TESTO DEL LIED

"Virginia"
di Callisto Bassi

Icilio, ohimé! Perché non vieni?
In preda sai pur ch'io son
Del tuo crudel nemico,
E così m'abbandoni? Ah, se non rendi
La sua tacita speme al cor dolente
E di conforto privo,
Vita non potrò dir questa ch'io vivo.

Se di pianto inondo il ciglio
Son ben degna di pietà,
Non il mio, ma il tuo perielio
Palpitar, tremar mi fa.
Non ha vita in sen romano
Vil sorgente di timor,
Ma spirar da te lontano
Come mai potrebbe il cor?

Lunge da' miei più cari, inerme e sola,
Come resisterò? L'usato ardire
Colla speme già langue, oppressa l'alma
Ricerca invan la già smarrita calma.
Io di Virginio nata
Vacillare dovrò?
Non mai. Che dico? E come posso?...

Oh madre! Oh padre mio!
Son vostro sangue e mi lasciate? Oh Dio!
Ma qual voce mi suona? Ah, sì lo sento;
E' il non fallace accento
Questo del mio dover
Seguasi. Oh Icilio, oh Icilio,
Esser vo' di te degna.
Or venga il traditore,
e di macchiar si attenti il mio pudore.

A cotant'opra intrepida
Quest'alma mia lo invita,
Ma dovrà l'empio togliermi
Pria dell'onor la vita,
E al mio maschil coraggio
Audace contrastar.
Né quindi andar può inulto
L'incauto tradimento,
Che al suon di tanto insulto
Fien preste in un momento
Ben cento spade e cento,
Il vile a sterminar.

Per Icilio sol d'amore
Può il mio core palpitar,
Per lui solo che adorai,
Che giammai potrò scordar.

Il sol pensier di te
Compensa tanta fe',
Mio ben, mio bene amato,
Quando teco sarò,
Contenta affronterò
L'incerto fato.