[ biografia ][ opere ]

Le celebrazioni
verdiane del 2001

(articolo pubblicato su italianOpera nel 2001)

Verdi ritratto da Boldini
Ritratto di Giuseppe Verdi (Giovanni Boldini, 1886)

Ogni anno ricorre l'anniversario di qualche personaggio storico importante o di un fatto significativo o di quant'altro serva da punto di riferimento per la nostra memoria smarrita, che non vuole dimenticare chi ha lasciato un segno indelebile di sè, specie in campo letterario, artistico e musicale. Nulla di strano che si voglia celebrare nel 2001 l'anniversario della morte di Giuseppe Verdi, e che l'opinione pubblica sia tutta eccitata per le iniziative e i numerosissimi concerti e che cerchi di approfondire o di conoscere l'opera e la biografia del musicista.

Ma proprio nel 2001 corrono gli anniversari anche della morte di Domenico Cimarosa e della nascita di Vincenzo Bellini, tra i tanti altri degnissimi di ricordo. Si obietterà che fu proprio Verdi l'eroe in musica del nostro Risorgimento e gi altri due invece no, dimenticando che Bellini fu addirittura carbonaro e che l'ultima sua opera, i Puritani, l'ha scritta Carlo Pepoli, patriota italiano imprigionato dagli austriaci e in esilio a Parigi, oppure che Domenico Cimarosa morì nel 1801 per le offese e i patimenti subiti nella sua prigionia comminatagli per motivi politici sotto i Borboni.

Se celebrazioni devono esserci, servano appunto a ricordare, non a dimenticare. Accanto al grande Verdi italianOpera mette sullo stesso piano Cimarosa e Bellini. Il primo è stato uno dei maggiori operisti del secondo Settecento, ammirato in tutta Europa e divenuto l'emblema della musica italiana. Del secondo tutti apprezzano i capolavori operistici per la cantabilità, il lirismo e una sensibilità, che ha pure influenzato lo stesso Verdi.

Motivi politici, economici, editoriali spingono i teatri a una rivalutazione che ci sembra a senso unico.Per oltre cinquant'anni, dal 1839, l'anno della sua prima opera Oberto conte di San Bonifacio fino all'ultima Falstaff del 1893, Giuseppe Verdi fu uno dei protagonisti del teatro musicale italiano. Grazie anche all'amicizia e allo stretto legame professionale ed economico che lo univa alla casa editrice Ricordi di Milano, la popolarità delle sue opere è sopravvissuta, forte e inattaccabile per più di un secolo. Per altri grandi musicisti si parla infatti più di 'recupero', di prime esecuzioni in epoca moderna. I melodrammi verdiani sono quasi tutti rimasti in cartellone e sono allestiti regolarmente.

Quale potrebbe essere il segreto dell'eterna giovinezza che conserva intatta la musica di Giuseppe Verdi in un'epoca contraddistinta dal consumismo, dalla velocità, dal correre rapido degli eventi anche in campo culturale, dalla necessità di proposte nuove. In cosa consiste l'immutabile splendore dell'astro verdiano e la riproposta continua delle sue opere? Giuseppe Verdi in un lungo arco creativo compose 25 melodrammi, quasi tutti di argomento serio o drammatico ad eccezione di Un giorno di regno e di Falstaff. Dal punto di vista musicale le pagine operistiche sono geniali e costruite con solidità armonica, contrappuntistica e ottimi esiti espressivi. Come quelle ad esempio di Donizetti, di Mayr, di Bellini, di Rossini, di Pacini e prima ancora di Cimarosa.

Anche Verdi, come tutti questi grandi autori, ha degli alti e bassi, delle vette di originalità e talora qualche cedimento, per cui in una stessa opera, nel complesso indubitabilmente 'grande', non tutto riesce e risulta un capolavoro. Si tratta certo di musica che rappresenta un'epoca e che ha ancor oggi molto da dire e nella quale Verdi, come gli altri compositori, ha infuso i propri sentimenti, le proprie aspirazioni e le proprie idee. Il nome di Giuseppe Verdi è particolarmente legato alle vicende storiche del periodo risorgimentale. Fu un autore che seppe trasfigurare infatti con fervore ed intensità drammatica le sofferenze, le attese e le gioie delle generazioni protagoniste del nostro Risorgimento. La frequentazione dei circoli culturali milanesi e del salotto della contessa Clara Maffei lo portò ad aderire alle idee mazziniane e repubblicane. Nei suoi primi melodrammi, composti all'età di circa trent'anni, rappresentò sulle scene i moti del popolo destando nel pubblico italiano sentimenti patriottici e grande partecipazione emotiva.

Nel Nabucco allestito nel 1842 alla Scala il coro 'Va pensiero sull'ali dorate', intonato dagli ebrei esuli e oppressi dallo straniero, risuonò come voce del popolo italiano. L'anno seguente, ne I Lombardi alla prima crociata il gemito corale dei crociati che invocavano il 'Signore, dal tetto natio' manifestava la religiosa pietà dell'autore per le sofferenze degli umili, mentre il pubblico era eccitato dal successivo grido di guerra. Così in Ernani, messo in scena alla Fenice di Venezia, il significativo contrasto fra l'eroe e il potente, fra libertà e autorità, e il coro "Si ridesti il leon di Castiglia', provocò ai suoi tempi dimostrazioni patriottiche. Verdi in sei o sette anni di intenso lavoro acquistò successo e popolarità, diventando così per la coscienza collettiva l'autore liberale, che meglio poteva esprimere in musica gli aneliti rivoluzionari e i fervidi sentimenti di libertà. Il suo nome era caricato di significati politici e l'esclamazione 'Viva V.E.R.D.I' che circolava sulla bocca dei sostenitori dell'unità italiana stava a significare 'Viva Vittorio Emanuele re d'Italia'.

Anche Cimarosa e Bellini hanno creato una musica tutta italiana, ma sembra che lo stereotipo di un Verdi politico abbia fatto più presa, magari solo per quel 'Viva V.E.R.D.I' replicato da un'infinita catena di cronisti. Le celebrazioni verdiane interessano tutta Italia. Anche a Sondrio e nella relativa provincia , grazie agli Amici della Musica di Sondalo e al CID del capoluogo, le popolari melodie del grande operista risuoneranno da marzo ad aprile da Morbegno a Bormio, passando per Tirano.

Il percorso verdiano si concluderà in aprile al Pentagono di Bormio con l'allestimento del Falstaff realizzato dall'As.Li.Co con l'Orchestra Stabile di Como.Di Bellini e Cimarosa ovviamente nessunissima traccia, nè in Valtellina, nè in tanti prestigiosi templi della musica italiana.

[ biografia ][ opere ][ Home ]