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Marcantonio Franceschini, Giaele e Sisara, 1678,
Pesaro, Palazzo ducale

Progetto Mayr

Sisara

Oratorio biblico
in due parti
per soli, coro e orchestra

VENEZIA
Conservatorio di San Lazzaro dei Mendicanti
il 31 marzo 1793 e il 1 aprile 1793, ivi replicato il 19 e il 20 maggio e nel 1794 (verrà riproposto nel 1795 all'Hoftheater di Monaco, nel dicembre del 1796 e nel 1797 a Lucca, poi nel 1805 e nel 1813 a Milano e il 27 agosto 1808 a Bergamo, alle Lezioni Caritatevoli di Musica: a Donizetti fu assegnata la parte del protagonista, virtuosisticamente impervia).
Un manoscritto del Sisara è a Bergamo (I-BGc Mayr Fladone 161/2 con parti autografe e altri fogli scritti dal copista veneziano del Verter di Mayr, o da Mayr stesso).

Poesia
GIUSEPPE MARIA FOPPA
(Venezia, 12 agosto 1760 - Venezia, 1845)

Musica
JOHANN SIMON MAYR
(Mendorf, 14 giugno 1763 - Bergamo, 2 dicembre 1845)

La revisione di Sisara è di Anna Trombetta e Luca Bianchini. L'Oratorio è stato eseguito a Bergamo, Como e Lecco nel 1998 per il Giubileo di fine millennio ("La Bibbia nella Musica"), direttore PierAngelo Pelucchi.

Abbiamo pubblicato un'analisi del Sisara in "MAYR, DE BASSUS, AMBROSIONI E GLI ILLUMINATI DI BAVIERA: contributo sulla musica massonica di Mayr e sul commercio di libri, che videro coinvolti il compositore tra Poschiavo, Bergamo e Venezia", italianOpera 2003.
In questo lavoro è ampliato e approfondito l'intervento "MAYR, DE BASSUS, AMBROSIONI E GLI ILLUMINATI DI BAVIERA ..." richiesto a Luca Bianchini il 25 giugno 2001 dal Comitato bergamasco per le celebrazioni mayriane in occasione dei 200 anni dalla nomina di Giovanni Simone Mayr come Maestro di Cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo (1802-1902).
Nella prefazione ringraziamo il Comitato delle celebrazioni mayriane, costituito da Francesco Bellotto, Giulio Orazio Bravi, Pieralberto Cattaneo, Marcello Eynard, Valeriano Sacchiero, Rodobaldo Tibaldi, Virgilio Bernardoni e PierAngelo Pelucchi, per il contributo versato a Luca Bianchini nell'ottobre del 2002.
Le nostre ricerche integrano gli Atti del Convegno; per l'utilizzo o la citazione anche parziale del testo chiediamo siano citati i nomi di Anna Trombetta e Luca Bianchini.

In questo Oratorio, che ha per protagonista Sisara, la vicenda biblica non segue l'interpretazione ufficiale: è stravolta, perchè l'eroe è Sisara, non Debora. Giaele, sedotto il generale nemico, usa il picchetto e non la spada, oggetto maschile sconveniente, per assassinarlo (vedi il caso Mayr). Il libretto di Giuseppe Maria Foppa rispetto ad Haendel e al testo biblico rende espliciti sia l'adulterio della donna, che la sua perfidia macchiavellica.
La musica di Mayr e il testo (nello stile di William Hogarth) contengono spunti della Società segreta degli Illuminati di Baviera (ad esempio i simboli 3x3). Sotto l'apparenza religiosa, celano il contenuto politico (vedi l'analisi dell'Oratorio).
Anche Manzoni nell'ode civile "Marzo 1821" evocherà l'immagine di Sisara durante i primi moti carbonari. L'entusiasmo patriottico espresso dal ritmo dei decasillabi, si unirà in Manzoni al tema biblico di un Dio guerriero e vendicatore, che approva le guerre giuste e punisce gli oppressori. La lirica non sarà pubblicata per evitare guai con la censura austriaca; sembra che Manzoni l’abbia bruciata, riscrivendola a memoria ventisette anni dopo, nel 1848, in occasione delle cinque giornate di Milano:

Sì, quel Dio che nell’onda vermiglia
Chiuse il rio che inseguiva Israele,
Quel che in pugno alla maschia Giaele
Pose il maglio ed il colpo guidò;
Quel che è Padre di tutte le genti,
Che non disse al Germano giammai:
Va’, raccogli ove arato non hai;
Spiega l’ugne; l’Italia ti do.

