Gaetano Donizetti

(1797-1848)

Imelda de' Lambertazzi

(Melodramma tragico) in 2 Atti di Andrea Leone Tottola è stato eseguito il 5 settembre del 1830 a Napoli (Teatro San Carlo)

Personaggi

Imelda (Soprano), Lamberto (Tenore), Bonifacio Geremei (Baritono), Orlando Lambertazzi (Tenore), Ugo (Basso), Ubaldo (Basso); popolo, soldati, clienti e i seguaci de' Lambertazzi, compagni e amici de' Geremei

ATTO PRIMO

Piazza, ov'è la casa de' Lambertazzi.

Scena prima
Un banditore si avvanza con pochi armati: dà fiato alla
tromba; affigge un cartello, ov'è scritto "Cadano i Gieremei.
Compagni, all'armi!" indi parte.
Il popolo si raccoglie in varii gruppi. Legge il cartello, indi
partitamente esclama.

POPOLO
All'armi!

I GRUPPO
Oh, feral tromba!

II GRUPPO
Orrendo grido!

I GRUPPO
All'armi!

TUTTI
Qual gelo al cor ne piomba!
La speme oh ciel! svanì!
Noi sventurati! Oh, quanto
ne resta e pianto, e lutto!
Fatal discordia... ah! tutto...
miseri! ne rapì!

III GRUPPO
(risoluti)
Ma ciò non accada!

IV GRUPPO
Gridiam... pace!

III GRUPPO
Pace!

IV GRUPPO
Si! Pera l'audace,
che guerra sol brama!

TUTTI
Se pace reclama,
Bologna l'avrà.
(avvicinandosi alla casa de' Lambertazzi)
Orlando! Pretore!
Deh, vieni! Ne ascolta!
È in te sol rivolta
la nostra speranza.
Penammo abbastanza!
Orlando, pietà!

Scena seconda
Orlando dal palazzo conseguito di
domestici, indi Lamberto
ed Ubaldo alla testa di armato
e numeroso drappello.

ORLANDO
Amici! E a che risuona
voce di tema, e affanno?
E di voi stessi a danno
congiura il vostro cor?
Oh, qual viltade! Ah! rieda
l'ardire usato, e in fronte
eterne sian le impronte
del bellico valor.

I GRUPPO
Viltà non è...

II GRUPPO
Viltade!

I GRUPPO
Langue Bologna...

II GRUPPO
Omai
ombra neppur le resta
del prisco suo splendor!

ORLANDO
Ma a' patti rei...

III GRUPPO
Si ceda!

ORLANDO
Io stesso! E lo potrei?

IV GRUPPO
Pace, pretor!

ORLANDO
Vorrei
di onta macchiarmi? ah! fia!
Io cedo alfin... che ascolto!

Si ode una marcia. Tutti sono agitati.

TUTTI
Suono fatal!

ORLANDO
Raccolto
forte drappel, l'adduce
Lamberto il prode...

TUTTI
Il duce
l'armi deponga, e a sola pace intento...

In questo comparisce Lamberto.

LAMBERTO
Pace! Deponga l'armi! Oh ciel! Che sento!
Voi, che, fulmini di guerra,
affrontaste ogni cimento,
pronunziaste un vile accento?
Albergate un reo timor?
Rieda l'oste e là... fra i tetti,
che distrusse il suo furor!...
E le braccia all'empio affretti
chi già spento ha il proprio onor!

TUTTI
Ma funesta è la tenzone,
se un sol germe, un sangue istesso...

LAMBERTO
Ogni affetto ha in sen represso
del mio sangue il distruttor.

TUTTI
Dunque...

LAMBERTO
All'armi! Alla vendetta: me seguite!

ORLANDO e UBALDO
All'armi! Al campo!

LAMBERTO
Di quei brandi al vivo lampo
ceda ogni arme, ogni valor:

ORLANDO e UBALDO
Se un eroe vi guida in campo,
ne chi resiste al suo valor?

LAMBERTO
Ah! si oda lo squillo
di bellica tromba!
Il nostro vessillo
si sventoli altero!
Di gioia foriero
è sorto già il dì!

ORLANDO e UBALDO
Vittoria, o pur morte!
Il ciel ne invochiamo!

LAMBERTO
E il voto del forte
il Nume già udì

LAMBERTO, ORLANDO e UBALDO
Di bella vittoria
il solo pensiere
ah! tutti già in estasi
quest'alma rapì!

TUTTI
Tu dissipa il turbine,
celeste potere!
E a' voti propizio
rispondi così!

