Vincenzo (Salvatore Carmelo Francesco) Bellini

(1801-1835)

Bianca e Fernando

r. Bianca e Gernando
Melodramma in 2 Atti, è stato rappresentato a Genova il 7 aprile del 1828

Personaggi

Bianca (Soprano), Fernando (Tenore), Carlo (Basso), Filippo (Basso), Clemente (Basso), Viscardo (Contralto), Uggero (Tenore), Eloisa (Soprano); damigelle di Bianca, primari e soldati d'Agrigento, soldati di Fernando, araldi, scudieri, paggi, popolo

ATTO PRIMO

Atrio della Reggia. Aldilà dell'atrio, ve­duta della città
e del porto di Agrigento.

SCENA PRIMA
Appare l'aurora.

CLEMENTE
Ten fuggi orrida notte!... Ah teco traggi
Quanti destar sapesti,
Ne la mia mente, atri pensier funesti...
No… più dubbio non v'ha... Carlo, t'intesi...
E ancor per l'aer romba,
Dell'empio il nome, che ti chiuse in tomba...
Vuoi vendetta? L'avrai... Ma invan deliro...
Braccio che vai, di vigoria se privo?
Stromento inutil fora. Ma che!...
(Vede approdare una nave).
Muove
Di guerrieri un drappel ver queste sponde?...
Estrania gente parmi.
Inosservato scorgerò, qui attento,
Qual ragion la sospinga in Agrigento.
(Si rimane in disparte).

SCENA SECONDA
Sorge il sole. Scende al lido Gernando con
Uggero, ed i capi del suo seguito. .

GERNANDO
Questa è mia Reggia! Alfin vi giunsi! Oh gioia!...
Felice io son!... Che dissi?... Ah qual trasporto,
Femmi obbliar, ch'io premo or quella terra,
Che dell'amato padre il cener serra!

CLEMENTE
(fra sé)
Gernando!... Oh Ciel!...
Possibile!...
In questo suol?
Qual giubilo!...
Ah fosse ver...
Che palpito!
Sorte, a me il guida?...

UGGERO E CORO
Sgombra quel duol,
Serenati.
Sei nel tuo suol,
Confortati,
L'alta ragion
Rammentati,
Ch'or qui ti guida!

GERNANDO
A tanto duol,
Quest'anima
Langue; il vigor
Già mancale;
Ahi qual ragion
Infausta,
Or qui mi guida!

UGGERO E CORO
Ov'è il tuo cor
Intrepido?
Ove il valor
Magnanimo?
Non ti sovvien,
Che vindice,
Qui il Ciel ti guida?

GERNANDO
Sì... A vendetta qui adulto ritorno!...
Presso è l'ora! In me riede il coraggio!
Tremi il perfido!... Apparve quel giorno,
Che pagar de' col sangue l'oltraggio!
Il brando immergere
Nel traditore;
Dal petto svellere
Quel cor, saprò!
Vedrò ne' gemiti
Del suo dolore,
Spegner l'ingiuria,
Che mi recò!
Fra pianti e spasimi
Misti d'orrore,
La spoglia esanime
Cader farò!

CORO
Vedrem ne' gemiti
Del suo dolore, Spegner l'ingiuria,
Spegner l'ingiuria
Che ti recò!

GERNANDO
Uggero sol, non altri meco resti:
Voi, su le navi andate,
Né qui, senza un mio cenno, il piè portate.
(Partono i seguaci).

CLEMENTE
Sì è desso

UGGERO
Un veglio!

GERNANDO
Giusto Ciel! Clemente!

CLEMENTE
Gernando!...

GERNANDO
Ah taci!... Ogni altro tal mi creda
Qual da fanciul men vissi in lido estrano.
Me tu conosci sol, che in Lusitania,
Quando del padre, messagger venisti,
Miti svelai. Ch'io son, promulga ordunque,
Adolfo, apportator dell'atra nuova,
Che Gernando morì.

CLEMENTE
Ben divisasti...
Ah tu non sai...

GERNANDO
T'intendo,
Dir mi vuoi che Filippo, dello sposo
Di Bianca, vil scudiero, il regno tormi
Brama?... Ch'ella al suo talamo
Orbato di recente
Del Duca di Messina, alzarlo ha in mente?...
Tutto m'è noto!... Indegna
Figlia di Carlo!... Ma del padre mio,
Dimmi, o Clemente, come
Seguì la morte?

CLEMENTE
In quella notte orrenda,
Che presente m'è ognor, sebben sei lune
Già si compir, un grido
Feral destommi, e da per tutto udia:
Carlo morì: Corro a bagnar di pianto
L'esangue spoglia!... Ma non fu concesso!...
A ognun Filippo contendea l'ingresso!

GERNANDO
Che sento!... E Bianca ov'era?

CLEMENTE
In quel soggiorno
Villeresco, ov'ancor si tiene.

