Addio, mia bella, addio
l'armata se ne va;
se non partissi anch'io
sarebbe una viltà!
Non pianger, mio tesoro:
forse ritornerò;
ma se in battaglia io moro
in ciel ti rivedrò.
La spada, le pistole,
lo schioppo li ho con me:
all'apparir del sole
mi partirò da te!
Il sacco è preparato,
sull'omero mi sta;
son uomo e son soldato;
viva la libertà !
Non è fraterna guerra
la guerra ch'io farò
dall'italiana terra
l'estraneo caccerò.
L'antica tirannia
grava l'Italia ancor
io vado in Lombardia
incontro all'oppressor.
Saran tremende l'ire,
Grande il morir sarà !
Si mora: è un bel morire
morir per la libertà
Tra quanti moriranno
forse ancor io morrò;
non ti pigliare affanno,
da vile non cadrò.
Se più del tuo diletto
tu non udrai parlar,
perito di moschetto
per lui non sospirar.
Io non ti lascio sola,
ti resta un figlio ancor;
nel figlio ti consola,
nel figlio dell'amor.
Squilla la tromba
l'armata se ne va:
un bacio al figlio mio;
viva la libertà !
Alla mia tomba appresso
La gloria sederà.
E invece del cipresso
Un fior vi spunterà.
Quel fiore, idolo amato,
i tre colori avrà:
lo bacia, e dì ch’è nato
in suol di libertà.
Si stracci il giallo e nero,
simbolo di dolor:
e l’italiano altero
innalzi il tricolor.
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