LAMBERTO
Raccolti amici, a sostenerlo accinti,
adduca pure il mio nemico! Ei n'offre
campo maggior di gloriosi allori.
Bello è l'ardir se a vera gloria intende;
ché a proteggerlo il ciel la man distende.

ORLANDO
Quante volte l'oltraggio
posto in obblìo, l'accolsi amico; e vinto
l'odio primier, pace sperai sincera?

UBALDO
Ma un livor pertinace
insidie ridestò; sanguigna face
la crudeltade accese,
e all'onte aggiunse assai più gravi offese.

LAMBERTO
Finché vive Lamberto, a nuovo agguato
no, esposti non saremo.

ORLANDO
E Gieremei,
figlio dell'empio Rolandin, che tanto
sangue sparse de' miei, dell'oste è duce?

LAMBERTO
Dall'ira mia l'indegno
non fuggirà. Nella comun vendetta
appagherò la mia. Compagni! All'armi
sprone di onor, propria difesa invita
chi segue il mio destino. A nostro danno non più
armata è la sorte.

ORLANDO
È il Nume, che protegge il giusto, il forte.

Partono.

Appartamento nella casa de' Lambertazzi.

Scena terza
Imelda.

IMELDA
Vincesti alfin! La tua ferocia è paga!
Esulta pur Lamberto! Ahi! crudo! Il tuo
cieco furore in nuove angosce immerge
l'amato genitor... da me divide
l'anima mia... la tua germana uccide!
Bonifacio! Ah! ti perdo! Almen potessi
l'estrema volta rivederti! Ah! mentre
mille spade a te volge il reo livore,
ti giura Imelda il più costante ardore!
Amarti, e nel martoro
fido serbarti il cor
è il barbaro ristoro,
che a me concede amor!
Pensando al tuo periglio,
palpita l'alma, e freme!
Mancar di vita insieme
dal cielo imploro ognor!
Ma il ciel non ode
i miei lamenti...
Ma il fato gode
de' miei tormenti...
Del fato io provo
la crudeltà!
Qual cor sensibile
a tanto affanno
pietosa lagrima
niegar potrà?

Scena quarta
Ubaldo introduce Bonifacio nella divisa di semplice
guerriero colla visiera bassa; indi Imelda.

UBALDO
É il genitor nelle sue stanze, Imelda?

IMELDA
Al desìo popolar poc'anzi accorse,
né riede ancor.

UBALDO
Quel messo
Bonifacio ne invia. Reca ad Orlando
un foglio.

IMELDA
(Ahimè! che fia!)

UBALDO
Porgilo: attendi
(Bonifacio gli porge il foglio)
Orlando il leggerà.
(parte)

IMELDA
(Le sue sembianze
a che celar? Par che mi guati, e chiegga
di favellarmi! Ah! se di Gieremei
dirmi potesse!...) Cavalier! di pace
raggio traluce ancora?... (Ei geme!)

BONIFACIO
(E sola!)

IMELDA
A ché guardingo? Altri non v'ha che Imelda...
Parlarmi brami?

BONIFACIO
Ah!

IMELDA
Tu sospiri! E forse
novella infausta, che recarmi déi?
Ti agiti! Fremi! E a ché? Guerrier! Chi sei?

BONIFACIO
Ah! mi odi...
(Bonifacio le si appressa)

IMELDA
Qual voce!

BONIFACIO
Imelda!

IMELDA
Ti svela!

BONIFACIO
Ravvisami...
(alza la visiera)

IMELDA
Ohimè!

BONIFACIO
Per poco...

IMELDA
Ah! ti cela!

BONIFACIO
Mi ascolta...

IMELDA
Che tenti?

BONIFACIO
Perir fra tormenti,
ma fido al tuo piè!

IMELDA
Non sai qual periglio
t'insidia la vita!
Ragione... consiglio
in me più non v'è!

BONIFACIO
Vederti un istante...
Giurarti costanza...
All'anima amante
fia bella mercé!

IMELDA
Ma il padre...

BONIFACIO
Lontano amor lo terrà.

IMELDA
Ma il fero germano
se mai ne sorprende?

BONIFACIO
L'ardor, che mi accende,
valor mi darà!

IMELDA
Oh, fiero contrasto
di amore, e natura!
Ma Imelda spergiura
giammai diverrà.

BONIFACIO
Il grido di amore
è pur di natura,
e Imelda spergiura
a me non sarà.

IMELDA
Qui tutto è in arme... il sai!...
Pace si niega...

BONIFACIO
Ah! tutto...
tutto mi è noto...

IMELDA
E allora
fia tronca ogni speranza!

BONIFACIO
Deh! se non vuoi ch'io mora,
se il viver mio ti è grato,
mi segui, e 'l nostro fato
amor proteggerà.