GERNANDO
Adunque
In questa Reggia...

CLEMENTE
Il piede
In brev'ora porrà.

GERNANDO
Venga. L'attendo.

UGGERO
Signor talun si appressa.

GERNANDO
Chi fia?

CLEMENTE
Viscardo, lo scudier più fido
Di Filippo...

GERNANDO
Viscardo!
Colui, che al Tago in riva
Più fiate questo acciar salvò da morte?
Anco a lui son ignoto!... Ah sì, ch'ei fia
Securo braccio alla vendetta mia!

CLEMENTE
Ti scorga il Ciel nel grand'evento!
(Parte).

SCENA TERZA
Gernando, Uggero, e Viscardo.

GERNANDO
Al seno
Accoglimi Viscardo...

VISCARDO
Adolfo!... Ah come in queste arene?

GERNANDO
All'Anglo
Rege, commiato chiesi,
Allor che doma Scozia appien gli resi;
E alle Sicanie sponde,
Insiem co' prodi miei volsi le prore,
Ond'offrir a chi 'l voglia il mio valore.

VISCARDO
Di render pago il tuo desio prometto.
Molta, Filippo, ha fede in me. Raguna
Ei gente d'arme.

GERNANDO
E la ragion?

VISCARDO
N'è il soglio,
Che, Carlo estinto, a lui venir potria
Conteso da Gernando...

GERNANDO
Inutil tema
Più non respira.

VISCARDO
Ed è mai ver?

GERNANDO
Mel credi.
Per la suora, un suo foglio io serbo.

VISCARDO
A noi
Viene Filippo. Parti,
E ti guarda per or dall'inoltrarti.
(Gernando parte con Uggero).

SCENA QUARTA
Viscardo, e Filippo con guardie.

FILIPPO
Viscardo, or ora al porto,
Estrania gente giunse: qual n'è il Duce?
E in questi lidi, qual ragion lo adduce?

VISCARDO
Dall'Anglia e' vien. Brama servir. M'è amico,
E, per te, lieta e grata nuova arreca..
(Guardando intorno).
L'argin più saldo hai superato, e vinto.

FILIPPO
Che mai?... Palesa... dì...

VISCARDO
Gernando è estinto

FILIPPO
Estinto!.. che ascoltai!..
Gernando in braccio a morte!.
A no, sì. lieta sorte
Non osa il cor sperar!
Il Duce ov'è?... Si trovi...
Si guidi al mio cospetto...
(Parte Viscardo).
Già torna il río sospetto
La mente a funestar!
Da che tragge. suoi dì
Carlo sepolto,
Men vivo ognor così
Fra pene avvolto!...
Ah fosse ormai pur ver,
Che 'l figlio è spento!
Più non dovrei temer
Sinistro evento!
Cadrebbe il genitor
Tosto al mio sdegno!
Potrei goder allor
Tranquillo il regno!
E Viscardo indugia ancor...
Quanto è lento il suo venir...
Più mi rende incerto il cor...
Ciel! che barbaro martir!...
Cessa crudel pensiero
Di tormentar quest'alma!
Ah! quando sarà vero,
Che pace aver potrò!

SCENA QUINTA
Filippo, Viscardo, Gernando, ed Uggero

VISCARDO
È quegli il mio Signor. A lui t'avanza.

GERNANDO
(Ecco l'indegno!... Alla sua vista io fremo!).

FILIPPO
Chi sei?

GERNANDO
Guerrier son di ventura. Il nome
È Adolfo. Là del Mincio
In riva ebbi la cuna,
È 'l mio cor è maggior di mia fortuna.

FILIPPO
Donde certezza avesti
Che Gernando morì?

GERNANDO
Spirar lo vidi
Io stesso.

FILIPPO
Dove?

GERNANDO
Della Scozia, tomba
Gli è il suolo. Quivi da mortal ferita
Cadde trafitto, ché per l'Anglia il ferro
Ei pur rotava in campo.
Nell'estremo suo duolo, un foglio trasse,
E appena ebbe a me detto,
Che qui ponendo il piede,
Nol dessi che alla suora;
Per la gran piaga esce lo spirito fuora.

FILIPPO
Oh caso atroce, e crudo!...
(Con simulato duolo).
Chiude sigillo il foglio?

GERNANDO
No.

FILIPPO
Mel porgi.
(Gernando gli dà il foglio.
Filippo apre con ansietà e legge).
«Gernando alla germana:
In cruda doglia io moro,
Lunge da' miei più cari;
Ama il padre; l'adora;
Ed il tuo affetto immenso,
Nella perdita mia gli dia compenso».
(Di Gernando son le cifre...
Le ravviso... Alfin mi sento
D'ineffabile contento
Tutta l'alma inebriar!).

GERNANDO
(Di mia morte già l'iniquo
Gode, esulta!... ah scellerato!...
No; Gernando invendicato
Non morì!... dovrai tremar!).

