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Pietro Abbà Cornaglia

Alessandria, 20 marzo 1851
Alessandria, 2 maggio 1894

 
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"Ecole de danse" (1873), olio su tela, 48.3 x 62.5 cm, del pittore Edgar Degas, contemporaneo di Pietro Abbà Cornaglia (Corcoran Gallery of Art, Washington)

biografia, opere, Lieder
(approfondimenti)

Pietro Abbà Cornaglia
Il compositore, organista, pianista, critico musicale Pietro Abbà Cornaglia nacque ad Alessandria il 20 marzo 1851. Il padre Maurizio Abbà coltivava le arti e di professione era filarmonico. La madre Angela Molinari era modista. Morto il padre, la madre sposò in seconde nozze il maestro Pietro Cornaglia di Alessandria, donde il doppio cognome. Pietro Abbà ereditò da Cornaglia l'interesse per la musica: suona già l'organo a sei anni.
Compie gli studi classici ad Alessandria e nel 1968 si perfeziona in pianoforte al Regio Conservatorio di Milano, approfondendo anche l'organo e la composizione. Fu allievo di Alberto Mazzucato, Lauro Rossi, Francesco Almasio, Antonio Angeleri ed Emilio Praga.
Esordì nel 1871 colla cantata "Caino e Abele", che gli valse un Gran Premio e una Medaglia d'Onore.
Tornato ad Alessandria fu maestro di Cappella in Duomo e fondò una scuola di canto, pianoforte e composizione. Tenne molti concerti in Germania e in Spagna.

Egli ebbe un ruolo importante per la musica italiana ed europea. Compose una Messa da requiem (1876) per un concorso governativo all'Accademia di Santa Cecilia in Roma. Il Requiem è una delle poche opere religiose di Abbà Cornaglia ed è dedicato a Carlo Alberto di Savoia (1798-1849), re di Sardegna dal 1831 al 1849.
Scrisse brani per pianoforte, organo, musica sacra e opere liriche: "Isabella Spinola" fu presentata al Teatro Carlo Felice di Genova e venne replicata per dieci sere. Il lavoro, era diretto da Arrigo Boito. L'altra opera "Maria di Warden" trionfò a Venezia. Il compositore brasiliano Carlos Gomez, dopo aver assistito all'opera, gli scrisse con ammirazione: "Ho potuto ammirare nella Vostra bella musica una vena facile ed elegante, con proprio stile scevro affatto dal minimo plagio, non che una magistrale condotta di giuste proporzioni non disgiunta da un istrumentale ben appropriato, sobrio ed originaele: e senza punto adularVi, permettetemi di dichiararVi che basterebbero la sinfonia, il duetto d'amore, il finale terzo e tutto l'atto quarto per classificarvi tra i più provetti operisti moderni. Colla Vostra invidiabile età e col Vostro talento non mancherete al certo di fare una brillante carriera; e presentandoVi i miei più sinceri auguri, abbiatemi sempre per Amico Vostro e sincero compagno d'arte".

Abbà fu anche saggista e scrisse "Impressioni di un viaggio in Germania. Sulla introduzione del canto popolare in tutte le masse di comunità e specialmente nella scuola" (Alessandria, 1880).

Si sposò il 28 agosto 1888 con la sua ex allieva e maestra di pianoforte Elisa Costa originaria di Vercelli.

Pochi anni dopo il matrimonio compose"Una partita a scacchi", rappresentata al Teatro Fraschini di Pavia il 13 febbraio 1892. Si tratta di una trasposizione musicale d'una leggenda drammatica medioevale del XII secolo in un prologo e un Atto. Librettista era il giovane Giuseppe Giacosa, che si mise in luce proprio con questo dramma, scritto nel 1871 e pubblicato nella "Nuova Antologia" del marzo 1872 (rappresentata a Napoli il 30 aprile 1873), prima di divenire con Luigi Illica il librettista privilegiato delle opere di Puccini.

L'opera era stata musicata nel 1882 per il Teatro civico di Cagliari da Delitala, e sarà messa in scena ancora nel 1911 al Carlo felice di Genova con musiche di Giovanni Copello e nel 1920 al Teatro municipale di Reggioo Emilia con musiche di Beniamino Fonte. La trama è imperniata sull'intrigante partita a scacchi nel castello di Issogne in Valle D'Aosta. Lì vivono il conte Renato di Challant e la sua giovane e bella figlia Jolanda, che il padre vorrebbe vedere sposata a un nobile, ma che ha già rifiutato molti ricchi pretendenti. Il conte di Fombrone e il suo paggio Fernando chiedono ospitalità al Conte. Fernando ha da poco salvato la vita al suo signore e vanta il suo eroismo e coraggio, irritando il conte di Challant. Il nobiluomo gli propone di sfidare la figlia (imbattibile) al gioco degli scacchi. Se vincerà sposerà la fanciulla, altrimenti sarà condannato a morte. Fernando accetta. Jolanda però, conquistata dai modi gentili di Fernando, del quale s'innamora, si lascia dare scacco matto.
Il conte, accortosi della piega che la sfida sta assumendo, tenta d'offrirgli il più bello dei suoi castelli, ma Fernando non recede. Al conte non resta che benedire i promessi sposi.
L'opera è stata rappresentata in prima esecuzione del secolo venerdì 2 dicembre 2005 al Teatro Comunale di Alessandria. Il maestro Marcello Rota ha diretto l'Orchestra, la regia era di Beppe De Tomasi. Cantavano il baritono Omar Montanari (Renato), il soprano Tiziana Fabbricini (Jolanda), il basso Paolo Pecchioli (Oliviero conte di Fombrone), il tenore Giovanni Manfrin (il paggio Fernando).

Il compositore morì a soli 43 anni per una appendicite mal curata, due anni dopo la prima rappresentazione di "Una partita a scacchi".

Il figlio di Pietro Abbà Cornaglia, Maurizio, vissuto a Genova con la moglie Gina e la figlia Carla, dispose che tutte le musiche del padre fossero lasciate al Conservatorio di Alessandria. Il prof. Andrea Lanza, allora bibliotecario del Conservatorio, s'occupò della catalogazione dei manoscritti e delle opere a stampa (edite da Ricordi, Blanchi, Lucca, Sonzogno, Pigna e Giudici-Strada). A Pietro Abbà Cornaglia venne dedicata una via ad Alessandria.

 
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Opere di Pietro Abbà Cornaglia

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