IMELDA
Seguirti! E tu mel dici?
Seguirti! Onor mel vieta...

BONIFACIO
Dunque a morir...

IMELDA
T'accheta!
No... tu non mi ami, o barbaro!
Se al prezzo di un'infamia
vuoi farmi sposa...

BONIFACIO
E mia
non ti giurasti?

IMELDA
Ah! sì...

BONIFACIO
Il ciel... rispondi! il cielo
il giuro non udì?

IMELDA
Lo udì, ma dalla figlia,
che al suo dover non cede...
Che, sacra alla sua fede,
degna di te sarà.

BONIFACIO
Vieni! Mi siegui!

IMELDA
Va'!

BONIFACIO
Restati pur... Mi udrai
spento, ma a te fedel!
E allor rammenterai
che fosti a me crudel.

IMELDA
Vivi... mio ben! Mi udrai
spenta... ma a te fedel!
E allor rammenterai
che fui con me crudel!

BONIFACIO
Ah! giunge alcuno!

IMELDA
Addio!

IMELDA e BONIFACIO
Mai più ti rivedrò!
Affanno eguale al mio
come soffrir si può?

Imelda parte.

Scena quinta
Bonifacio, Orlando ed Ubaldo.

BONIFACIO
È Orlando che si avanza!
Deh! tu seconda, o ciel! la mia speranza!
(cala la visiera)

ORLANDO
Riedi al campo, guerrier. Finora invano
da Gieremei si offrìo
pace insidiosa, e 'l termine già scorse,
che a trattato novel preclude il varco.
Ma se de' torti suoi conosce il peso,
se a giusti patti egli discende, anch'io,
fraterno sangue a risparmiar, sospendo
l'uso dell'armi, e 'l messaggiero attendo.

BONIFACIO
(Quanto mi costi, Imelda!)
Parte.

UBALDO
Ei freme!

ORLANDO
Ubaldo,
sappian gli amici miei, sappia Bologna,
che nell'atrio maggior verrà fra poco
l'ostile ambasciador; che Orlando amico
lo accoglierà; che sacro
fia delle genti il dritto.

UBALDO
Il cenno adempio.
Parte.

ORLANDO
Ah! se al voto comun risponde il cielo,
del feral nembo è dissipato il velo!

Scena sesta
Lamberto e detto.

LAMBERTO
Padre, e fia ver quanto la fama sparge?
Ah, ne freme il mio cor! Scampo novello
spera il nemico? E ché! mentre al valore
accresce ardir la nostra ingiuria, e aggiugne
esca all'odio primier, ne' nostri petti
intiepidir vuoi l'ira,
mentre il nemico a nuovi inganni aspira?

ORLANDO
Il giovanil trasporto
frena, o Lamberto; in me ravvisa il padre
de' tuoi, de' miei seguaci; a' patti vili
mai scenderò: ma se all'onor dell'armi
orrevol pace preferir mi è dato,
taccia in Orlando il suo livor privato.

LAMBERTO
Ma in Lamberto non già!

ORLANDO
Figlio! Ti calga
de' tuoi fratelli!

LAMBERTO
Al prezzo
di una infame viltà!

ORLANDO
Si ascolti almeno
quanto n'offre il nemico, e allora...

LAMBERTO
Invano
spegner saprò lo sdegno,
che mi arde in sen!

ORLANDO
Vieni nell'atrio; il voglio;
al paterno dover rifletti, e poi
chi più se stesso obblìa vedrem di noi.
(parte)

BONIFACIO
Importuno dover! Ma l'oste audace
la tomba avrà dove desia la pace.

Parte.

Atrio nella casa Lambertazzi. Tribune e loggiati laterali.

Scena settima
I seguaci de' Lambertazzi armati; indi
Lamberto ed Ubaldo; infine Orlando preceduto da' suoi
clienti.

CORO
Della vendetta al dritto ceda il privato affetto;
né fia pietà l'oggetto, che opprima il nostro onor! Lungi le
usate insidie di lusinghieri accenti! Ma Orlando appien
rammenti, l'oltraggio, e 'l traditor.

LAMBERTO
D'invitti eroi degni nepoti! Ai sensi di nobil alma io vi ravviso!
Ancora del valor prisco, a' Gieremei tremendo, spento il
germe non è; troppo ne avanza, se nel sentier dell'armi ne
resta onore, o morte: vita che val se di onta è al prode, al
forte?

CORO
Ecco il pretor!

ORLANDO
S'inoltri
l'atteso messaggier.
(va a sedere)

LAMBERTO
(Leggo in quel ciglio
il conflitto dell'alma!)