VISCARDO
(a Filippo)
(Deh quel giubilo reprimi,
Sappi ancora simular).

FILIPPO
Taci, e serba occulto il foglio,
Pria che Bianca a me fia sposa.

GERNANDO
Ne' miei detti ormai riposa,
Sarò fido esecutor.

FILIPPO
Servir brami?

GERNANDO
Se il desio?

FILIPPO
Pugnar vuoi?

GERNANDO
Per Agrigento.

FILIPPO
Sarai dunque, tel consento,
Suo campione, e difensor.
Va, ti unisci a' tuoi guerrieri,
Fa con essi a noi ritorno,
La tua schiera a questo giorno
Nuova fama arrecherà.
(Suono di trombe).

VISCARDO
(a Filippo)
Odi, squillano le trombe,
Vanne Bianca ad incontrar.

FILIPPO
Vado...
Udisti?
(a Gernando).

GERNANDO
Il cenno appresi.

FILIPPO
E sarai?

GERNANDO
Fedele. Il credi.

FILIPPO
(Mai nel petto non intesi
Tanto il core giubilar).

GERNANDO
(Tu speri, o superbo,
Vederti in quel soglio;
Già pieno d'orgoglio,
Ti credi regnar!...
Ma trema!... Quel soglio,
Fia tomba per te!).

FILIPPO
(Il fato m'arride:
Sovrano già sono:
Securo nel trono,
Mi posso bear!...
Oh. gioia!... Quel trono,
Ch'è solo per me!).

VISCARDO
(Lo spigne il contento
Già fuori di sé!).
(Filippo parte colle sue guardie, Gernando con
Uggero ritorna alle sue navi).

VISCARDO
All'annunzio feral, veder mi parve,
Lieto Filippo, meditar la morte
Di Carlo, che prigion fra ceppi serba!...
Dunque!... se mai!... che far dovrei?... macchiarmi
Di nuove infami colpe?...
Ah no!... Pel caso atroce,
Trovar saprà ben altro cor feroce!...
Ma eletto stuol giulivo,
Qui vien, di Bianca a festeggiar l'arrivo.

SCENA SESTA
Clemente, Eloisa, Grandi, e Damigelle.
Voci di popolo vicino l'atrio.
Viva Bianca. Viva ognor...

TUTTI
A quel grido sì festivo,
Che su l'ali, qual foriero,
Vola, e apporta il grato arrivo,
La sua gioia acquista il cor.

CLEMENTE
Langue, e geme questo cor.

SCENA SETTIMA
La Duchessa accompagnata da Filippo,
e preceduta dal popolo, e dalla Guardia
Ducale.

POPOLO
Viva Bianca. Viva ognora
D'Agrigento il gran sostegno;
Viva ognor di questo regno
L'alta speme, e lo splendor.

TUTTI
Su festeggi, e tutta eccheggi
Di piacer la Reggia intorno;
Sia pur sacro questo giorno
Al contento, ed al goder.
Più non tornino gli affanni
Ad ombrar di Bianca il viso,
Ma si vegga sempre il riso,
Su quel labbro riseder.

BIANCA
Miei fidi amici, al vostro amor son grata;
Non più. Cessi il clamor. Ciascun m'ascolti:
Ogni stato, ogni prence,
Contende il mio riposo,
Poiché me vede orba di padre, e sposo.
Troncar perciò decisi un tanto ardire
Ponendo un difensor del trono a parte,
Che voi servar ben sappia
D'ogni avvenir funesto.
Scelto già fu da me. Filippo è questo.
Per lui, che in sen racchiude
Virtude, ardir, valore,
L'antico suo splendore
Il regno acquisterà.
Crudo e fatal periglio
Temer più non dovrete;
Ma impallidir vedrete
Chi l'armi qui addurrà.

CORO
Per lui, che in sen racchiude
Virtude, ardir, valore,
L'antico suo splendore
Il regno acquisterà.

BIANCA
Godrà l'alma
Dolce calma,
Con tal prode a me consorte;
Seco a lato,
Desolato
Il mio cor non mai vedrò.
Più non gemo,
Più non temo
Il rigor d'avversa sorte;
Il tormento,
Pel contento,
Si disperse e dileguò.

CORO
Le vicende
Più tremende,
Dissipar vedrem dal Forte,
Che regnando,
Che pugnando
Noi felici render può.
(Suono di trombe).

SCENA OTTAVA
Approdano le navi di Gernando il quale
discende con Uggero, ed i suoi guerrieri.

FILIPPO
Mira, o Bianca, per tua gloria,
Stuol guerriero a te presento;
Pronto allarmi, ed al cimento,
Con valore pugnerà.

CORO
Vieni, scendi, e qui sofferma,
Prode stuolo valoroso;
La sua pace, il suo riposo,
Dal tuo brando ognun si avrà.
Splenderà, per te, più saldo,
D'Agrigento il nuovo soglio;
Certa morte ogni ribaldo
Nel tuo ferro troverà.

