah! che ridere!

AGNESE
Ma-via, prudenza...

MESCHINO
Silenzio, o pecore;
ve'! che insolenza!
Lisetta, sposami,
o morirò.

Durante questa scena il cielo si è annuvolato,
a poco a poco comincia la burrasca.
Un tuono interrompe il dialogo.

MESCHINO
Aiuto! Ch'è stato?

LISETTA
Minaccia tempesta.

AGNESE e CORO
Il mare è turbato, gran vento si desta.

Gran scompiglio per la riva. Chi corre di qua, chi di là ecc.

TUTTI INSIEME
A riva compagni, a terra vogate,
le reti cogliete, le barche legate;
tremendo uragano
comincia a scoppiar.
Gran burrasca.
Sentite che tuoni! Sentite che venti!
Già piomba la grandine già piove a torrenti;
corriamo al coperto, scappiamo dal mar.
(partono)

Scena terza

Cresce la burrasca, vedonsi da lontano dei bastimenti
in pericolo, e uno di essi passa vicino alla spiaggia
qua e là raggirato dai flutti, e spinto fra gli scogli
si affonda. A poco a poco il temporale si calma.
Comparisce don Alvaro dalla rupe e seco Chiara:
ambidue sono vestiti succintamente, e in tutto il
disordine di un sofferto naufragio. Giunti sulla
sommità della rupe, ambi s'inginocchiano stendendo al
cielo le mani.

CHIARA
Grazie pietoso ciel! Salvi siam noi,
salvi per tua mercé.
(sorgono)

ALVARO
Reggimi, o figlia...
traggo a fatica il fianco,
e assiderato a poco a poco io manco.
(scendono lentamente)

CHIARA
Soffri per poco ancor. Se spenta in terra
non è pietà, due naufraghi infelici
troveranno soccorso.
(giungono in iscena. Don Alvaro siede sostenuto
da Chiara)

ALVARO
Oh! Dio! Perdute
dell'innocenza mia tutte le prove,
non mi resta che morte.

CHIARA
Non disperar; si cambierà la sorte
(sorgono di nuovo)
queste romite sponde
(con somma tenerezza)
stanza ti fian secura,
dove a miglior ventura,
ti serberai per me.
Della sorella intanto
che rio destin ne invola,
andrò cercando io sola,
saprò guidarla a te.

ALVARO
O Chiara! è ben difficile.

CHIARA
Difficile! perché?
Periglio non curo,
non temo fatica;
ignota, mendica,
illesa ne andrò.
Riposa sicuro;
in Chiara ti affida.
Se il cielo mi guida
Ritorno farò.

ALVARO
Dove siam noi? Deserto lido è questo.
Un sol tetto non v'ha.
(escono dall'alto alcuni pescatori)

CHIARA
Coraggio, o padre...
Veggio alcuno appressar: prender potremo
contezza del paese.

Scena quarta
Don Meschino, indi Agnese, Lisetta e pescatori da varie parti e detti.

MESCHINO
(di dentro)
Spicciatevi buffoni... Ehi, mamma Agnese!
(entra in scena: Chiara e don Alvaro li vanno
incontro: egli grida spaventato)
Misericordia! Aiuto!

AGNESE
Che avvenne?
(correndo)

LISETTA
Cosa è stato?

MESCHINO
Indietro, indietro:
noi siam fra gli assassini.

CHIARA
Ah, non temete:
due miseri siam noi dal mar gittati
naufraghi a queste arene.

MESCHINO
(Ahi!... son pirati.)

LISETTA
Meschini! fan pietà.

CHIARA
Noi vi chiediamo
ricovero un sol giorno.

LISETTA
Volentieri...
Non è ver, mamma mia?

MESCHINO
Prima è d'uopo saper che gente sia,

LISETTA
Che importa a voi?

CHIARA
Di Cadice noi siamo
marinai di mestier, padre e figliuolo...

ALVARO
Tutto ci tolse il mar.

MESCHINO
Me ne consolo.

LISETTA
Buffone!

MESCHINO
Sta a vedere
che del bel marinaio è innamorata.

LISETTA
Qui non si è mai negata
Ai viandanti l'ospitalità.

ALVARO
E concessa vi sia.

MESCHINO
Ma...

AGNESE
Zitto là.
A Belmonte venite.

ALVARO
(A Belmonte!)

CHIARA
(Prudenza!)

LISETTA
In lieto giorno
siete voi capitati: oggi il più ricco
cavalier di Majorca, don Fernando,
marita la pupilla, e noi rechiamo
la pesca per lui fatta al suo castello
lungi di qua due miglia.

ALVARO
(Che ascolto?)

CHIARA
(Non scoprirti.)

ALVARO
(Io fremo, o figlia)

CHIARA
Io, se lo permettete,
vi terrò compagnia. Tu, padre, intanto
riposarti potrai.

AGNESE
Meco a Belmonte,
o buon vecchio, verrete.

LISETTA
Andiamo, andiamo.

MESCHINO
(Il bel compagno che quest'oggi abbiamo!)
partono.

Scena quinta
Alcuni pirati si affacciano guardinghi dagli scogli,
vedendo la riva deserta accennano ai compagni,
i quali vengono in iscena recando i loro bagagli,
e per ultimo vien Picaro con una piccola cassetta
sotto il braccio.

CORO
Maledetto il temporale
che approdar ne fece qua!
Se fu scoperto
quel nascondiglio
corriam per certo
un gran periglio...
Zitti... Osserviamo...
Esaminiamo...
(si accostano al sarcofago e ne tolgono la pietra
che lo copre)
Viva! viva... É tale e quale
lo lasciammo un anno fa,
nemmeno il diavolo sognar potea
che un sotterraneo qui nascondea
sì venerabile antichità...
Allegri, andiamo, lieti scendiamo...
Nemmeno il diavolo ci troverà.
(entrano tutti nel sotterraneo recando i bagagli)

PICARO
Il mestier del corseggiare,
per mia fé, mi piace poco:
esser sempre in mezzo al mare,
esser sempre esposti al foco:
or burrasche, or fucilate,
e alla fine... già si sa...
Miei pensieri, immaginate
un mestier … d'impunità.
Per esempio l'usuraio
Uno impresta, e prende cento,
cangia l'oncia con lo staio,
muta il rame con l'argento...
Verbi grazia i giocatori
con due dita fan tesori;
lo spezial nell'acqua fresca
trova doppie e perle pesca...
I sartori, i calzolari
van del paro coi corsari.
E nessuno di costoro
mai si vede... Già si sa.
Ammucchiar vo' anch'io dell'oro
con mestier... d'impunità.
(allegro)
Sì, per Bacco, in questo mondo,
quanto è largo, quanto è tondo,
la grand'arte dei più dotti
è il saper pelar merlotti,
scorticare le persone
senza farle schiamazzar.
Galantuomo in conclusione...
galantuomo... è chi lo par.
Da parte la morale,
ed in salvo mettiam questa cassetta
che sul lido trovai.
Che diamin fia? Parmi leggera assai.
Povero me! Vien gente...
Entrar più non poss'io.
(si ritira in disparte)

Scena sesta
Don Fernando e Picaro.

FERNANDO
(Chi è costui?
All'abito è stranier.)