UBALDO
A te si affida
la nostra sorte.

LAMBERTO
A te, della tua gente
e sostegno, e difesa.

Scena ottava
Bonifacio e detti.

UBALDO
Che miro!

ORLANDO e LAMBERTO
Gieremei!

CORO
Che!

BONIFACIO
Qual sorpresa!
Vengo a voi, non di armi cinto,
spoglio il cor dell'odio antico;
sol me guida un genio amico
aure liete a respirar.

ORLANDO
(Egli stesso!)

LAMBERTO
(Che ardimento!)

CORO
(Tant'audacia!)

UBALDO
(Il credo appena!)

LAMBERTO
(Sollevar le chiome io sento!
L'ira in sen chi può frenar?)

BONIFACIO
(Come l'alma in tal momento
mi sta in petto a palpitar!)

ORLANDO
(Pace! figlio! in tal momento
chi di voi potrò serbar?)

UBALDO e CORO
(Tace Orlando! Oh! com'è lento
quell'audace a fulminar!)

ORLANDO
L'incarco esponi.

BONIFACIO
Echeggi
grido di pace; è questo
il comun voto: ah! pari
risponda il vostro!

LAMBERTO
(Io fremo!)

ORLANDO
Ed a qual prezzo?

BONIFACIO
Ascolta.
Ritorni alle sue mura
la mia famiglia: onori,
agi rapiti, tutto
a lui si renda; e dome
le ultrici furie ostili,
di bella pace al nome
ogni alma esulterà.

LAMBERTO, UBALDO e CORO
(Oh ardir, ch'egual non ha!)

LAMBERTO
(Lo soffre il padre!)

ORLANDO
E quale
pegno di stabil pace
da un labbro ognor mendace
potrà sperarsi?

BONIFACIO
Imelda
a me fia sposa, e allora...

ORLANDO
(alzandosi)
Imelda!

CORO
Oh, insidia!

LAMBERTO
E ancora
puoi leggi a noi dettar?
Imelda! Tu! Crudele!
Fu il padre tuo, ch'estinse
di lei la genitrice...
Il suo pugnal si tinse
nel sangue del germano...
Fu la sua man, che strinse
di Orlando i ceppi... Ah! eterno
fia l'odio in noi!... L'inferno
divida i nostri cori! Di strage, e
non di amori or si oda favellar!

UBALDO e CORO
Di stragi, e non d'amori
or si oda favellar.

BONIFACIO
E dunque?

CORO
Guerra!

ORLANDO
Ascolta
quel grido, e trema!

LAMBERTO
Vanne!
Ritorna a' tuoi seguaci...
si dia di guerra il segno...
E Gieremei lo sdegno,
che or di celare ha cura,
si accinga ad appagar.

BONIFACIO
Voi, mostri di natura!
Tanto sapreste osar!

CORO
Va'! mostro di natura!
Ma il ciel sa fulminar!

Scena ultima
Imelda, seguita dalle sue amiche, e donne
del popolo.

IMELDA
Genitor! Lamberto! Amici!
Ah! mi udite!

BONIFACIO
(Imelda!)

LAMBERTO
Parti!

ORLANDO
A che vieni?

LAMBERTO
E qui?

IMELDA
A recarti
delle meste genitrici
i sospiri, i lai dolenti...
Quanti miseri, infelici
l'aere assordan di lamenti!
Egri vegli, afflitte spose
già di pianto han molle il ciglio...
(ad Orlando)
E 'l consorte, il padre, il figlio
sol reclamano da te!

ORLANDO
Ma che far se del nemico
sono ardite le pretese?...

LAMBERTO
Mi odi, e fremi! A tante offese
nuovo eccesso aggiunge.

IMELDA
E che?

LAMBERTO
La tua man... gli affetti chiese
di un'Imelda!...

IMELDA
(Ah!)

LAMBERTO
Il vile!

IMELDA
(Ohimè!)

BONIFACIO
Vil non sono! Invoco il cielo
testimone alla mia fé!

ORLANDO, LAMBERTO, UBALDO e CORO
D'invocar ti è vano il cielo,
se già nota è la tua fé!

IMELDA
(Ah! squarciato è il denso velo!
Che sarà di lui, di me!)

DONNE
(Atro nembo addensa il cielo!
Ah! più speme... oh Dio! non v'è!)

LAMBERTO
Vanne... mi attendi al campo...
in singolar tenzone...
(gettandoli un guanto)
Di questo acciaro al lampo...
empio! dovrai tremar!