GERNANDO
(Ciel! chi veggio! qual momento!).

BIANCA
(a Filippo)
Il lor Duce?

FILIPPO
(a Gernando)
T'avvicina.

BIANCA
Cavalier, a me t'avanza.

GERNANDO
Obbedisco...

BIANCA
(Qual sembianza!).

FILIPPO
(Che! si turba!).

GERNANDO
(Forza, o cor!).

BIANCA
Donde vieni?

GERNANDO
Dal Tamigi.

BIANCA
Là pugnasti?

GERNANDO
E trionfai.

BIANCA
L'idea cara del germano,
Che fu ognor da me lontano,
Mi ridesta il tuo valor.
Ah Gernando!... Ah dove sei?

FILIPPO
(Qual pensiero!).

GERNANDO
Chi?... Gernando?...

BIANCA
Tu il conosci?

GERNANDO
Si.

BIANCA
Potrei
Nuova alcuna udir da te?

FILIPPO
Là del Tago in sulle rive,
Disse Adolfo, che sen vive...

BIANCA
Parla... dimmi... il genitore
Sel rammenta?

GERNANDO
In ogn'istante.

BIANCA
E di Bianca?

GERNANDO
Si sovviene.

BIANCA
Dunque a che non riede a me?

FILIPPO
(a Viscardo)
(Vana speme).

GERNANDO
(quasi fuori senno)
E che il vorresti,
Sciagurata!... di tue colpe
Spettator?...

BIANCA
(sorpresa)
Ah! Che dicesti?...

GERNANDO
(rimesso)
Sì... ti calma... a te... verrà...
(Bianca rimane fissa ed immobile.
Quadro generale di sorpresa e di stupore).

GERNANDO, CLEMENTE ed UGGERO
(Ah! Che l'alma invade un gel!
M'è sul ciglio un denso vel!
Ella è in preda a fier dolor!
Ciel! Che disse! Ahi qual error!).

FILIPPO, ELOISA e VISCARDO
(Qual mistero! Oh giusto Ciel!
Deh tu squarcia il denso vel!
Duolo addita il suo squallor!
Qual l'ingombra idea d'orror!).

BIANCA
(Ah! Che l'alma invade un gel!
M'è sul ciglio un denso vel!
Grave angoscia opprime il cor!
Ciel! Che intesi! Ah qual terror! ).

CORO
(Qual mistero! Oh giusto Ciel!
Deh tu squarcia il denso vel!
Duolo addita il suo squallor!
Qual l'ingombra idea d'onor!).

FILIPPO
Qual che folgore colpita
Rimanesti!...

BIANCA
Come!... Io?...
(Rimettendosi).
Dell'errante fratel mio,
Fu il pensier, che mi turbò.

FILIPPO
Deh serena i mesti rai;
Un ingrato scorda ormai,
Che insiem patria, padre, e suora,
Da' prim'anni abbandonò.

BIANCA
Obbliarlo!... E chi 'l potria?...

GERNANDO
(Non resisto!).

FILIPPO
Ma tu piangi?

GERNANDO
Ti rincora.

CORO
Che mai fia?

BIANCA
Mi lasciate.

CORO
Che sarà!

BIANCA
(Lieto apparve questo giorno,
Ma di duol coverto è già!
Rode, e lacera il mio petto -
Quel suo detto, - quel furore;
Ed oppresso, e incerto il core,
Più risolversi non sa!).

GERNANDO, CLEMENTE
(Lieto apparve questo giorno,
Ma di duol coverto è già!

UGGERO
Rode, e lacera il mio petto -
Quell'aspetto, - il suo dolore;
Soffre, smania, ha incerto il core,
Più risolversi non sa!).

TUTTI RIMANENTI
(Lieto apparve questo giorno,
Ma di duol coverto è già!
Rode, e lacera il mio petto –
Il sospetto, - ed il timore;
Ma finor l'incerto core,
La ragion qual sia non sa!).

Fine dell'atto primo
ATTO SECONDO

Appartamenti terreni.

SCENA PRIMA
Gernando, e Clemente.

GERNANDO
Che vuoi tu dirmi?

CLEMENTE
In pensier mille avvolta,
Nelle sue stanze,
Bianca trasse il piede...
Ella seco ti brama.

GERNANDO
Ella!... Vi andrò!...

CLEMENTE
Pensa, che 'l tuo disegno
Vano render potrebbe un motto, un guardo...

GERNANDO
T'intendo... mi precedi... Ecco Viscardo.
(Parte Clemente).

SCENA SECONDA
Gernando e Viscardo.

VISCARDO
Di te Filippo ha d'uopo.

GERNANDO
Di me?