Files MIDI e MP3 del Sisara di Mayr

Deborah di Georg Friedrich Händel

Debora e Giaele di Ildebrando Pizzetti

La simbologia del Sisara

Personaggi
Sisara, Generale dell’esercito del Re cananeo Azov (Mezzosoprano);
Jahel, Ragazza israelita, moglie di Eber il kenita (Soprano);
Debora, Profetessa e Giudice d'Israele (Soprano);
Barac, Generale e Giudice d'Israele (Soprano);
Abra, Schiava israelita al servizio di Jahel (Soprano);
Thamar, Schiava israelita al servizio di Jahel (Soprano);
Dina, Schiava israelita al servizio di Jahel (Soprano);
Elcana, Schiava israelita al servizio di Jahel (Soprano);
Popolo d’Israele (Coro di Soprani e Alti)

Il popolo d'Israele è sottomesso al re cananeo Azov, ed eleva incessantemente preghiere a Dio per ottenere la libertà. Barac (generale e giudice d'Israele) si reca da Debora (profetessa e giudice) per sapere se è finalmente giunto il tanto sospirato momento di poter affrontare l'esercito del re oppressore. Debora profetizza la vittoria di Barac sulle truppe comandate dal generale Sisara, ma predice che la morte di quest’ultimo avverrà per mano di una donna. Debora chiama alla battaglia Israele, e i nemici dopo un’aspra lotta vengono sbaragliati. Sisara fugge dalla battaglia e, ormai sfinito, giunge in un luogo tranquillo; ad un tratto ode in lontananza le trombe che annunciano la vittoria di Israele e si dispera per la sorte che gli è toccata, invocando la morte perché lo sottragga al disonore. Lo sente Jahel (giovane donna e moglie di Eber il Kenita), la quale sa che la completa vittoria d'Israele su Sisara è nelle proprie mani. Jahel invita Sisara nella propria tenda e le sue schiave (Abra, Thamar, Dina ed Elcana) offrono all’ospite latte e frutta. Sisara, dapprima titubante, si lascia sedurre dalla donna che gli chiede di lasciare tutto per stare con lei. Sisara accetta la proposta di Giaele, che lo invita prima a riposare per ritemprarsi dalle fatiche della battaglia. Il generale si addormenta ed allora Jahel, preso un paletto della tenda, a colpi di martello lo conficca nella tempia di Sisara. Compiuta la profezia, Jahel trionfante mostra il nemico ucciso a Barac e Debora e riceve la ricompensa in denaro.

PARTE PRIMA

(1) Sinfonia

(2) Introduzione con Coro (Debbora, Barac, Coro)
Coro Trementes, pallentes, tu numen solare
en proni gementes ad aram ad te.
En lacrymas vide, suspiria tu senti,
da veniam tuae genti, quae vivit in spe.
Stridet horribilis procella barbara,
heu, quanta fulmina stant super me!

(3) Recitativo (Debbora, Jahel, Barac)
Debbora
Qualis terror in vobis? Cur ploratis?
Et cur palpitas, cor?
Jahel
Debbora, o coeli! Nescis quod hostis
reus omnia subvertit?
Barac
Ignoras quod evertit omnia quae occurrunt ei?
Debbora
Non est in coelis, non est Abrahami Deus?
Barac
Vera tu dicis: sed nos...
Debbora
Non valet ipse hostis perfidus ad caedem?
Barac
Valet: sed quaeso dic: tu non respondes?
Jahel
Quid? Videte, oh quam accensa est facies sua...
ecce tremit... exauditae, ah, non sunt preces nostrae!
Debbora
Audite, audite!

(4) Aria (Debbora)
Omnipotentis Dei
in ore meo vox tonat.
Gaudete, palmam donat,
splendet victoriae fax.
Amica et suspirata
spirat jucunda quies,
olivis coronata
accedit alma pax.
Surgite ad arma,
pergite ad arma, fortes.
Pergite in bello, fortes,
strages portate et mortes,
sit hosti extrema nex.