PICARO
(Ahi! ... Ahi... S'accosta)

FERNANDO
(Altrove io l'ho veduto... non
m'inganno: è il briccon...

PICARO
(Son conosciuto.)

FERNANDO
Picaro!

PICARO
Ah! chi mai vedo? Don Fernando!

FERNANDO
Tu qua!

PICARO
Spinto dal mare,
naufrago, disperato, ai patri lidi
dopo tre lustri di perigli e affanni
torno, qual ne partii, senza danaro.

FERNANDO
Che facesti finor?

PICARO
Il marinaro.
Ah! non mi fossi mai, mio buon padrone,
mai partito da voi!

FERNANDO
(Costui potrebbe servire al mio disegno.)
Ove tu il voglia
farti ricco potresti un'altra volta.

PICARO
Ricco! piacesse al ciel!

FERNANDO
Taci ed ascolta.
Sai che da Barbareschi
don Alvaro sorpreso insiem con Chiara
primogenita sua, dal re sdegnato
fu a morir condannato ed in esiglio
i suoi giorni finì.

PICARO
So pur, che voi,
col suscitarli mille cani addosso,
foste cagione della sua rovina.

FERNANDO
Io rimasi tutor di Serafina.

PICARO
Della figlia minor!

FERNANDO
Sì, costei crebbe
bella, gentile...

PICARO
E ricca.
Buon boccone per voi!

FERNANDO
Lo fia per certo se aiutar mi vuoi.
Se no, quest'oggi ella si sposa al figlio
del podestà: seco tacer mi è forza,
ne oppormi a queste nozze è in poter mio.

PICARO
Il caso è serio assai...Che far poss'io?

FERNANDO
Voce fra noi si sparse
Che don Alvaro è in vita...

PICARO
Intendo: il padre
risuscitar vorreste.

FERNANDO
E tu sei quello.

PICARO
Bravo! il ripiego è bello.
Ma io...

FERNANDO
Tu mille piastre in dono avrai.

PICARO
Mille piastre!... Oh, scongiuro!

FERNANDO
Risolvi...

PICARO
Pronto io son.

FERNANDO
Giuralo.

PICARO
Il giuro.

FERNANDO
Seguimi. Appieno istrutto
sarai da me di quanto oprar conviene.

PICARO
Mille piastre! L'affar comincia bene.
Partono.

Il teatro rappresenta un agreste recinto nei
giardini del castello di don Fernando, fatto a
guisa di capanna: in fondo è un cancello che
mette alla campagna.

Scena settima
Don Ramiro e Serafina.

SERAFINA
Come più dolce il zeffiro
spira tra fiore e fior!
Cara! d'amor
sembra un sospiro.

RAMIRO
Come sereno, e limpido
del cielo è lo splendor!
Cara! d'amor,
sembra un sorriso.

RAMIRO e SERAFINA
Così, mia dolce speme,
presago è amor così
de' lieti dì,
che noi vivremo insieme

SERAFINA
Sempre teco!... Oh, bel pensiero!

RAMIRO
Sempre meco!... Oh, sommo bene!

SERAFINA e RAMIRO
Idol mio, tormenti e pene
l'avvenir per noi non ha.
Come un sogno lusinghiero
la mia vita passerà.

Scena ottava
Don Fernando e detti, indi Picaro vestito
da capitano di marina. Don Fernando entra agitato.

FERNANDO
Oh, evento inaspettato!...

SERAFINA
Che vi avvenne, signor?

FERNANDO
Ah, Serafina!
La sorpresa... il piacere... appien felice
oggi vi vuole il ciel.

SERAFINA
Che fia? Parlate.

FERNANDO
Orfana più non siete.

RAMIRO
Che dite?

SERAFINA
Il padre mio!...

FERNANDO
Voi lo vedrete.

SERAFINA
Oh, gioia! e fia pur vero?

FERNANDO
Dai barbari d'Algeri alfine ottenne
la libertà.

SERAFINA
Cielo ti ringrazio.

FERNANDO
É giunto in Majorca stamane.

SERAFINA
A lui corriamo.

RAMIRO
Voliamo. D'abbracciarlo io pur desio.

FERNANDO
Esci, amico.
(correndo a Picaro che sopraggiunge)

PICARO
(colle braccia aperte)
O mia figlia!

SERAFINA
O padre mio!

PICARO
O indicibil contento!

SERAFINA
O ineffabil piacer!

FERNANDO
(Bravo il briccone!)

PICARO
(Che pezzo di ragazza!)

RAMIRO
Concedete, ch'io pur al sen vi stringa.

FERNANDO
É questi, o amico,
il giovane signor ch'io destinava
per marito a tua figlia.

PICARO
Mio genero, mi abbraccia.

FERNANDO
(A maraviglia.)

Scena nona
Odesi un preludio di chitarra. Chiara
s'affaccia dal cancello in fondo al giardino.

PICARO
Musica! Tanto meglio.
Mi piace l'allegria.

FERNANDO
É un marinaio,
(vedendo Chiara che porge la mano)
che al cancello si affaccia.

RAMIRO
L'elemosina ei chiede.

SERAFINA
Entrar si faccia.
(s'introduce Chiara, che entra suonando; giunta
vicina ad essi si arresta, prende di saccoccia uno
scritto e lo porge)

RAMIRO
(legge)
"Anime pietose, abbiate compassione
di un povero orfanello fuggito dalle prigioni
d'Algeri, e privo di favella".

SERAFINA
Quand'io ritrovo un padre, il mio soccorso
un orfanello non implori invano.

RAMIRO
Ottima Serafina!

CHIARA
(Oh, gioia! É dessa.)

SERAFINA
Farò la cerca io stessa,
infelice, per te.

Ognuno leva la borsa, e dà del denaro a Serafina.

PICARO
Brava figliuola!
Ammiro il tuo buon cor.

CHIARA
(Chi è costui che suo padre si dice?)

SERAFINA
(a Chiara)
Prendi, ti riconforta, e va felice.

Chiara
bacia la mano a Serafina, si avvia per uscire
ma torna indietro, e baciandole un'altra volta la mano
accenna il suo dispiacere.

SERAFINA
Piangi? Partir ti duole?
Non hai tu asilo alcuno?

CHIARA
(accenna di no)

SERAFINA
Ah! Padre mio!
S'ei restasse con noi

FERNANDO
(É muto, resti pur: ci può giovare.)
(piano a Picaro)

PICARO
Fa pure, o figlia mia, quel che ti pare.

CHIARA
(esprime con cenni il suo piacere)
(Seconda, o ciel, l'intento.)

FERNANDO
(a Chiara)
Meco al castel verrà.

PICARO
Genero mio,
un po' stanco son'io;
ci rivedrem più tardi.

RAMIRO
Addio, signore.

PICARO
(a Serafina)
Favellarti vogl'io da solo a sola.

CHIARA
(coglie il tempo di appressarsi a don Ramiro)
(Ingannato voi siete: ritornate fra poco.)

RAMIRO
(Sorpreso)
(Oh, ciel!)

CHIARA
(Tacete.)
(don Ramiro parte pel cancello, don Fernando
con Chiara per un'altra parte)

Scena decima
Picaro e Serafina.