VISCARDO
Sì...
(Osserva intorno).
In mente, un attentato, ci volge,
Cui braccio e cor stranier necessitando,
Io gliel proposi in un de' tuoi seguaci.
In prima il ricusò, ma cedé poscia,
Ch'udì tua fedeltade,
E l'antica, fra noi, salda amistade.

GERNANDO
E chi sarà la vittima?

VISCARDO
M'ascolta...
Ma Filippo a te vien. Da lui l'udrai.
(Parte).

SCENA TERZA
Gernando, e Filippo.

FILIPPO
Viscardo a te parlò?

GERNANDO
Ch'alto segreto
Affidar mi dovevi; altro non disse.

FILIPPO
Dunque

GERNANDO
Favella

FILIPPO
Pensa,
Che un accento

GERNANDO
Se fido me non credi,
Cessa pur...

FILIPPO
No; Viscardo oltre il confine
Di tua fe' mi convinse.
(Va spiando intorno).

GERNANDO
(Ah che divisa!).

FILIPPO
Onde render men grave, il duol che dielle
(appressandosi a Gernando)
La rimembranza che 'l german n'è lunge,
Bianca, presente al sacro rito, brama
Il figlio Enrico, e dal vicin castello,
Ove saggio ministro
Ad educarlo è intento,
M'impone a lei d'addurlo:
Io parto, e riedo pria del nuovo albore;
Viscardo intanto, che fra queste soglie
Vigil riman, ti additerà sentiero,
Che in recondita, guida, orrida tomba;
In essa, Carlo, ch'Agrigento tutta,
Estinto piange...
(Sospende alquanto per timore che alcuno udisse).

GERNANDO
Ebben...

FILIPPO
Là vive...

GERNANDO
Vive!
(Con forte scossa, poi si volge per fingere
di aver udito alcuno).

FILIPPO
Che fu? che ti sorprese?

GERNANDO
Mi par... credea... no, m'ingannai... prosegui...

FILIPPO
Quando aspirai di Bianca al vôto letto,
Ira, e furor quel veglio altero accese,
Mille recommi offese;
Vendetta, allor giurai, e appien l'ottenni,
In quella notte, che nell'atro asilo
Io stesso il trascinai,
Voce spargendo ad arte,
Che natura lo aveva in un baleno
Sospinto a morte in seno!
(Va spiando intorno).

GERNANDO
(è per isnudare il ferro; poi si trattiene).
(Ah vil!.. ma no... si salvi in prima il padre!...).
E a che nol trucidasti?

FILIPPO
Temea Gernando.

GERNANDO
Ed ora?

FILIPPO
In quel sepolcro stesso or vo’ ch'ei mora!...
(con riserva a Gernando)
Allor, che notte avanza,
Un tuo guerrier... m'intendi?...
Ma pria però gli rendi
Più crudo il suo penar!
Digli, che 'l figlio è spento,
Che Bianca è mia consorte,
Che mentr'ei passa a morte,
Comincia il mio regnar!
(nel prendergli la mano).
Ma che!... Vacilli?... Tremi?...
Se cor non hai!... Se temi!...
Se manca in te l'ardire!...
Puoi l'opra abbandonar.

GERNANDO
(confuso)
Tremar?... No; il cor non teme;
(rimettendosi)
Se bolle, avvampa e freme;
È sol perché l'offesa
Vorrei già vendicar!

FILIPPO
(avvicinandoglisi)
Ebben... Ma qual fragore...
(Ode un calpestio).
Si taccia... arriva alcun.
(Vede venir gente).

CORO DI GRANDI
A compier l'alto incarco
N'andiam; già pronto è ognun.

FILIPPO
(ai Grandi)
A voi m'unisco... Adolfo,
(a Gernando)
Pensa ch'io fido in te.

GERNANDO
(ironico)
Saprò punir l'indegno;
Fidati pur di me.
(Parte).

FILIPPO
(quasi estatico)
Bramato momento,
Deh vieni, t'affretta,
Per te, già in me sento
La pena calmar.

CORO
(Qual novo diletto
Gli versa nel petto,
L'idea del momento,
Che deve imperar).
(Filippo parte co' Grandi).

SCENA QUARTA
Gabinetto negli appartamenti della Duchessa.
Bianca, ed Eloisa.

BIANCA
Ove son?... Che m'avvenne?...
Che intesi!... Quali accenti!...
Ah chi sarà colui, che sì parlommi!...
(Si volge verso la statua del padre)
Di tua vendetta, o padre,
Ei forse fia ministro!...

ELOISA
Quale avvenir figuri a te sinistro?