BONIFACIO
Verrò… la sfida accetto…
Onte soffrir non soglio:
(raccoglie il guanto)
Vedrai se tant'orgoglio
sa il valor mio domar!

ORLANDO
Esci da questa mura!
Da tanti oltraggi... ah! cessa!
La mia canizie istessa
sapesti provocar!

IMELDA
Ah! no! Fermate... oh Dio!
Versate il sangue mio!
Basti una sola vittima
lo sdegno ad appagar!

LAMBERTO
Ti scosta!

BONIFACIO
Imelda!

LAMBERTO
Indegno!

BONIFACIO e IMELDA
Pietà di voi!

ORLANDO e LAMBERTO
Non sento!

CORO e UBALDO
All'armi!

IMELDA e BONIFACIO
(Oh, qual momento!)

CORO e UBALDO
È colpa l'indugiar!

IMELDA, BONIFACIO e DONNE
(Sì barbaro tormento
chi mai può tollerar?)

TUTTI
(All'armi! Al gran cimento
corriamo a trionfar!)

ATTO SECONDO

Appartamento come nel Primo Atto.

Scena prima
Lamberto seco conduce Imelda con riguardo.

LAMBERTO
Segui i miei passi.

IMELDA
E torvo il guardo intorno
a ché volgi, Lamberto? a ché mi traggi
sospettoso, e guardingo?

LAMBERTO
A render calmo,
o straziato all'estremo
l'agitato mio spirto.

IMELDA
Ah! ne minaccia
forse nuova sciagura?

LAMBERTO
È lunge il padre:
alta cagion mi spinge
a favellarti, Imelda. Al ver si schiuda
il tuo labbro. Lo impongo! Assai tremenda
fia la tua sorte se mentisci.

IMELDA
Il sai:
menzogna abborro; e che? La tua germana
sì mal ravvisi, ingiusto! E la confondi
colle anime più vili?

LAMBERTO
Ebben rispondi.
Gieremei...

IMELDA
(Qual nome!)

LAMBERTO
Aspira
già il sapesti… alla tua mano…
Di'... tu l'ami?

IMELDA
(Ohimè!)

LAMBERTO
(Sospira!
Essa è rea!) Mal tenti, e invano,
di celarmi il tuo pallor!

IMELDA
Come amarlo!

LAMBERTO
Il ver!

IMELDA
Lontano...
e proscritto... il vidi appena
là nell'atrio...

LAMBERTO
Imelda!

IMELDA
(Oh pena!)
Al paterno fato estremo
tace in seno ogni altro amor.

LAMBERTO
No... di te... d'Imelda io temo...
Temo il debole suo cor!
Di Bonifacio il padre...
Sovvienti di quel dì!
Dal grembo della madre
fanciulli ne rapì...
La genitrice istessa
chiuse in prigione orrenda,
ove da fame oppressa
la misera perì...
Dimmi... obliar tu puoi,
che su la fredda spoglia
l'autor de' giorni tuoi
vendetta domandò?
E allor, vendetta o morte
il labbro tuo giurò!

IMELDA
Cessa... Lamberto! Ah! cessa
di rammentar quel dì...
in cui da fame oppressa
la madre mia perì!
Sculta in pensier mi è sempre
quell'atra, oscura volta
ove mirai sepolta
chi vita a me donò!
Ove sul corpo inulto
fra 'l pianto, e fra 'l singulto
all'empio un odio eterno
il labbro mio giurò.
Ma dal tuo ferro esangue
cadde il minor germano...
E di un nemico il sangue
il giuro cancellò.

LAMBERTO
Ah! questo dir ti accusa!
Di amor sei preda!...

IMELDA
Ah! no...

LAMBERTO
Se così fosse... (All'arte!)
compiangerti dovrei...
orba di sposo... sappilo...
Trafitto è Gieremei
da questa mano...

IMELDA
Ah! barbaro!
Saziati! Alfin sei pago...
Io... sì… l'amava... in seno
la sua leggiadra immago
dagli anni miei più teneri
funesto amor scolpì...

LAMBERTO
Ti colsi al laccio, o perfida!
Egli ancor vive...

IMELDA
Oh sorte!

LAMBERTO
Tu stessa la sua morte
hai pronunziata!

IMELDA
Ah! fermati!
Di me... di lui... pietà!

LAMBERTO
Tu l'hai spenta nel mio petto:
e sarò contento allora,
che il velen, che mi divora,
nel suo sangue appagherò.
Trema, o donna! Un tristo affetto
a morir lo condannò!

IMELDA
Ah! se incauto il labbro mio
or ti espone a rio periglio...
Se morrai, bell'idol mio!
io seguirti ancor saprò!
Là ne' regni dell'oblio
adorarti almen potrò!