PICARO
Siam soli.

SERAFINA
Che sarà?

PICARO
Mi abbraccia, o figlia,
e ricevi da me l'ultimo addio.

SERAFINA
Cielo! Che dite mai?

PICARO
Partir degg'io,
per vederti, o mia figliuola,
obbliai che io son proscritto:
ma sussiste ancor l'editto
che a morir mi condannò.
Se più resto un'ora sola,
mia figliuola, io morirò.

SERAFINA
Calma, o padre, il tuo timore:
il mio sposo almen ti giovi:
il periglio in cui ti trovi
si palesi al podestà...
Generoso e umano ha il core,
e i tuoi giorni salverà.

PICARO
Vana speme! Il suo dovere
Non potrà giammai tradire.

SERAFINA
Ah! qual dunque è il tuo pensiere!

PICARO
Di lasciarti ... di fuggire...

SERAFINA
Di fuggire! ...

PICARO
Ah! sì, conviene.

SERAFINA
Me meschina!

PICARO
(Al laccio viene.)

SERAFINA
Ch'io ti perda un'altra volta!

PICARO
Ah! pur troppo. (Allegri: è colta.)

SERAFINA
(abbracciandolo)
Nol pensar: dovunque andrai
(con trasporto)
l'amore mio ti seguirà.

PICARO
Benedetta! ...
(sta per abbracciarla)
(Ah! mi scordai della mia paternità.)

SERAFINA
Deh! perdona, o caro amante,
se per poco io ti abbandono...
Sento, oh Dio! che figlia io sono,
e natura il vuol da me.
Ma fedele, ma costante
io saprò serbarmi a te.

PICARO
Che un boccon sì stuzzicante
Lasci ad altri in abbandono!
Io corsaro! Ah! no, non sono
così gonzo per mia fé.
Se dev'esser d'un furfante,
Don Fernando, tocca a me.
Abbracciami, stringimi
mia bella... figliola ...
amore sì tenero
appien mi consola ...
Partiamo, gittiamoci
ai piedi del re.

SERAFINA
Unir le mie lagrime io
voglio a' tuoi preghi:
s'è ver che dei miseri
al pianto si pieghi,
ti deve benefico
assolvere il re.

PICARO e SERAFINA
Felici, contenti
tornare potremo
più lieti e ridenti
le nozze faremo...

SERAFINA
(O amore, che m'armi
di tanto valore,
seconda del core
la speme e la fé.)

PICARO
(Se posso beccarmi
gioiello sì caro,
più lieto corsaro,
per Bacco, non c'è.)

Partono.

Scena undicesima
Chiara sola, indi don Fernando e
Picaro da parti opposte.

CHIARA
Né sola un breve istante
potrò vederla io mai?... Deh! tu, fortuna
che a tempo mi guidasti in queste mura,
deh! sul più bel dell'opra
non mi lasciar... Fa che l'inganno io scopra.
Giunge alcuno. Osserviam…
(si ritira in disparte)

FERNANDO
(incontrando Picaro)
Ebben?

PICARO
(ridendo)
Si arrese
figliuola obbediente,
e a partir si dispone.

FERNANDO
Ottimamente.
E’ pronta la carrozza, e un fido servo
che a Belmonte vi guidi. Ivi potrai
riposar questa notte, e al nuovo giorno
attendere il naviglio
che per te noleggiai...
A Cadice il mio arrivo attenderai.

CHIARA
(Perfido!)

FERNANDO
In questa carta
Descritto troverai come adoprarti
in caso di periglio,
e dove procurarti un nascondiglio.

PICARO
Va ben... ma vi scordaste la
cosa più importante.

FERNANDO
Ecco la borsa.

PICARO
Benedetta! partiam senza indugiare,
prima che don Ramiro ci sorprenda.
(partono)

CHIARA
A lui si voli... Oh! qual congiura orrenda!
(parte pel cancello)

Sala antica nel castello abbandonato di Belmonte.
Evvi da un lato un piedistallo quadro con una statua
rappresentante un guerriero che calpesta un affricano.

Scena dodicesima
Due porte laterali chiuse; alla dritta la gran porta d'ingresso
mezza aperta. La scena è oscura. Odesi rumore sotterraneo.
Si apre il piedistallo e n'esce da un trabocchello Spalatro,
indi cinque o sei Pirati con una lanterna accesa.

SPALATRO
Zitti, zitti... entriam bel bello...
(entra con precauzione)
Qua porgete la lanterna.
Ben sapea che nel castello
si salía per la cisterna...
Se il castello è abbandonato,
buon per noi; ci servirà.

TUTTI
Visitiam per ogni lato,
esploriam di qua e di là.
(vanno osservando d'intorno)

Scena tredicesima
Don Meschino e detti.

MESCHINO
(di dentro)
Ehi! Lisetta!

SPALATRO
Vien gente.
(si ritirano infondo alla sala non veduti da don Meschino,
il quale entra lentamente con un doppiere ecc.)

MESCHINO
Lisetta! dico... ah! ah! la furfantella
mi ha fatto a bella posta
girar dall'alto al basso, e si è nascosta.
Ma pur la sala è questa destinata alla festa!
Oh! il brutto luogo!
Oh! le muraglie affumicate e vecchie!

SPALATRO
(Maledetto!)

MESCHINO
Eh! mi zuffolan le orecchie
scommetto che Lisetta,
per burlarsi di me, da qualche buco
va spiando s'io tremo...ohibò...tremare!
Se la briccona è là, m'oda a cantare.
(depone il candeliere e canta accompagnandosi
colle naccare)
Mi dicea la nonna mia
che nel mondo ci è un folletto,
che di notte, a piè del letto
mille burle ognor ci fa.
La ra - la ra -
Mi dicea la verità.
Il folletto, o Lisa mia,
l'hai negli occhi, io l'ho, nel core.
É un'incendio, un pizzicore
che comprender non si sa
La ra - la ra -
Il folletto è la beltà.
(Spalatro e i pirati fanno un movimento:
don Meschino si arresta sospeso)
Questa volta non m'inganno

PIRATI
(Avanziamo.)
(spengono il lume di don Meschino)

MESCHINO
Il lume è spento.
Ahi!
(si trova in mezzo a loro e cade ginocchioni colla
faccia per terra)

PIRATI
Silenzio, o ch'io ti scanno
(profittiam del suo spavento
prontamente usciam di qua.)

MESCHINO
Ahi! soccorso! ... carità!

Scena quattordicesima
Appena i pirati sono fuggiti nel trabocchello, escono
alle grida di don Meschino, Agnese, Lisetta, don Alvaro,
paesani e paesane con lumi.

TUTTI
Cos'è stato?... Don Meschino!
Si soccorra il babbuino.

MESCHINO
Per pietà... signori turchi...

TUTTI
Turchi! Noi! ... Ah! ah! ah!
(gran risata)

MESCHINO
Sì signori, sì signori,
e li ho veduti, gli ho toccati:
eran venti, tutti mori
lunghi lunghi, sperticati...
Ma cospetto, ho fatto a pugni...
Mi han dovuto rispettar
(gran risata)
Voi ridete! ... brutti grugni.
Non mi state ad annoiar.
Mia Lisetta, in questa sala
da te sola non venire.
Sono turchi, son corsari
che ti vogliono rapire,
e qui sempre in tua difesa,
poverina, io non sarò.
Se ti portano in Turchia
più sposarti non potrò.

