TESTO DEL LIED

"Misero mi . . . Misero pargaletto"
di anonimo

Misero me! Qual gelido torrente
Mi ruina sul cor! Qual nero aspetto
Prende la sorte mia! Tante sventure
Comprendo alfin. Perseguitava il cielo
Un vietato imeneo. Le chiome in fronte
Mi sento sollevar. Suocero e padre
M'è dunque il re? Figlio e nipote Olinto?
Dircea moglie e germana? Ah, qual funesta
Confusion d'opposti nomi è questa!
Fuggì, fuggì, Timante! Agli occhi altrui
Non esporti mai più. Ciascuno a dito
Ti mostrerà. Del genitor cadente
Tu sarai la vergogna: e quanto, oh Dio,
Si parlerà di te! Tracia infelice,
Ecco l'Edipo tuo. D'Argo e di Tebe
Le Furie in me tu rinnovar vedrai.
Ah, non t'avessi mai
Conosciuta, Dircea! Moti del sangue
Eran quei ch'io credevo
Violenze d'amor. Che infausto giorno
Fu quel che pria ti vidi! I nostri affetti
Che orribile memorie
Saran per noi! Che mostruoso oggetto
A me stesso io divengo! Odio la luce;
Ogni aura mi spaventa; al piè tremante
Parmi che manchi il suol; strider mi sento
Cento folgori intorno; e leggo, oh Dio!
Scolpito in ogni sasso il fallo mio.
Misero pargoletto,
Il tuo destin non sai.
Ah! non gli dite mai
Qual era il genitor.
Come in un punto, oh Dio,
Tutto cambiò d'aspetto!
Voi foste il mio diletto,
Voi siete il mio terror.