BIANCA
Ma qual mi sorge idea!...
Ah si... quello stranier... comprendo... a nome
Di Gernando, ad impormi
Vien, che del padre il sacro cenno esegua...
Dunque Filippo obbliar dovrò?... Si obblii...
E il posso?... Il debbo!... Bianca,
Dovrai pria tu morire,
Che il cenno conculcar, violar tradire!...
(Rimane col guardo fisso al suolo).
Sorgi, o padre, e la figlia rimira,
Che si lagna, che piange, e sospira,
Che già langue, trafitta ed oppressa
Dal più crudo ed acerbo dolor!
Di cordoglio e d'angoscia ormai stanca,
A te rendo la vita, che manca,
Quella vita, che già tu mi desti,
E ch'io trassi fra lagrime ognor!

ELOISA
Sgombra il duolo che t'ange ed opprime,
Deh ridona la pace al tuo cor!

BIANCA
Se a me riedi, adorato germano,
Vanne in riva di quel ruscelletto,
Ove meta prendevi diletto,
Ne' bei giorni di calma e piacer!
Là sul mirto e fra salti vedrai,
Che in fredd'urna il mio tener riposa,
Bagna allora con stilla pietosa
Chi fu vittima a un sacro dover!

ELOISA
Ah sospendi que' detti, quel pianto,
Deh allontana un sì tristo pensier!
Da te chiamato, or dianzi,
Vedi, già vien quel cavalier...

BIANCA
Non osi
Il pie' qui trarre alcuno.
(Parte Eloisa).
Ma... Oh Ciel!... A quell'aspetto!...
Come mi batte il core!...
Quell'ardire... Quel portamento altero...
È desso... Sì... È Gernando...

SCENA QUINTA
Bianca, e Gernando.

BIANCA
T'inoltra...

GERNANDO
Al tuo cospetto
A che venir me festi?

BIANCA
E non rammenti ciò che or or dicesti?

GERNANDO
Men sovvengo.

BIANCA
A me svela
Adunque chi tu sei?

GERNANDO
Io?... sono Adolfo. -

BIANCA
No, che non puoi celarti, a me lo disse
Il tuo sembiante, il furor tuo, l'accento...
Ah sì, Gernando sei...

GERNANDO
Gernando è spento!

BIANCA
Che dici?

GERNANDO
Il ver.

BIANCA
Possibil fia?

GERNANDO
Più certa
Ten farà questo foglio...
(le dà il foglio).
Leggi.

BIANCA
Le note sue!...
E quanti strali a me riserba il fato!

GERNANDO
Tu piangi?

BIANCA
Ah lascia, ormai che l'alma trovi
Nel pianto almen sollievo.

GERNANDO
Tu amavi adunque il tuo german?

BIANCA
Pur troppo.

GERNANDO
Ma non così Filippo!

BIANCA
Gliel festi noto?

GERNANDO
Si.

BIANCA
Ne fu commosso?

GERNANDO
Anzi... l'iniquio!... giubilò a tal nuova!...
Sì... colui, che tuo sposo, già sceglievi...
Sappi... che d'odiar Filippo, e quanti
Amasser lui, Gernando
Nell'ora estrema da me un giuro volle!

BIANCA
E che gli fece?

GERNANDO
Un padre
Gli trafisse!..

BIANCA
Quai detti!

GERNANDO
Ma tremi!... qui... quel cor che sol racchiude
Infamia e tradimento
Saprò trafigger cento fiate e cento!

BIANCA
Ah sì... Gernando sei...

GERNANDO
Filippo abborri...

BIANCA
Ma dimmi il suo delitto!

GERNANDO
E allor?

BIANCA
Saprò abborrirlo...

GERNANDO
Il giura.

BIANCA
A Dio!

GERNANDO
Bianca

BIANCA
Gernando...

GERNANDO
Ah sì, che tal son io!...
(L'accoglie, poi la respinge).
No! mia suora, più non sei...
Va... t'invola a' sguardi miei...
T'abborrisco... ti detesto,
Tu tradisti un genitor!

BIANCA
Non fuggirmi... ch'io ti lasci!
No, da me non l'otterrai,
Se palese pria non fai
La ragion del tuo furor!

GERNANDO
T'allontana...

BIANCA
Il chiedi invano.

GERNANDO
Trema indegna!

BIANCA
Ah mio germano!

GERNANDO
Che pretendi?

BIANCA
Qui fermarti,
O squarciare questo cor...
Tu nomasti or ora un padre
Da Filippo un dì trafitto...
Deh mi spiega il suo delitto,
Fammi noto un tant'orror!

GERNANDO
Sai chi vive in atra tomba,
Da sei lune in fra ritorte!...
Sai chi lutta colla morte,
Colla fame, e col terror!

BIANCA
Chi?mi svela

GERNANDO
Inorridisci
Nostro padre!...

BIANCA
Oh colpo orrendo!...

GERNANDO
E Filippo...

BIANCA
Taci... intendo...

GERNANDO
Che il sospinse in quell'orror,
Vuol, che mano d'un mio fido,
L'immolasse al suo furor!

BIANCA
(atterrita)
Ahi donna misera!
E a tanta pena!
Puoi, sopravvivere!
Respiri ancor!
Per versar lagrime
In larga vena,
Vivrai fra' palpiti,
Nel duolo ognor!