TUTTI
Sciocco! stolido! va via...
La paura ti accecò.
(don Meschino parte)

Scena quindicesima
Agnese, Lisetta, don Alvaro, paesani e paesane.

AGNESE
Basta: più non si badi
alle sue stramberie...

LISETTA
Turchi, pirati
egli è avvezzo a sognar dacché l'istoria
raccontar di don Alvaro ne intese.

ALVARO
Di don Alvaro!

LISETTA
Sì: nota è al paese.
Egli da' Barbareschi
Belmonte liberò: quel simulacro
in onor suo si eresse.
(accennando la statua)

ALVARO
(Oh! rimembranza!
Oh! mia passata gloria!)

LISETTA
Se ne festeggia ogni anno la memoria.
Ma voi siete commosso... Avete forse
quel bravo uom conosciuto?

ALVARO
Io vissi ognora
al fianco suo.

AGNESE
Dunque la storia udirne
grato vi fia. La canterà Lisetta.

LISETTA
Volontier, se vi piace d'ascoltarmi.

ALVARO
O commosso cor mio! Non palesarmi.

Tutti si pongono a vari gruppi intorno a Lisetta.

LISETTA
Il castello di Belmonte
da nessun venìa difeso.
De' corsari esposto all'onte
un bel giorno fu sorpreso...
Ma gran tempo il crudo oltraggio
impunito non restò...
Di don Alvaro il coraggio
gli abitanti liberò.

CORO
Di don Alvaro il coraggio
Gli abitanti liberò.

LISETTA
Al favor di notte oscura,
con drappel di pochi amici
del castel sali le mura,
e fe' strage de' nemici...
Tutta l'isola l'onora
come prode difensor;
ma Belmonte ancor l'adora
come suo benefattor.

CORO
Ma Belmonte ancor l'adora
come suo benefattor.

Durante la canzone don Alvaro si mostra intenerito. Comincia il
ritornello della terza strofa: odesi picchiare alla gran porta. Tutti
sorgono. Esce poi don Meschino.

AGNESE
Han battuto.

ALVARO
E’ forse Carlo
che da Palma alfin qui riede.

LISETTA
Sì: fia desso: io vo' sgridarlo,
da pensar assai ci diede.

MESCHINO
(ritornando)
Mamma Agnese... in questo punto
in calesse un foglio è giunto.

AGNESE e LISETTA
Sciocco!

MESCHINO
Andatelo a vedere.

CORO
(ritornando)
(Scimunito!) É un forestiere
che una lettera importante
reca a voi dalla città.

Scena sedicesima
Picaro e Serafina coperta da un gran velo e detti.

PICARO
(entrando)
(Quanta gente!)

SERAFINA
(Io son tremante.)

CORO
Avanzate: Agnese è qua.

PICARO
Don Fernando a voi m'invia.

ALVARO
(Don Fernando!)

TUTTI
(Che sarà?)

Agnese prende la lettera. Don Meschino e Chiara la pongono in
mezzo e leggono insieme, tratto tratto guardando Picaro e
Serafina. Don Alvaro è in disparte osservando. Tutti gli occhi
sono rivolti verso i forestieri. Picaro e Serafina se ne
accorgono e parlano fra loro.

PICARO e SERAFINA
(Quale inciampo! E qui raccolto
il villaggio tutto intero.)

ALVARO
(Perché mai coperto il volto tien
colei con tal mistero?)

MESCHINO, LISETTA e CHIARA
(leggendo e interrompendosi)
(Segretezza! ... preme molto ...
Bagatella... è un cavaliero ...

PICARO e SERAFINA
(Di timore, e di sospetto
io comincio a palpitar.)

ALVARO
Mille motti io sento in petto
Che non posso a me spiegar.

MESCHINO, AGNESE e LISETTA
(Uh! bisogna usar rispetto,
e badare a non parlar.)
(Agnese si avanza inchinandosi)

AGNESE
Don Fernando il mio padrone ...

MESCHINO
Dirò io... che ho più di senno ...
(ritirandola)
Questa lettera c'impone
di star pronti... al vostro cenno...
vale a dire di alloggiarvi ...
di servirvi... di aiutarvi ...
di sfamarvi a nostre spese
senza averci a ringraziar.
Tosto andate, o mamma Agnese,
cena e letti a preparar.

CORO
(ridendo)
Bravo! Bravo!

MESCHINO
(applaudendosi)
Ah! che ne dite?

PICARO
Grato io sono al vostro zelo.

LISETTA
Signorina, consentite
che l'impiccio di quel velo...

SERAFINA
Non importa...
(interrompendola)

MESCHINO
(per levare il velo)
Eppur, signora...

PICARO
No... non serve. (Va in malora.)
(lo rispinge con indifferenza)

MESCHINO
(a Lisetta)
(Oh. dev'essere ben brutta
se ha ribrezzo a comparir.)

ALVARO
(in disparte)
(Qual riguardo!)

SERAFINA
(piano a Picaro)
(Tremo tutta!)

PICARO
(idem)
(Per pietà non ti scoprir.)
Buona Agnese, la mia figlia
stanca è assai.

MESCHINO
Si regge appena.

PICARO
Congedate la famiglia,
e apportateci da cena.

MESCHINO
Intendeste?

CORO
Inteso abbiamo.

MESCHINO
Salutiamoli e partiamo.

TUTTI
Buona notte, buon riposo.

MESCHINO
Mamma Agnese stiamo all'erta.

MESCHINO, ALVARO, LISETTA e AGNESE
Quel voler restar coperta
mi dà molto da pensar.

PICARO e SERAFINA
Lode al ciel non (fui/fu) scoperta, incomincio a respirar.

TUTTI
Domattina torneremo,
vi verremo ad inchinar.

PICARO e SERAFINA
Grazie, grazie: ci vedremo.
(Né la voglion terminar!)

TUTTI
Buona notte, buon riposo.
Partono tutti i paesani con don Meschino e Lisetta
dalla porta di mezzo; Agnese accompagna Serafino e
Picaro nell'appartamento a destra,- lascia a Picaro il
lume e parte per la porta d'ingresso: in tanto don
Alvaro si ritira infondo alla sinistra.
É notte oscura.

Scena diciassettesima
Chiara giunge frettolosa.

CHIARA
Eccomi alfine... oh! gioia!
Salva ritorno e illesa.
Seconda, o ciel, l'impresa,
confondi il traditor.
Fa che la suora io salvi,
né sveli il genitor.
(entra per la parte ove è entrato don Alvaro)

Scena diciottesima
Picaro esce guardingo dalla sua stanza recando un
lume. Indi Chiara che ritorna con don Alvaro.

PICARO
Alfin la sala è libera:
non corro alcun periglio:
esaminiam le camere,
cerchiamo il nascondiglio,
di don Fernando il foglio
appien m'informerà.
(legge)
"In caso di pericolo… nella gran sala…
una statua… dietro al piedestallo…
un trabocchello… mette ad un'antica
cisterna nota a me solo".
Questa sarà la statua…
Il piedestallo è là….
(va dietro alla statua, e ne visita il trabocchello,
in questo mentre esce Chiara con don Alvaro)

CHIARA
Vieni: e vegliam sul perfido
finché ne giunga aìta.