Partono.

Scena seconda
Orlando ed Ubaldo; indi Lamberto.

ORLANDO
Mi narri il ver?

UBALDO
Mentir non soglio.

ORLANDO
Imelda
affetto alberga in sen pel suo nemico?
Io raccapriccio!

UBALDO
Al campo
pria di tornar si avvenne in Ugo... È questi
a noi troppo fedel, ma Gieremei
seguace il credde, e suo leale amico.

ORLANDO
Ebben!

UBALDO
La fiamma, onde arde,
e che del pari Imelda accende...

ORLANDO
Ah, perfida!

UBALDO
Gli fe' palese. Al suo martir commosso
Ugo s'infinse.

ORLANDO
E allor?

UBALDO
L'incauto amante
gli porse un foglio, onde ad Imelda...

ORLANDO
Intendo..
Ed Ugo?

UBALDO
Abborre il tradimento, e cauto
tutto affidommi...

ORLANDO
E il foglio!

UBALDO
Eccolo; leggi.
(gli dà un foglio)

ORLANDO
Padre infelice! E a tanto duol tu reggi!

LAMBERTO
Io vengo a te...

ORLANDO
Giungi opportuno... ascolta,
e ne frema il tuo cor...

LAMBERTO
Quai cifre?

ORLANDO
Imelda
di Gieremei... lo crederesti? è amante.

LAMBERTO
Ah! troppo il so!

UBALDO
L'indegno
osa scriverle ancor...

LAMBERTO
Che ascolto! ah! porgi!
(prende il foglio da Orlando, e lo legge)
Imelda, il nostro fato è omai deciso:
siam divisi, e per sempre! Almen concedi
al mio dolor di rivederti ancora,
e per l'ultima volta. Appena è notte,
pel sentiero a te noto
verrò nel parco. Se mancar potrai,
spoglia esangue all'albor mi troverai."
Anima rea!

ORLANDO
Ingrata figlia!

LAMBERTO
Ubaldo,
questo foglio si rechi all'empia Imelda;
ma, pena la tua vita, che l'arcano
è a noi palese a lei si taccia.

UBALDO
Io vado.
Parte.

ORLANDO
Ma dimmi... e qual disegno?

LAMBERTO
Padre, non paventar: fia di me degno?

Partono.

Bosco. Campo de' seguaci di Gieremei. Comincia la notte.

Scena terza
Veggonsi sparsi nel campo gruppi di
guerrieri; s'inoltra una ronda. La vedetta dà la consueta
voce, per riconoscerla: indi Bonifacio.

VEDETTA
Chi viene!

COMANDANTE
Amici; la ronda.

VEDETTA
Alto!
(il comandante riconduce la ronda)

I GRUPPO
Ebben del duce qual è la sorte?

II GRUPPO
Siam quasi giunti presso le porte...

I GRUPPO
Né l'incontraste?

II GRUPPO
Non riede ancor.

I GRUPPO
Ah! qual ritardo!... Mi batte il cor!

II GRUPPO
Del prode a danno se un tradimento...

I GRUPPO
Del fier Lamberto costume usato!...

TUTTI
Ah! se ciò fosse, del vile agguato
l'offesa inulta non resterà!

I GRUPPO
Sangue per sangue!

II GRUPPO
Morte per morte!

I GRUPPO
Sul figlio tenero...

II GRUPPO
Su la consorte...

TUTTI
Il ferro vindice si vibrerà!
Sei stirpe ingrata!... tanto spietata,
che di te stessa non hai pietà!
Eccolo!... Ah! parla! Speme non v'ha?

Vedendo Bonifacio che arriva, lo circondano ansiosi.

BONIFACIO
Dolente a voi ritorno. È spenta, o amici,
ogni speme di pace. Odio il più fero
spira Lamberto ognor; feroce, altero,
ricusa i patti e ne richiama all'armi.

CORO
Oh, pertinacia!

BONIFACIO
La crudel contesa
per sempre a dileguar chiesi mia sposa
Imelda in pegno di amistà. Qual'onda,
che in procelloso mar rincalza il flutto,
rabbia si accrebbe all'ira... Ah! in qual momento
che fui maggior di me troppo rammento!
Imelda a me volgea
le languide pupille,
e tutte mi esprimea
le pene del suo cor!
Quel tenero suo sguardo
quanto mi disse allor!

CORO
All'armi! Su! All'azzardo!
Chi può frenarti ancor?

BONIFACIO
Ah! no! Fermate, o cari!
Son vostre quelle mura...
soave, e dolce cura
un dì del vostro amor!
Sacro dover, natura
sopprima il vostro ardor!