(5) Recitativo (Debbora, Jahel, Barac)

Barac
Ad pugnam curro: tu me rege, o Deus:
precipitatus cadet hostis reus.
Jahel
Vadam et ipsa jam.
Debbora
Tu siste, et audi: ad vallem perge ubi
tentorium tollit Haber maritus tuus.
Veniet... nil dico... veniet... mulier,
pro te grandia predico.
Jahel
Quid verba sua dixere! Sum mulier,
sum curiosa, ardeo videre!

(6) Coro

Victoria clamate, vos colles et montes.
Victoria sonate, vos prata, vos fontes.
Tu Israel, triumpha, en laurus, en pax.

(7) Recitativo-Arioso (Sisara, Jahel)

Sisara
Iniqua, ingrata sors. Fortem vicisti.
Sisaram prodidisti; perfida, gaude.
Vide triumphatorem: hostis mundi
terrorem, devictum, vulneratum,
tremantem, consternatum.
Jahel
(Quid cerno? Quis est ille? Fremit...
plorat... audiam inobservatam et sciam cur
tam in eum sit sors irata).
Sisara
Sisara, quid de te?
Jahel
Sisara? (Ah Debbora intelligo tua verba.
Quid agam? Quaeso, rege, numen tu, cor; in me quae
volvo in mente, Deus, aeterne, secunda.)

(8) Recitativo (Sisara)

Qualis sit locus iste? Hic circum aura
levis murmure spirat grato. Aves canorae
tremulas inter frondes canent modulo dulci,
undique regnat quies jucunda et serena et
solum restat mihi acerba poena.

(9) Cavatina (Sisara)

Dulces aurae, rivi amici,
herbae molles, prata amoena.
Ah vos dicite infelici
si speranda est alma pax.

(10) Recitativo (Barac, Jahel)

Barac
Jahel!
Jahel
Tace et ausculta: ipse quem
stratum super herbas tu vides est Sisara.
Barac
Quid ais?
Jahel
Nuper audivi nomen in labiis suis:
Debbora, intelligo nunc tua vota.
Barac
Quid ages?
Jahel
Deus me inspirat: sinite solam me.
Barac
Vado securus pro gente mea de fato,
dum opus regis tu, vere beato.

(11) Aria (Barac)

In te confido, o mulier fortis,
tu laetae sortis, tu nostra spes.
Non pertimesco fatum crudele;
dum cor fidele, tu mecum es.

(12) Recitativo (Jahel, Sisara)

Jahel
Quid agam? Quaeso rege, numen tu, cor in me.
Quae volvo in mente, Deus aeterne, secunda.
Sisara
Adhuc, tormenta, infelicem torquetis?
Jahel
Etiam delirat.
Sisara
Ubinam te abscondes, Sisara inhonoratus?
Quidnam dicent de te, dum te videbunt?
Gentes (oh pudor meus), gentes ridebunt.

(13) Recitativo-Arioso (Jahel)

Ne tardes, Jahel, ad opus.
En accedit momentum fortunatum,
fortunatum quid dico,
heu qualia et quanta
rea pericula cerno.
Quid? Timebo?
Ah non... mulier,
et pulchra imo, ridebo.

(14) Aria (Jahel)

Quercus annosa elata
de fulgure non tremit,
et dum procella fremit,
est magis firma in se.
Sic ipsa non pavesco,
corde animosa ardenti:
sed dona, o Deus, fidenti
vires in tanta re.


(15) Recitativo (Sisara, Elcana)

Sisara
Lasso, defatigato requies ubi?
Ubi quies? Ah, stellae ingratae, nimis
sanguinea luce splendetis vos. Heu me,
quis dicet mihi: Miser dolores leni
et ad securitatem veni?
Elcana
Veni...
Sisara
Quis loquitur ad me? Quis erit?
Stulte! Echo me illudit.
[Oh quam sunt bellae quae
veniunt ad me, cara puella.]

(16) Duetto (Dina, Elcana)

Vas lacte repletum
en accipe et bibe,
est donum completum
si bonum pro te.

(17) Recitativo (Sisara, Thamar)

Sisara
Dona a vobis oblata, o vere mihi
grata! Dicite: quaenam estis?
Respirabit provobis haec mea vita?
Mea pena erit finita?
Thamar
Erit finita.

(18) Duetto (Thamar, Abra)

En terrae fecundae en fructus suavis,
en terrae fecundae en fructus jucundi
ne tibi sit gravis, en accipe ab me.