ALVARO
Io tremo, o Chiara.

CHIARA
Acquietati.
Nessun ti crede in vita.
(in questo esce Picaro e si arresta in disparte sorpreso)

PICARO
(Che ascolto?)

ALVARO
E don Ramiro?

CHIARA
Solo, il mio nome ei sa.

PICARO
(Che far degg'io?)

ALVARO
Respiro.

CHIARA
Fra poco ei giungerà.

CHIARA e ALVARO
Alfin di gioia un raggio
promette il ciel sereno:
delle (tue/mie) figlie in seno
(sarai/sarò) felice ancor.

PICARO
Non mi lasciar coraggio,
o son perduto appieno...
Di allontarli almeno
avvi un ripiego ancor.
(si avanza risolutamente in mezzo a loro, essi si
scuotono al rumore, e vedendolo gettano un grido)

CHIARA e ALVARO
Ah!

PICARO
Tacete... Io tutto intesi.

CHIARA
Scellerato!

PICARO
(con sommissione)
Non temete...
Fui sedotto, è ver, vi offesi;
ma pentito mi vedete.

CHIARA
Tu pentito!

ALVARO
Tu, impostore!

PICARO
Ascoltatemi, signore;
se accordate a me clemenza,
grave arcano io svelerò.
Rivocata è la sentenza,
che a morir vi condannò.

CHIARA e ALVARO
Che mai dici?
Come! quando?

PICARO
Io so ben dov'è il decreto.

CHIARA
Chi lo tiene?

PICARO
Don Fernando...
Ma il briccon lo tien segreto.

CHIARA e ALVARO
Per cavarglielo di mano
quale mezzo adoperar?

PICARO
Minacciar, gridare è vano
l'arte sola può giovar.
(con mistero)
Don Ramiro
(ad Alvaro) voi cercate,
ma lui solo a me guidate...
Per riuscire nell'intento
ci vuol molto accorgimento...
(a Chiara)
Voi, signora, a Serafina
in segreto io condurrò.

CHIARA e ALVARO
Se ci manchi, se c'inganni,
guai per te, tremar tu dei:
sei perduto, morto sei
se infedel ti troverò.
(A fidarsi non ci è male:
tanto fa: fuggir non può.)

PICARO
Non temete ch'io v'inganni:
io detesto i falli miei:
don Fernando ammazzerei
che all'error mi strascinò...
(Il ripiego è originale
da corsaro ve la fo.)

Don Alvaro esce frettoloso per la porta d'ingresso

Scena diciannovesima
Picaro, Chiara, indi Serafina e Coro di dentro.

PICARO
Entrate...
Appena Chiara è sull'uscio dell'appartamento a
sinistra, Picaro le dà una spinta e la chiude.
Ed una in gabbia.
Quest'uscio ancor chiudiamo.
(chiude la porta di mezzo, indi apre l'appartamento
a dritta)

CHIARA
Soccorso, aita! Oh! rabbia!
(di dentro)

PICARO
Scoperto io son: fuggiamo.

CORO
Don Alvaro.
(di dentro)

SERAFINA
(in iscena) Che sento?

PICARO
Mi cercano.
(in iscena)

SERAFINA
Oh, spavento!

PICARO
Coraggio: vieni meco.

VOCI DI DENTRO
Guardie... soccorso... olà.

SERAFINA
Il tuo crudel periglio
raccapricciar mi fa.

PICARO
Segreto nascondiglio
noi troverem colà.

Battono violentemente alla porta d'ingresso, Chiara si
fa sentire a sinistra. Picaro apre il trabocchello indi
rapidamente prende per mano Serafina.

VOCI DI DENTRO
Qui l'impostor sì serra ...
A terra l'uscio, a terra ...

SERAFINA
Il padre, o ciel difendi,
salvalo per pietà.

PICARO
Vieni... fa cor... discendi...
Nessun ci troverà.

Appena Picaro è sceso nel trabocchello con Serafina
La porta d'ingresso si atterra, e si precipitano in scena.
Don Alvaro, don Ramiro, don Meschino, Agnese,
Lisetta, paesani ed Alguazili. Chiara è sentita da don
Alvaro e liberata.

Scena ventesima

CHIARA
Padre!

ALVARO
Figlia!

RAMIRO
Ov'è l'indegno?

CHIARA
Ci ha traditi.

ALVARO e RAMIRO
Oh! avversa sorte!

CHIARA
Si è sottratto al nostro sdegno.

TUTTI
Atterrate quelle porte.
(si apre l'appartamento a destra e lo trovano
vuoto)
Serafina!... Serafina!
Ah! perduta è la meschina.

CHIARA
E' fuggito... Ci ha traditi.

ALVARO
Oh! Sventura!

RAMIRO
Oh! Avversità!

MESCHINO
Se per aria non è ito
nel castel si troverà.

CHIARA, DON ALVARO E DON RAMIRO
Ah! Si cerchi, si confonda,
si punisca il malfattore
Non fia luogo che lo asconda
Che l’involi al mio furore.
Col suo sangue, con la vita
tal perfidia pagherà.
(Se la (sposa/suora/figlia) mi è rapita
il dolor mi ucciderà)

MESCHINO
Presto... un arme da far fuoco...
Precedetemi alla zuffa...
Il briccon vedrà bel giuoco,
gli vogl'io cavar la muffa.
Per la strada più spedita
l'ira mia lo giungerà.
(Gamba mia mi porgi aìta,
procuriam di uscir di qua.)

AGNESE, LISETTA e CORO
Sì: cerchiam per ogni loco
d'alto in basso, sotto sopra,
il castello vada a foco,
ma il fellone si discopra,
ogni strada ed ogni uscita
impedita troverà.
Col suo sangue con la vita
tal perfidia pagherà.

ATTO SECONDO

Interno di un'antica cisterna. In fondo, da un lato, avvi
una porta chiusa, dall'altro un'apertura che mette ad una
scala fatta a chiocciola, la quale fingesi che termini ad
altri corridoi più alti del castello, e al trabocchello della
statua ove Picaro si è celato con Serafina. Da una parte e
dall'altra rovine, arcate, e nascondigli. É notte.

Scena prima
I pirati sono distesi a vari gruppi qua e là dormendo.
Esce Spalatro frettoloso dalle rovine.

SPALATRO
(sommessamente)
Capitano! ...

TUTTI
(svegliandosi)
Che avvenne?

SPALATRO
Ascoltate...
Siam vicini a vederci assaliti...
Le rovine son tutte occupate,
chiusi i passi che guidano al mar.

TUTTI
Ah'

GENNARO
Silenzio! ... qualcun ci ha traditi...
Forse Picaro ... è desso senz'altro...
Si, stamane è sparito lo scaltro...
Quest'asilo fia corso a svelar.

TUTTI
Si deluda quel vil traditore,
al riparo conviene pensar.

GENNARO
Il riparo è nel nostro valore,
ogni rischio bisogna sfidar.

