Nel Settecento Metastasio e Caldara si incontrano e Caldara, su quel capolavoro di libretto, che è l’Olimpiade, compone una delle opere più famose ai tempi. Che oggi la faccenda sia dimenticata, non meraviglia, visto che i critici musicali nostrani sono troppo occupati a esaltare i compositori che industrie discografiche e politica impongono al mercato.

Ma andiamo per ordine. Trapassi è cognome che a qualcuno può suonare nuovo, perché è nel 1715 che Vincenzo Gravina l’ha tradotto in METASTASIO cioè “cambiamento” (in greco). E Metastasio è cognome ben più famoso di Trapassi.

Chi è Metastasio?

Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi nasce a Roma il 3 gennaio 1698 da Felice Trapassi, ex sottufficiale del reggimento di papa Alessandro VIII, e da Francesca Galastri, originaria di Firenze, o di Bologna, come è riportato in molti libri che riguardano Metastasio.

«È stata sempre la nostra Italia feconda madre d’ingegni fervidi, e
sublimi, specialmente nell’arte poetica. Dante, Petrarca, Tasso,
Ariosto, e tanti altri Classici Autori ne danno luminose riprove
e in Epica, e in Lirica. Solo il genere drammatico, che è una parte rispettabile della Poesia, era in uno stato infelice, e, ad eccezione di alcune passabili produzioni, veniva coltivata poco. Al celebre Abate Pietro Metastasio Romano era riservata la gloria di portare questa parte della Poesia ad un grado cosi sublime, al quale è giunta per opera sua. Di questo immortale Poeta io con piacere intraprendo a scriver la Vita, mentre con questo rendo giustizia al merito d’un mio Concittadino, che con tanti bellissimi Drammatici Componimenti ha reso splendore non meno a Roma sua patria, che all’Italia tutta»
(libero adattamento di Luca Bianchini della Vita di Metastasio del Puccinelli stampata a Roma nel 1786).

Metastasio e Caldara “collaborano” assieme

Metastasio scrisse nel 1733 il libretto dell’Olimpiade che fu musicata da Antonio Caldara. Il libretto strepitoso fu così affidato a un autore straordinario, oggi celebrato più di Bach, che l’eseguì trionfalmente a Vienna il 28 agosto 1733.

Metastasio non scrisse L’Olimpiade per Caldara, ma compose i suoi drammi su committenza dell’imperatore Carlo VI per celebrare l’onomastico o il compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina, ovvero per la committenza di Elisabetta Cristina per celebrare il giorno del nome di Carlo VI e per il giorno di nascita di questi (fonte Mario Valente, Presidente della Fondazione Metastasio)

Come Kapellmeister, Antonio Caldara era quindi obbligato a mettere in musica quei drammi metastasiani. Caldara non lo fece certo per scelta. Fu quindi Necessità a fornirgli l’occasione giusta per produrre uno dei maggiori successi musicali di quel tempo.

Non è mai segnalata nell’epistolario di Metastasio alcuna collaborazione con Antonio Caldara né per l’intonazione de L’Olimpiade del 1733 né per Demetrio (1731), né per Adriano in Siria (1732), né per Demofoonte (1733), né per La clemenza di Tito (1734), né per Achille in Sciro (1736), né per Ciro riconosciuto (1736), né infine per Temistocle (1736)
(fonte Mario Valente, Presidente della Fondazione Metastasio)

(Per approfondimenti visita il sito ufficiale della Fondazione Metastasio: http://www.pietrometastasio.com)

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ASCOLTO

Antonio Caldara, Aria “Mentre dormi, amor fomenti” dall’Olimpiade (1733), libretto di Pietro Metastasio.

Dopo aver ascoltato, ti invito a proseguire la lettura!

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