Wilhelm Tischbein, Goethe, 1786, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut.

Progetto Mayr

Johann Wolfgang Goethe, biography

Una breve biografia sino al Werther del 1774

Johann Wolfgang Goethe (la particella nobiliare "von" gli sarà concessa solo dal 1782), forse l'ultimo degli autori classici, è un celebre genio, poeta e scrittore tedesco, nato a Francoforte sul Meno nel 1749 e morto a Weimar nel 1832. Molti lo hanno collocato tra i sommi Omero, Dante e Shakespeare. Di Goethe abbiamo molte più notizie, rispetto agli altri tre poeti universali. Era il figlio di Johann Kaspar, consigliere imperiale e della cordiale e calorosa Katherina Elisabeth Textor, figlia dell'ex borgomastro della città . Già a quattro anni, Goethe ha i primi contatti col mito di Faust, quando la nonna gli regala un fatidico teatro per le marionette. Poi è la guerra dei Sette anni a turbare gli affetti familiari. Il piccolo Wolfgang studia la lingua italiana, il latino, il francese e anche l'ebraico, dedicandosi al disegno e alla musica. Ascolta per la prima volta Mozart in concerto. Dopo aver studiato col padre, venne a Lipsia a frequentare i corsi di diritto. In quella città si rivela tutto il suo gusto rococò, che Goethe riversa nei primi scritti bucolici. Una preoccupante affezione polmonare lo costringe a tornare a casa, inducendo una crisi mistica di stampo pietistico, che lo sopinge al panteismo o a un aristocratico paganesimo, frammisto all'interesse magico occultistico per Swedenborg. Perfettamente guarito, si recò infine a Strasburgo dal 1770 al 1771, conoscendo Herder che lo iniziò alla poesia popolare e al gusto gotico. Iniziò la carriera dell'avvocato e venne in contatto coi poeti dello Sturm und Drang, che lo indussero a distaccarsi dallo stile rococò delle sue prime precoci liriche, infondendogli invece uno spirito preromantico: passione per il primitivo, il tempestoso, per il Gotico e per le poesie di Ossian.  Un nuovo trasferimento a Wetzlar lascia ben sperare che Goethe si perfezioni nell'avvocatura, ma la sonnolenta cittadina e i ritrovi mondani, la lettura di Omero e le lunghe meditazioni sul suo futuro, gli causano una nuova temperie sentimentale. Si innamora di Charlotte Buff e conosce Jerusalem, segretario dell'ambasciata, che finirà suicida per amore. Questa drammatica esperienza è sublimata nel romanzo epistolare I dolori del giovane Werther, una delle massime opere della narrativa mondiale, tradotte per la prima volta in italiano dal milanese Gaetano Grassi e pubblicate dal barone De Bassus (nom de guerre Hannibal) a Poschiavo nel 1782.

Il compositore Johann Simon Mayr (nom de guerre Hannibal), dell'Ordine degli illuminati di Baviera, e Maestro di Donizetti, musicò la prima versione poschiavina. Si tratta della prima opera lirica sul romanzo del Werther. Quest'opera, intitolata Verter, scoperta dai musicologi Bianchini e Trombetta nel 1994 unisce in un unico ambito i tre illuminati Goethe, Mozart e Mayr.

Le seguenti notizie sono ricavate, in sunto, dal libro Goethe, Mozart e Mayr fratelli illuminati, scritto dai musicologi Luca Bianchini e Anna Trombetta e pubblicato dalla Archè

Negli anni del Werther, il poeta frequentava i massoni e scriveva che anche la loro loggia, una comunità ragguardevole e ben fondata. Ma Goethe, come Mozart, non era soddisfatto dei massoni, che considererà soltanto un mezzo utile, a conseguire i suoi obiettivi: "per quello spirito d'indipendenza, che in seguito mi parve una follia - dice l'autore ' rifiutai ogni legame più stretto".

Il 23 giugno 1780 Goethe fu ammesso alla loggia Amalia di Weimar, che era sotto l'influenza di Adam Weishaupt (1748-1830), fondatore degli illuminati di Baviera, (nom de guerre Spartacus) e di Johann Joachim Bode (1730-1793), anch'egli illuminato (nom de guerre Amelius): il poete cominciò col grado di apprendista. L'anno successivo fu dichiarato compagno e il 2 marzo 1782 maestro muratore. Il 4 dicembre gli fu conferito il Quarto Grado Scozzese della Stretta Osservanza, mentre l'11 febbraio 1783 firmò l'obbligazione come illuminato, col nom de guerre Abaris.

Nel 1782 era stato accolto nell'ordine interno della loggia, e sarà sempre presente alle sue alterne vicende, non ultima la riapertura nel 1808, dopo un periodo di soppressione, che datava dal 1782.

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