(19) Recitativo-Arioso (Sisara, Thamar, Abra)

Sisara
Quod portentum! Quae nova oculis
meis pulchritudo? Loquimini, o dilecta;
dicite, meae puellae, ubi sum! Quae vos
estis! Si cor meum a malis sublevetur!
Et si soletur hodie!
Thamar e Abra
Hodie soletur.

(20) Arioso (Sisara)

Ubi sum? Oh Dei parentes!
Vivo... aut sopor nunc me inundat?
Ah, quae dulcis me circumdant
quies amica et alma pax.
(21) Aria (Sisara)

Ah, mora celeri in me, cor, palpitas;
affectus teneri, vos sentio in me;
o dies dulcissima, o sors amabilis;
cor meum, tu jubila in laeta spe.

(22) Recitativo (Jahel)

O virorum fortissime, tu mecum?
O felix domus mea! Puellae amatae,
ipsi bona praestate, quae sylvestris
paupertas sed cor sincerum dat.
Sincerum crede: mane, veritas,
hic superna in sede.
(23) Duetto e Coro (Jahel, Sisara, Coro)

Jahel
Veni solare et ride,
omnia parata vide,
o grandis vir, pro te,
o grandis vir, cum me.
Sisara
Venio...sed pes recusat...
venio...sed cor repugnat...
et volo et nolo, o coeli!
Dubium opprimit me.
Coro
Cur trepidas, amice?
Cur pavet cor in te?

Sisara
Ah, scio quod est miserrimus,
qui incaute credit, feminae;
syrena est ea venefica,
ridendo occidet te.
Jahel
Immago est innocentiae,
o quae stultitia in te!

PARTE SECONDA

(1) Recitativo (Sisara, Abra)

Sisara
Quaeso, puella, loquere sincera.
Abra
Sincera quam tu vis.
Sisara
Amor, quem mihi Jahel tam
ardens demonstrat, verus est?
Abra
Et tu dubitas?
Sisara
Me impellit ad trepidandum vis ignota.
Abra
Ah! Sine dubia quae offendunt
suum dulcem amorem,
et cordis longe a te fuga timorem.
(2) Aria (Abra)

Pacem spera suspiratam
ubi vivit cor sincerum,
vitam tibi fortunatam
verus amor certe dat.

(3) Recitativo (Sisara, Jahel)

[Sisara
Amabilis, irata, adorabilis, amans, tu Jahel, prodis me.
Sisara, vade: laquaeum fuge mortale atque fatum pro
te nimis fatale.]
Jahel
Sisara...
Sisara
Fugiam, fugiam...
Jahel
Siste, ingrate! Senti...
Sisara
Parce... martialis honor meus vocat ad bellum me.
Jahel
Prius, quaeso, oh care, quiesce...
Sisara
Requiem nolo.
Jahel
Ah non: exoro; pretiosa mihi vita tua.
Sisara
Pretiosa...
Jahel
Magis ipsa mea vita.
Sisara
Ah! Cara!
[(Stulte! Ars terribilis ista!)
Jahel
Tu non credis tenero amori meo? Crudelis!
Sisara
Senti... credam, sed tu... sed ego... anima mea,
tu ploras? Fletum terge. Resto...]
(Ubi ratio! Ubi mens!)
Jahel
Cor infidele.
Sisara
Quem credis non, non sum ego...
(opem requiro a vobis, coeli)
oh Deus! Ardeo, deliro.

(4) Duetto (Jahel, Sisara)

Jahel
Resta, o care, et me solare,
quae non vivo ni pro te.
Sisara
Vade et parce, ad te redibo;
crede, o coeli, occidis me.
Jahel
Ah, te occido dum te adoro;
heu, misella, vane ploro.
Sisara
Me seducit nimis bella
Ah, sta firmum, cor, in me.
Jahel
Crede, crede cordi amanti;
veni, praecor ,veni ad me.
Sisara
Fugam verte deliranti;
vade, vade, tentas me.
Fugam gere deliranti;
vade, vade tentas me.

Jahel
Crede! Veni! Veni ad me.
Sisara
Fugam sine deliranti;
vade, vade, occidis me.

(5) Recitativo (Barac, Debbora)

Barac
Quid actum sit? Ego pavesco.
Debbora
Qualis timor in te? Ne dubites.
Barac
Sed adhuc non cerno ad nos Jahelem.
Debbora
Brevi revertet; crede mihi. Tolle
a corde tuo trementi umbras omnes terroris.
[Barac
O mulier adorata, est pax in corde tuo
pro te velata.]

