Gli italiani, sopra tutti Cambini, Rauzzini, Giordani, Giardini e Boccherini oltre Cirri, Lorenziti, Traversa, Borghi e Pugnani “sono i più audaci e sperimentano senza posa, nuove combinazioni formali e nuovi atteggiamenti stilistici: in loro il Quartetto veramente vive: appunto perché si trasforma”. Quando Haydn e Mozart riprendono a scrivere Quartetti, “un nuovo compositore già è pronto all’orizzonte: il Viotti”.
 
Cirri, Concerti per violoncello
 

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