CORO
Freme di orror natura...
anima il nostro ardor!
Sì! Nel cimento
l'oste cadrà!
Qual polve al vento
si sperderà!

BONIFACIO
Ma i vostri figli,
le amate spose
da' crudi artigli
d'insidie ascose
chi salverà?

CORO
Con noi cadranno
se il fato irato
ne opprimerà.

BONIFACIO
Dunque...

CORO
Al cimento!
La via ne addita!
Peso è la vita
nella viltà!

BONIFACIO
(Imelda! Mi attendi!
Seguirmi dovrai...
Ai prieghi ti arrendi
di un misero cor!
Per noi l'ore estreme
se scrisse il destino,
morremo... ma insieme!
Ma esempio di amor!)

CORO
Il grido risuoni
di atroce vendetta,
che spinge, ed affretta
il nostro furor!

S'incamminano verso le mura.

Parco nel recinto della casa Lambertazzi.
Arcate laterali e di prospetto. È notte.

Scena quarta
Imelda, poi Lamberto, indi Bonifacio.

IMELDA
Asconda il denso vel di notte orrenda
l'angoscia mia crudel! L'estremo addio
in questo ermo recinto a ché mi chiedi,
amato Gieremei! L'insidia e l'arte
di Lamberto non sai! Presaga è l'alma
di evento rio, e al muover di ogni fronda
di un traditor paventa il core incerto.
Ma parmi!... Gieremei!

LAMBERTO
Mira! È Lamberto!

IMELDA
Me sventurata!

LAMBERTO
Il favellar sommesso
a te fia legge, o trema!

IMELDA
Deh! per pietà!

LAMBERTO
Tutto mi è noto indegna
a te già guida un contumace affetto
l'iniquo Gieremei...

IMELDA
Me sola accusa...
Io lo richiesi.

LAMBERTO
Ebben, tergine il pianto,
or che Rolando, il padre suo, trafitto
spira l'anima rea...

IMELDA
Come!

LAMBERTO
Da' miei sorpreso,
perì, mentre in Bologna il piè traeva
da remoto sentier...

IMELDA
Barbaro!

BONIFACIO
Imelda!
(chiamandola di lontano)

LAMBERTO
Ei vien!

IMELDA
Che tenti!

LAMBERTO
Udrò celato...

IMELDA
E ancora
di Rolando non basta il sangue? Io fremo.

LAMBERTO
Manca della vendetta il colpo estremo!

Si nasconde. Si avvanza intanto Bonifacio dall'altro lato.

BONIFACIO
Imelda! Amata Imelda!

IMELDA
(Alta, o stelle!)

BONIFACIO
Sian grazie al cielo! Io ti riveggo, e posso
libero favellarti... Immenso amore,
inestinguibil fiamma a te compagna
fa la mia sorte...

IMELDA
(Ah! se sapessi!)

BONIFACIO
Or ora
in questo suolo il passo
inoltreranno i miei... vieni... ti salva
dal periglio fatal!

IMELDA
(Che ascolto!)

BONIFACIO
Il veglio
mio genitor ne attende... oscuro varco
a lui ne guiderà...

IMELDA
(Figlio infelice!)

BONIFACIO
Ma perché taci, o Imelda?
Tanto perplessa, a ché?

IMELDA
Fuggi!... Mi lascia!...

BONIFACIO
Lasciarti! E dirlo puoi?

IMELDA
Qual cruda ambascia!

BONIFACIO
Deh! cedi a chi ti adora!
Amor per me tel chieda!
E se non vuoi, ch'io mora,
vieni... non indugiar!...

IMELDA
Ah! mentre morte rapida
arma l'adunco artiglio,
potrei nel suo periglio
il padre abbandonar?

BONIFACIO
Salvo dall'ira ostile saprò
serbarlo io stesso...

IMELDA
Del fallo mio l'eccesso
di vita il priverà!

BONIFACIO
Allor, che un sacro nodo
avvince i nostri cori,
saranno i suoi furori
calmi dalla pietà!

IMELDA
In sì fatal conflitto
Da un verone di prospetto vedesi attraversare la scena
Lamberto co' suoi seguaci.
ondeggio irresoluta! Natura, amor, delitto...
Tutto mi strazia il cor!

BONIFACIO
Scendi, pietoso Nume!
nell'alma sua smarrita!
Della ragione il lume
dilegui il suo timor!
Ma corrono rapidi,
oh cara! i momenti...
Ti affretta! Deh! sieguimi!

IMELDA
Oh, atroci tormenti!