(6) Aria (Barac)

Ah, cor, tu consola;
o pax suspirata,
tu cara, tu sola,
tu dulcis pro me.
Vos, umbrae funestae
terroris, abite;
vos sinite, infestae,
ni cadam a spe.

(7) Recitativo (Jahel)

Adiuva, aeterne Deus, manum armatam tui nominis
ad gloriam. Cessit Sisara laquaeis et me adorat;
ad somnum brevi hic, spero, se donabit et amplius
auras vitae respirabit.

(8) Arioso (Sisara, Jahel)

Sisara
Quod silentium, quae tacita,
profunda imperat circum nox.
Sisara, lassus et pugna et via,
te ad requiem dona, in somnis
si misero fas est quietis momenta,
tua funesta sepeli empia tormenta.
Dormiam!
Heu me! Quis clangor tubae;
ad pugnam hinientes currunt equi,
arma et furores omnia subvertunt jam.
Sisara, anhelant sanguinem hostes.
Heu vulnus mortale vibrant jam in me.
Quoniam me abscondo?
Aut vado? Gentes... auxilium...
vacillo... tremo! Cado!
Jahel
Clamor unde?
Sisara
Quis est?
Jahel
Amica, et amans, en Jahel ad te.

Sisara
Ah! Tu [cara, somniabar.. (manca una carta)

(Sisara:)
Quale presentia tua dulce
levamenmihi donat...in me quasi renata
est dulcissima quies, mulier amata.]

(9) Aria (Sisara)

Veni, o cara, ad me vicina;
senti, cor te semper clamat;
te, o dilecta, semper amat;
vitam quaerit cor a te;
te o dilecta solam amat.

(10) Arioso (Jahel, Sisara)

Venio. Fuge, monstrum cerno in me saevire.
Tu... sum ipse,.. Tu... est ille... Ah...
quae poena, sibilando vult ferire.
Ah, consola, ad sinum vola
chara mulier tu mea spes. Veni.
Sisara
Fugo.
Jahel
Veni.

(11) Recitativo (Jahel)

Tam fortis vir pavescit?
Tantus timor te certe non est dignus...
tace... dormi, et tua poena
in placido sopore sit finita:
ne timeas, care, me. Dormi, mea vita.

(12) Duettino (Jahel, Sisara)

Sisara
Veni, somne...
Jahel
Somne, accede...
Sisara
Timor, fuge....
Jahel
Ab eo recede...
Sisara
Resta...
Jahel
Resto...
Sisara
Mecum...

Jahel
Tecum...
Sisara
Nunc in placido sopore
non est amplius reo timore
agitatum cor in se,
sed tranquillum est in te.

(13) Recitativo (Jahel, Barac, Debbora)

Jahel
Dormi, perfide, dormi et habe
in somnis mortem aeternam.
Clavus hic et malleus
opus conficiant grande:
ictus mortales, eja, cadite!
Oh Deus! Summa tua gloria!
Felix ego, venite, ecce victoria!
Barac
Coeli! Quid cerno!
Debbora
Tibi ego quid dixi?
O mulier, tu ministra vindictae
summi Dei, gaude et triumpha,
atque posteris restet celebratum
nomen tuum summo honore et adoratum.


(14) Aria (Debbora)

Hostes fugati frement,
est nobis pax renata,
jucunda et fortunata
consurget dies pro te.


(15) Recitativo (Barac)
Impera, mulier, tu quid vis: parebo;
te divitiis implebo, noscimus omne a te:
cuncta debemus, a quo pacem et vitam
nunc habemus.

Arioso (Jahel) [.....]
Aria (Jahel) [.....]

(16) Finale (Debbora, Barac, Coro)

Coro
Vive, superne Deus!
Vive, immortale numen!
tu nostrae menti lumen,
tu salus nostra et pax.
Barac, Debbora
Quam dulce canere
te, Deus aeterne;
dulce repandere
grates cantando,
grates laudando.

Coro
Vive superne Deus...
Barac, Debbora
Haec omnibus tradetur
nepotibus memoriae...
Soli e Coro
et Deus benedicetur
cum canticis et gloria.
Vive, superne Deus...

Deborah di Händel.

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