GERNANDO
Incerta, e stupida,
A tanta pena,
Restò la misera,
Nel suo terror!
La vita mancale!
Si regge appena!
Mi sento opprimere!
Non ho più cor!

GERNANDO
Conosci or Filippo?

BIANCA
Deh taci...

GERNANDO
L'amante?...

BIANCA
Non più...

GERNANDO
Che costante?...

BIANCA
T'accheta, pietà!
(S'inginocchia).

GERNANDO
Sorgi... le spoglie indossati
(la rialza)
D'un mio guerrier, e seguimi...

BIANCA
Dove?

GERNANDO
A veder d'un empio,
D'un oppressor la vittima.

BIANCA
Sì... al genitor... là guidami...
Eccomi a te, ma rendimi,
Ridonami il tuo amor.
Deh fa ch'io possa intendere
A un guardo, a un solo detto,
Che non desisti a rendermi
Il tuo primiero affetto...
Deh fra le braccia accoglimi,
Deh stringimi al tuo petto...
Ah no, non fui colpevole!..
Lo credi al mio dolor.

GERNANDO
Ah sì, già puoi comprendere
Al guardo, e al solo detto,
Che non desisto a renderti
Il mio primiero affetto;
Più non saprei resistere...
T'appressa a questo petto...
Ah no! non sei colpevole!..
Io credo al tuo dolor.

BIANCA
Andiam.

GERNANDO
Si vada.
(A2)
Al padre.
Sia salvo il genitor!

GERNANDO
Andiam.

BIANCA
Si voli.
(A 2)
Morte
Daremo al traditor!
(Partono).

SCENA SESTA
Uggero.

UGGERO
Ah dove rinvenirlo!... in queste soglie,
Mi disse, soffermarsi... e qui nol trovo...
Oh Ciel! quell'ira indomita, tu frena!

SCENA SETTIMA
Uggero, e Clemente.

UGGERO
Sai tu, Clemente, ove s'aggiri il Duce?

CLEMENTE
Il so purtroppo... ahi qual furor lo invade.

UGGERO
Lo rinverrò

CLEMENTE
Ti ferma.
Nulla tu renderesti un'alta impresa,
Ch'ei compier debbe. In più securo loco
I cenni suoi saprai;
E qual sia l'opra da me altrove udrai.
(Partono).

SCENA OTTAVA
Sotterraneo.

Carlo, disteso su di un sasso, sognando:

CARLO
Mi lasciate!... ah crudeli!... e che vi feci!...
A che svenarmi?... Ah!...
(Si desta).
Che!... no... non fu vero...
Sognai cader trafitto!...
Ma sparve il sogno, e nelle pene istesse
Ancor mi trovo... oh Dio!
Gernando!... ah s'era meco il figlio mio...
Qui non sarei... ma Bianca... oh Nume! infino
Che spiro aura di vita,
Fa ch'ella sia dal mio pensier bandita!...
Ma già mancarm'io sento!...
Ecco di morte alfin giugne il momento!...
Da gelido sudore...
Mi sento abbrividire...
Fra poco in quest'orrore...
Il ciglio io chiuderò!
Quando all'eterno esiglio
Ne andrai tu ancora, o figlio,
Potrò vederti allora...
Allor ti abbraccerò!
(Resta assopito).

SCENA NONA
Gernando conducendo Bianca.

GERNANDO
Ecco la tomba che rinserra il padre!

BIANCA
Quale orror! non ho forza!..oh Dio!..

GERNANDO
Mi segui.
Il genitor... lo vedi!

BIANCA
Padre...

GERNANDO
T'arresta...

CARLO
(vaneggiando)
Mio Gernando!... ah vieni!...

GERNANDO
Oh come quell'accento al cor mi piomba!
Si scuote!

CARLO
Ah! Che una face!

GERNANDO
Signor...

CARLO
Qual voce io sento!...
Ma tu... la man mi baci?... tu sospiri?...
E in atto di pietà ti copri il viso?...

GERNANDO
Ah sì...

CARLO
E chi sei?

GERNANDO
Del traditor, nemico!

CARLO
Ed è mai ver?

GERNANDO
Tel giuro.

CARLO
Ah dunque mi difendi
Dal feroce Filippo... dalla figlia...

BIANCA
(Ahi!).

CARLO
Pur nemica mia...
Sappi, o guerrier, le mie sventure...

GERNANDO
Tutto,
Tutto conosco appien. Tacerti puoi.
Fidati pur di me. Salvo sarai.

CARLO
Oh amico!... ah deh mi narra,
Di me che mai si pensa in Agrigento?

GERNANDO
Da natura ciascun ti crede spento,
Bianca istessa...

CARLO
Deh taci... ah non nomarla!
Non rammentar ch'ebbi una figlia!