TUTTI
Sì, coraggio, corriamo all'ingresso,
agli arcier s'impedísca l'accesso;
se sforzato è l'angusto passaggio
sul castello dobbiamo piombar.
Il riparo è nel nostro coraggio,
ogni rischio dobbiamo sfidar.
(i pirati corrono a destra fra le rovine)

Scena seconda
Spalatro, Gennaro, indi don Meschino fra i pirati, per
ultimo Chiara.

GENNARO
Spalatro, dal mio fianco
non ti partir: se mai soccomber dessi,
noi fuggirem per le segrete scale
onde al castel si sale. In quella parte
non troverem nemici: essi fian tutti
uniti e intenti a ricercarci abbasso.
(odesi di dentro un colpo di pistola)

SPALATRO
Qual colpo!
(esce don Meschino)

MESCHINO
Aiuto!

PIRATI
Arresta.

MESCHINO
Io son di sasso.

GENNARO
Chi sei? Chi ti condusse,
temerario, qui dentro?

MESCHINO
Io son... Ma piano,
voi mi strozzate in gola
la voce e la parola. Io son... signori...
nipote di mio zio Correggidore,
per amore cangiato in pescatore.

GENNARO
Ah! ah! tu sei nipote
del zio Correggidor... Venivi dunque,
o briccon, a spiar i fatti nostri!

SPALATRO
Tu sei degli alguazili il Condottiere.

MESCHINO
No, signori, io non faccio un tal mestiere.
Né di voi sono in traccia
paesani e alguazili: ei van cercando
di un tale don Fernando
la pupilla rapita da un briccone,
ed io mi univa a lor per compassione.

Mentre i corsari son tutti occupati intorno a Meschino
esce Chiara innosservata dal fondo, e vedendo il
pericolo traversa la scena rapidamente, e si disperde
fra la sinuosità dei sotterranei.

GENNARO
E avesti tu l'ardire
d'entrare in questo luogo?

MESCHINO
Io non credea
di trovarvi si nobil compagnia...
Chiara... e la sposa mia
fur le prime ad entrar: videro aperto
un sarcofago antico, e sospettando
che il rapitor si fosse qui celato...
mi hanno seco condotto e strascinato.

SPALATRO
Ove son'esse?

MESCHINO
In verità che al buio
fra tanti laberinti io le ho perdute,
e cercando le gìa,
quando costor mi si affacciar per via.

GENNARO
Spalatro, corri tosto
delle curiose in traccia, e custodito
ogni passaggio sia. Costui qui resti,
fin che certi del ver fatti non siamo.
Se fa un passo si uccida... Amici andiamo.
(partono tutti i pirati)

Scena terza
La scena resta oscurissima; una sola lanterna pende
da un sasso in fondo. Don Meschino indi Chiara.

MESCHINO
Buona notte! ...Son cotto,
di qui non esco più.

CHIARA
(dal fondo) Sono partiti...
Qualche uscita cerchiam.

MESCHINO
L'avea pur detto
che ci eran dei corsari.

CHIARA
Alcun qui parla.

MESCHINO
Intesi un calpestio.

CHIARA
Don Meschino!

MESCHINO
Che! Voi!

CHIARA
Zitto: son io.

MESCHINO
Ah! signora, l'abbiam fatta!
questa è tana di pirati:
siam già belli e sotterrati
anche prima di morir.

CHIARA
Se Lisetta si è sottratta
alla vista de' corsari,
noi possiam trovar del pari
un ripiego per uscir.

MESCHINO
Così fosse! Ma i furfanti fan
la ronda d'alto in basso.

CHIARA
Non importa: andiamo avanti,
ci apriremo a forza il passo.

MESCHINO
Noi!

CHIARA
Sì, noi.

MESCHINO
Eh via, scherzate!
Ci saranno schioppettate.

CHIARA
Se vacilli, se hai spavento,
qui rimani: io sola andrò.

MESCHINO
Ah! fermatevi un momento.

CHIARA
Vieni dunque.

MESCHINO
Adagio un po'.

CHIARA
Deh! tu guida il piè smarrito,
m'apri un varco, o ciel, che invoco:
nell'orror del dubbio loco
m'accompagni il tuo favor.

MESCHINO
Se qui resto, son servito...
S'esco fuori ... oh il brutto gioco!
Là in padella... qua nel foco.
Non ne sorto con onor.

CHIARA
Su, risolvi, all'abbandono.

MESCHINO
No, perbacco! Ho risoluto.

CHIARA
Bada bene!

MESCHINO
Fermo io sono.

CHIARA
Stammi al fianco.

MESCHINO
(Gamba aiuto.)

CHIARA
Sorte amica all'ardimento
Il sentiero ne aprirà.

MESCHINO
Ah! se giungo a salvamento
Un miracolo sarà.
(s'internano nei sotterranei)

Scena quarta
Picaro e Serafina. (Scendono dalla
scala in fondo alla cisterna.)
(Dall'alto.)

SERAFINA
Dove mai mi conduci? In mezzo a tanti di
sotterranee vie ravvolgimenti non
c'innoltriam di più.

PICARO
Scendi: siam giunti
in più capace loco.
Non paventar... (Parmi imbrogliato il gioco.)
Che vedo?...
(a basso)
non m'inganno ...

SERAFINA
Che fu? smarrito sei! ...

PICARO
Nulla ... Mi lascia
riflettere... esplorar...
(Ah! de' compagni
è questo il nascondiglio...
Se partiti non sono, affé, sto fresco...
É un prodigio se n'esco ... )

SERAFINA
Ebbene... o padre?

PICARO
Ebbene, o figlia mia... Io qui non trovo...
di sortir la via.

SERAFINA
Miseri noi!...

PICARO
Quel lungo corridore
mette forse all'aperto ... esaminarlo
prontamente conviene ... in questo luogo
aspettami tranquilla...

SERAFINA
Oh! cielo! E vuoi
che qui sola io rimanga?

PICARO
Un sol momento
fin ch'io di te più pratico... non veda...
ove conduce quella volta oscura...
(Fosser partiti! ... ) non aver paura.
(si disperde a sinistra)

Scena quinta
Serafina sola.

SERAFINA
Quale orrendo soggiorno!
Qual funesto destin! ... Che mai sarebbe,
sventurati, di noi, se via di scampo
non ritrovasse il padre? O tu, che forse
della mia fede dubitando vai...
O sposo mio! ... Ti rivedrò giammai?
Fra quest'ombre, in questo orrore
io t'invoco, amato bene.
Ma, infelice! a te non viene
il sospiro dell'amor...
Va smarrito non sentito
fra quest'ombre, in questo orror.
(odesi strepito dai sotterranei)
Ciel! ... qual fragore ascolto?

VOCI DI DENTRO
Avanti.

SERAFINA
Ahi! lassa!
Il padre fu scoperto.

Scena sesta
La cisterna si rischiara, ed escono Gennaro e Spalatro
seguitati dai corsari che portano seco Chiara,
don Meschino, Lisetta; indi Picaro.

GENNARO
Più non ci fuggirete, io ve ne avverto.
Che miro! ... un'altra donna?...

SERAFINA
Padre! ... ah! padre! ... ove sei?...

