TESTO DEL LIED

"Ballo: Volgendo il ciel per l'immortal sentiero"
di anonimo

I. Introdutione al ballo
Voce sola (Poeta fermato cosi dice):
Volgendo il ciel per l'immortal sentiero,
Le ruote de la luce alma e serena,
Un secolo di pace il Sol rimena,
Sotto il Re novo del Romano Impero.
Sù, mi si rechi ormai del grand'Ibero
Profonda tazza, inghirlandata e piena,
Che correndomi al cor di vena in vena
Sgombra da l'alma ogni mortal pensiero.
Venga la nobil cetra.
(Ricevuto il chitarone, da la ninfa,
si volta verso l'altre e cosi gli parla:)
Il crin di fiori cingimi,
O Filli,
(qui li pone la ninfa la ghirlanda,
poi parla il poeta come segue:)
Io feriro le stelle
cantando del mio Re
gli eccelsi allori.
(qui nel chitarone da lui sonato cosi segue:)
E voi, che per beltà, donne
e donzelle, gite superbe
d'immortali honori:
Movete al mio bel suon le piante snelle,
Sparso di rose il crin leggiadro e biondo.
E, lasciato dell'Istro il ricco fondo,
Vengan l'humide ninfe al Ballo anch'elle.
(Entrata come di sopra, et le Ninfe
dell'Istro escono al tempo di essa
entrata come le prime, e giunte
al loro determinato loco,tutte
le Ninfe insieme danzano
il seguente ballo).
II. Ballo
Movete al mio bel suon...
Fuggan in si bel di nembi e procelle.
D'aure odorate el mormorar giocondo
Fat'eco al mio cantor, rimbombi il mondo
L'opre di Ferdinando eccelse e belle.
(Qui in questo loco finita la presente prima parte, si fa un canario
o passo e mezzo od altro
balletto, a beneplacito senza canto
poi si ritorna sopra la prima aria
come segue, cangiando mutanze.)
Ei l'armi cinse, e su destrier alato
Corse le piaggie, e su la terra dura
La testa riposo sul braccio armato.
Le torri eccelse e le superbe mura
Al vento sparse, e fe' vermiglio il prato,
Lasciando ogni altra gloria al mondo oscura.