BIANCA
Ah!

CARLO
Come!
Un altro è teco.
Ei pur sospira?

GERNANDO
È vero.
Al par di me giurò di vendicarti!

CARLO
Ah sì... mi vendicate!
Io ben lo merto... entrambi mi salvate!...

GERNANDO
Vendetta avrai. T'accerta.
Il tuo Gernando qui m'invia...

CARLO
Gernando?

GERNANDO
Sì; e a tua difesa, numeroso stuolo
Mi die' d'armati.

CARLO
Ah figlio!
Perché il tuo pie' rattieni?
Fra queste braccia vieni...
Mentre su Bianca indegna,
Da quest'orribil loco,
Tutta l'ira del Ciel dimando e invoco!

BIANCA
O Dio!

CARLO
Qual voce!

BIANCA
(inginocchiandosi)
Ah padre!...

CARLO
Padre!... chi sei! disvelati...

BIANCA
La figlia... tua... deh... m'odi ...

CARLO
Tu?... fuggi... lascia... involati...
Mira il mio stato... godi...
Crudel!... vuoi pur mia vita?
Eccoti il sen... trafiggimi!
Sia l'opra appien compita!
Da tante pene sciogliermi
Il braccio tuo potrà!

BIANCA
Al pianto mio deh cedi...
Ti muova il mio dolore...
Deponi quel rigore,
O morirò al tuo piè!

GERNANDO
Al pianto suo deh cedi...
Ti muova il suo dolore...
Deponi quel rigore,
L'amor trionfi in te!

CARLO
(O voce di natura,
Io già ti sento in me!).
T'alza... t'appressa...

GERNANDO
Ah suora!

CARLO
Che dici?

GERNANDO
Sì in me ancora
Vedi

CARLO
Chi mai?

BIANCA
Gernando

CARLO
Il figlio!
Ah chi può reggere
A questi assalti teneri!...
Venite entrambi a me!
(A3)
Fra tante pene e tante,
Chi mai d'aver credea
Così felice istante,
Propizio il Ciel così?
È tale il mio contento,
Pel ben che mi si rende,
Che più non mi rammento
Quanto soffersi un dì.
(Strepito alla porta).

GERNANDO
Quai colpi!...
(Snuda il brando e va ad aprire la porta).

BIANCA
(si ritira presso al padre)
Oh ciel pietoso!
Il padre tu mi salva!

SCENA DECIMA
Filippo e detti.

GERNANDO
Discendi...

FILIPPO
(Oh Dio!... non oso...
Vacilla incerto il piè!).

GERNANDO
Il Fanciulletto?...

FILIPPO
Giace
In grembo a dolce sonno...
Ma... dimmi... il tuo seguace...

GERNANDO
Già morte a Carlo die'!
(Voci di fuori).
Al traditor!

FILIPPO
Quai voci!
(Voci meno lontane).
Mora il fellon!

FILIPPO
Che sento!
Oh Ciel! qual tradimento!
(Voci più vicine).
Mora l'usurpator!

FILIPPO
(snudando il ferro contro Gernando)
Che!... mi tradisti!...

GERNANDO
(col brando in atto di difesa)
Un Nume
Mi rese il genitore!

FILIPPO
Tu dunque sei...

GERNANDO
Gernando!

FILIPPO
Che intendo! Ah pria morrai!

BIANCA
(facendosi innanzi)
Ah vil, t'arresta!.. .

FILIPPO
Ahi!
(Gli cade il brando di mano).

SCENA ULTIMA
Uggero co' soldati di Gernando, Clemente,
ed Eloisa.

TUTTI
Mora l'usurpator!

UGGERO
(dopo aver circondato co' suoi Filippo)
Viscardo è già fra ceppi.

FILIPPO
Oh rabbia!

CARLO
Iniquo!... fremi?...
E ancora non paventi
L'ira del ciel?... non tremi?...

FILIPPO
Non seppi mai tremar!

GERNANDO
In loco più terribile
Si tragga incatenato,
In fra le istesse tenebre,
Spiri l'estremo fiato,
Cada l'indegno alfin!

FILIPPO
Vincesti, sì, vincesti
Avverso e rio destin!
(Parte condotto da Uggero e soldati).

BIANCA
Or che salvo è il padre, il Prence,
Or che il perfido è punito,
Nella gioia, il cor rapito,
Più non sente, che piacer.

GERNANDO
Or che salvo é il padre, il Prence,
Or che il perfido è punito,
Nella gioia, il cor rapito,
Più non sente, che piacer.

CARLO
Or che stringo al seno i figli,
Or che il perfido è punito,
Nella gioia, il cor rapito,
Più non sente, che piacer.
(Tutti fuor che Carlo).
Al tuo soglio, alla tua Reggia,
Riedi, vieni in Agrigento;
Di trionfo, e di contento,
Per te, vedi, sorge il dì

FINE

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