Esce Picaro si ferma in fondo al teatro.

GENNARO
(afferrandola per un braccio)
Qua signorina.

PICARO
(Son dessi.)

CHIARA
Ah! Serafina!
(riconoscendo Serafina)

LISETTA
In man degli empi anch'essa!

MESCHINO
Oh! questa è bella.

CHIARA
Lasciatemi, crudeli... O mia sorella!

SERAFINA
Io... Tu! ... Che dici?... Ahi, lassa!
Chi son costoro?

CHIARA
De' pirati in mano
ti diede un traditor; non è tuo padre
l'indegno che seguisti.

SERAFINA
Oh! tradimento!

CHIARA
Picaro è il nome suo.

PIRATI
Picaro!

PICARO
(Ardire!
Facciam pria di morire
qualche cosa di buono.)

GENNARO
(minaccioso)
Ov'è colui?

PICARO
(svelandosi)
Eccolo, e mille piastre ei reca a voi.
(gitta la borsa che li diede don Fernando)

GENNARO
Mille piastre!

PICARO
Prendete, ed ammirate...
ma costei rispettate ... un gran Signore
(con importanza)
l'ha confidata a me ...
Vi dirò poi perché ... saper vi basti,
che una miniera d'oro abbiam trovato.

PIRATI
Bravo! Picaro, bravo!

SERAFINA
Ah! scellerato!
Io tua preda! ... Oh! mio dolore!
Io tua schiava! Oh! nera insidia!
La mercé di tua perfidia
la mia man ti toglierà.

SPALATRO e GENNARO
Non si badi al suo furore.

PICARO e PIRATI
Passerà... si adatterà.

SERAFINA, CHIARA, LISETTA e MESCHINO
Ciel, se soffri il traditore il tuo fulmine che fa?

GENNARO
Ehi! Nel nostro magazzeno la
furente chiusa venga.

I pirati la separano da Chiara.

SERAFINA e CHIARA
Ah! spietati... unite almeno...

PICARO
Compagnia costei le tenga.
(accennando Lisetta)

MESCHINO
Buona notte, o mia Lisetta.

PIRATI
Sian divisi.

SERAFINA, CHIARA, MESCHINO e LISETTA
Oh, crudeltà!

Mentre i pirati respingono Chiara e Meschino, Picaro
coglie il tempo d'avvicinarsi a Serafina e le dice.

PICARO
Taci... Fingi... e in pace aspetta...
Tutti avrete libertà.
(Serafina gitta un grido di sorpresa. Picaro le
accenna di tacere)

SERAFINA
(Saria possibile! O ciel pietoso!...
Non so che credere, parlar non oso...
Poss'io fidarmi del traditor!
Ah! che spezzarmi io sento il cor.)

PIRATI
Presto, sbrighiamoci vi dividete.

SERAFINA, MESCHINO, LISETTA e CHIARA
Addio.

PICARO
(sottovoce a Serafina)
Consolati, salvi sarete.

SERAFINA
(confortata)
Con alma forte, sfidiam la sorte
un dì saremo felici ancor.

SERAFINA, MESCHINO, LISETTA e CHIARA
Ah! che spezzarmi io sento il cor.

Serafina e Lisetta sono condotte in fondo al teatro, e rinchiuse.

Scena settima Picaro, Gennaro, Spalatro e pirati.
Chiara e don Meschino in disparte afflittissimi.

GENNARO
Picaro, allegramente!
Bella preda che hai fatta!

SPALATRO
I più furfanti
sono i più fortunati.

PICARO
Da banda i complimenti.

CHIARA
(Oh! scellerati!)

MESCHINO
(Per carità, tacete,
altrimenti siam iti.)

GENNARO
Or che ci desti
prova della tua fede, e il tuo guadagno
dividesti con noi, giustizia vuole
che delle nostre spoglie
abbi tu parte ancor.
(prende la cassetta che aveva Picaro nel primo atto)

SPALATRO
(ridendo)
Il bel presente,
capitan, che gli fai!

GENNARO
Prendi, Picaro.

PICARO
Ah! ah! nulla mi dai.
Questa magra cassetta
era già mia, che la trovai stamane
sulla spiaggia del mar.

CHIARA
(Cielo! son quelle
di mio padre le carte.)

PICARO
(legge le carte della cassetta)
Algeri... Eccettera...
Che diavolo!… Una lettera…
Prove dell'innocenza
(forte verso Chiara: ella si accosta)
di don Alvaro… Oh! vedi il buffoncello
come si va accostando
a questi scartafacci, e li contempla
con desiderio e amore,
che sembra figlio di un procuratore!
Anch'io mostrar mi voglio
(in aria di scherzo)
generoso e gentil...prendi, ragazzo,
te ne faccio un presente.

CHIARA
Oh! gioia!

GENNARO
Egli è davver riconoscente.
Ma lasciamo gli scherzi,
e pensiamo a partir... tranquillo è il mare,
alta è la notte: esaminiam se sgombra
è d'arcieri la via.

MESCHINO
Non dubitate...
Nessun sa che qui siate...
Cercan solo di lui...
(accennando Picaro) partite pure,
e lasciateci andar a casa nostra
in grazia dell'avviso salutare.

GENNARO
Ve' il bravo consiglier! Non lo sperare.
Picaro, mentre andiamo a far la ronda,
veglia sui prigionieri.

PICARO
Andate, andate.
Che sono in buone mani.
(piano a Chiara)
(Coraggio!)

CHIARA
(Qual parlar!)

MESCHINO
(Barbari! cani)

Gennaro, Spalatro e i pirati si allontanano.

Scena ottava
Picaro, Chiara e don Meschino.
Appena partiti i pirati, Picaro va in fondo al teatro ascoltando
attentamente se si allontanano. A poco a poco va
mancando il rumore dei passi loro.

MESCHINO
Chiara!... Ebbene? Questa volta
siamo in trappola davvero.

CHIARA
Ho la mente sì sconvolta che
non so se temo o spero.

PICARO
(Niun mi vede, niun mi ascolta, si
eseguisca il mio pensiero.)

MESCHINO
Se non moio di spavento
mai più certo io non morrò.

CHIARA
Ma son pronta ad ogni evento,
né di cor mi perderò.

PICARO
(Se riesco nell'intento
galantuomo ancor sarò.)
(Picaro dopo essersi assicurato che i pirati sono
lontani corre guardingo a Chiara ed a Meschino)
Ascoltate.

MESCHINO
Ahi! ahi! ci siamo.

CHIARA
Che pretendi?

PICARO
Non temete.
Liberar, salvar vi bramo...

CHIARA e MESCHINO
Tu!... Possibile!

PICARO
Attendete!
(va ad aprire la porta ove sono chiuse
Serafina e Lisetta)

MESCHINO
Fa davvero.

CHIARA
Oh, ciel! Che fia?

Scena nona
Picaro conduce fuori Serafina e Lisetta.

CHIARA
Mia sorella!

SERAFINA
Chiara mia.

CHIARA, SERAFINA, LISETTA e MESCHINO
Siamo liberi! Oh, contento!
Ti vegg'io! ... Son fuor di me.