BONIFACIO
Esposto alle insidie
mio padre ne attende...
Se mai sguardo vigile
lo scovre, il sorprende!...
Oh Dio! questa immagine
già mi empie di orror!

IMELDA
(E come resistere
a tanto dolor?)

BONIFACIO
Fra gli ultimi aneliti
spietata ti chiama...
Già cade tua vittima
chi lieta ti brama...
Oh padre!... Lo sento!
Ei muore per te!

IMELDA
Ah! sì! Ch'egli è spento!

BONIFACIO
È spento! ah! che dici?

IMELDA
Crudeli nemici...
Lamberto lo attese...
Al varco il sorprese...
Ei cadde per me!

BONIFACIO
Oh rabbia! oh furore!
Dov'è il traditore?
L'iniquo dov'è?

IMELDA
Ti calma!

BONIFACIO
E lo chiedi?...
Non senti... non vedi,
che son disperato!

IMELDA
Ohimè! qual fragor?

VOCI DI DENTRO
Si colga all'agguato
il vile, l'indegno!
Quel petto fia segno
al nostro furor!

IMELDA
Oh ciel! non v'è scampo!

BONIFACIO
Ah! d'ira già avvampo!

IMELDA
Deh, fuggi!

BONIFACIO
Da forte almeno morrò!

IMELDA
Son tutti alle porte...
salvarti chi può?

BONIFACIO
Addio per sempre!

IMELDA
Addio!

BONIFACIO e IMELDA
Mai più ci rivedremo!
Ah! salvati, ben mio!
Ecco il momento estremo,
che il nostro cor divide...
e spegne un fido ardor!
E qual dolore uccide,
se reggo in vita ancor?

Bonifacio snuda la spada, e parte. Imelda correndo qual
forsennata per la scena, è fermata da Orlando, che
arriva con una face.

Scena quinta
Orlando, Imelda, indi Lamberto.

ORLANDO
Ove ten fuggi? Ove ti celi, indegna?

IMELDA
Misera! Il genitor!

ORLANDO
Di tanto eccesso
tu capace! tu rea!

IMELDA
Morir mi lascia
nel mio crudel tormento!
Che fia di Gieremei?...

ORLANDO
Trema!

LAMBERTO
(mostrandole il pugnale lordo di sangue)
È già spento!

IMELDA
Ah!

ORLANDO
Quale orror!

LAMBERTO
Questo pugnal, temprato
nel velen più possente,
io gl'immersi nel sen... Va'! Lo ravvisa
ne' suoi singulti estremi!...

IMELDA
Sì!... per lui vo' perir...

Parte disperata.

ORLANDO
Dove?

LAMBERTO
Al suo fato
lascia quel cor ribelle...

Si odono voci di lontano, fragor di armi, e suono di
trombe.

VOCI
All'armi!

ORLANDO
Ah! traditor!

LAMBERTO
Che ascolto!

ORLANDO
Oh, stelle!

Partono frettolosi, snudando i brandi.

La piazza del Primo Atto. Prosegue la notte.

Scena ultima
I seguaci de' Lambertazzi e de' Gieremei
attraversano la piazza combattendo in varie partite.
Fuggono le donne e 'l popolo nel massimo spavento. Indi
Orlando con ferro nudo. Infine Lamberto, che trascina a
stento l'agonizzante Imelda.

I ARMATI
Morte all'empio!

II ARMATI
A' traditori
strage! sangue!

DONNE e POPOLO
Oh, notte orrenda!

I ARMATI
Forti, o amici!

II ARMATI
Ah! fia tremenda
la vendetta!

DONNE e POPOLO
Oh, qual terror!

Ferve maggiormente la pugna e sino al termine
dell'azione.

ORLANDO
Sei paga, o avversa sorte? Altro ti resta
di sventurato padre
l'alma a straziar!

I ARMATI
Cada il nemico.

II ARMATI
Cada!

LAMBERTO
Vieni... spietata donna!

IMELDA
(parlando tra i singulti)
Pietà!!

ORLANDO
Che! Imelda!

LAMBERTO
L'empia
di Gieremei dalle ferite il sangue
sugger volle a salvarlo... ei spira... e tragge
alla tomba l'iniqua...

ORLANDO
Ah! che mai festi!
Vanne lungi da me! Tu orror mi desti!...

IMELDA
(fra i singulti di morte)
Padre!... son... rea... lo vedo!
Ma son tua figlia ancora!...
Almen... nell'ultim'ora...
non... mi... scacciar da te!...
Muore.

LAMBERTO
Al suo destin soccomba!

TUTTI
Qual gelo al cor mi piomba! Oh notte di terror!

Quadro. Si cala il sipario.

FINE

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