PICARO
Moderatevi un momento,
pensar pria... studiar si de'.
(tutti porgono orecchio)
Per sentier, ch'io sol conosco,
Serafina io qui guidai;
ma confuso, all'aer fosco
io la porta ne serrai:
di sforzarla di atterrarla
ogni mezzo tenterò.
(a don Meschino)
tu frattanto colà fuore
veglia attento in sentinella:
al più piccolo rumore
(a Chiara)
voi chiudete questa e quella;
me chiamate, e prontamente
al riparo accorrerò.
Intendeste?

CHIARA, SERAFINA e LISETTA
Ottimamente.

MESCHINO
Quatto, quatto io là starò,

CHIARA, SERAFINA, LISETTA, MESCHINO e PICARO
Presto all'opra... non si tardi ...
Occhio a tutto ed avvertenza ...
Un indugio, un'imprudenza,
palesar, tradir ci può.
(Meschino s'interna nei Sotterranei. Picaro
ascende la scala)

Scena decima
Serafina Chiara e Lisetta.

SERAFINA, CHIARA e LISETTA
Tremante, smarrito
fra speme e sospetto,
mi balza nel petto,
mi palpita il Cor.

Odesi dall'alto Picaro che rompe la porta.

SERAFINA
Ascolta...

LISETTA
É salito.

CHIARA
La porta già fiede.

SERAFINA
Resiste...

LISETTA
Non cede...

CHIARA
Oh, pena!

LISETTA
Oh, terror!
Tremante, smarrito
Fra speme e sospetto,
mi balza nel petto,
mi palpita il cor.

Scena undicesima
Picaro scende rapidamente, seguito da don Ramiro e
dagli Alguazili ecc. Indi esce don Meschino dai sotterranei.

CHIARA
Silenzio! Alfine ei scende

LISETTA
Solo non è.

SERAFINA
Che miro?

PICARO e RAMIRO
Coraggio.
(dalla scala)

CHIARA, LISETTA e SERAFINA
Don Ramiro!

MESCHINO
Quai gridi! ... Ebben, che ci è?
(dai sotterranei)

LISETTA
(additando Picaro e Ramiro che scendono)
Osserva.

MESCHINO
Evviva, evviva.

SERAFINA, CHIARA e RAMIRO
(Sposo!/Sposa!) Chiara!

MESCHINO
Siam salvi affé.

RAMIRO
Ah! non credea, mia vita,
più rivederti mai.
Quanto per te penai,
gioisco alfin per te.
No, non sarai rapita
un'altra volta a me.

CHIARA, LISETTA e SERAFINA
Oh! gioia! Oh! bel momento!

MESCHINO
Bravo corsar davvero!
(abbraccia Picaro)

CHIARA, LISETTA, SERAFINA e RAMIRO
(a Picaro)
Ah! sì, del mio contento
tu sei l'autor primiero...

PICARO
L'affanno ch'io vi costo come compenserò?
(tutti circondano Picaro e lo accarezzano)

RAMIRO, CHIARA, SERAFINA e LISETTA
Ah! Ti renda il ciel clemente
la mercé del tuo favore.
Ogni offesa ed ogni errore
sì bell'opra cancellò.

PICARO
Poiché il fato mi consente
ch'io vi renda al genitore,
non odiate un malfattore,
e premiato appien sarò.

MESCHINO
Oh! ci è pur la brava gente
Che non ha così buon core.
A mio zio correggidore
la tua grazia io chiederò.

Don Meschino, Serafina, Chiara e Lisetta partono rapidamente
perla scala infondo alla cisterna. Rimangono Picaro e don
Ramiro cogli Alguazili.

Scena dodicesima
Picaro, don Ramiro e guardie.

RAMIRO
Picaro, or noi corriamo
Dei pirati sull'orme.

PICARO
In questo loco
ritorneran fra poco
a prendere il bottino, e ad imbarcarsi
andranno adirittura
ove la via del mar veggan sicura.
Aspettarli qui giova, ed assalirli
all'impensata.

RAMIRO
Custodir l'ingresso
pria di tutto conviene.

PICARO
Udir mi sembra
lontano calpestio: fra le rovine
a celarci corriamo.

RAMIRO
Non si faccia rumor. Coraggio.

PICARO
Andiamo.

Appena son essi partiti, odesi di dentro il rumore della zuffa, e il
suono di alcune fucilate. In questo si muta la scena.

Spiaggia di mare, come nell'atto primo.

Scena tredicesima
Odonsi dalle rovine e dagli scogli dei colpi di fucile.
La scena è piena di paesani, che armati corrono al mare.
A poco a poco il rumore va cessando, ed escono i pescatori,
uomini e donne tutti lieti e contenti.

CORO
Vittoria, vittoria!...
Son vinti, son presi!...
Da veri demonii
si sono difesi...
Ma l'armi gettarono…
legati son là...
Alfine quest'isola
sicura sarà.

Scena quattordicesima
Don Ramiro con gli Alguazili da un lato,
don Meschino dall'altro; indi Serafina, Lisetta, don Alvaro ecc.

MESCHINO
Don Ramiro... accorrete... ci son
degli altri guai... Chiara in
fumo ne andò.

RAMIRO
Che dici mai?
Quando incontro ai pirati
io corsi alla marina
al fianco la lasciai di Serafina...

MESCHINO
C'era... ma in quell'imbroglio, in quel trambusto
chi sa dove sparì?... forse è rimasta
estinta anch'essa nel combattimento,
o in man d'altri corsari.

RAMIRO
O tristo evento!
E fia ver, Serafina?

SERAFINA
Ah! sì... fu vana
ogni inchiesta finor... Non si è scoperta
orma de' passi suoi.

ALVARO
O Chiara, ove Sei tu?

Scena quindicesima
Chiara e Picaro compariscono dalle rovine dietro
il sarcofago

CHIARA
Chiara è con voi.

ALVARO
Figlia!

SERAFINA
Sorella!

RAMIRO
Oh! gioia!

MESCHINO
Di nuovo in quelle tane?

CHIARA
Ivi io scordai
le preziose prove
dell'innocenza tua; per ricovrarle
con Picaro discesi un'altra volta
in quell'orrido speco.
Mi secondò fortuna, e a te le reco.
Prendi, o padre; il tuo gran nome
far palese alfin ti lice;
onorato e appien felice
te la patria ancor vedrà.
Sul tuo vil calunniatore
la vendetta piomberà...

ALVARO e SERAFINA
Oh! contento!

RAMIRO
O nobil core!

MESCHINO, LISETTA e CORI
É un folletto in verità.

ALVARO
Don Fernando ...

RAMIRO
Il traditore
è già in ceppi

TUTTI
Morirà.

CHIARA
(a Picaro)
Tu che al sentier d'onore
facesti omai ritorno,
in sì ridente giorno.
Non paventar per te.

TUTTI con CHIARA
Avrai dal tuo buon cuore
piena da noi mercé.

PICARO
Grato a sì gran favore,
vi giuro eterna fé.

CHIARA
Non più perigli
non più timori;
ormai respirano
i nostri cori;
in gioia stabile
il duol cangiò.

CHIARA e seco TUTTI
Le mie speranze
son paghe appieno
alfin sereno il ciel brillò.

CORI
In gioia stabile
Il duol cangiò.

FINE

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