TESTO DEL LIED

"Or che il dover . . . Tali e cotani sono"
di anonimo

Or che il dover m'astringe,
In scelte e corte rime
Grato mostrarmi a qual onor sublime,
Di cui ci ricolmaste, o prence eccelso,
Ne' miei pensieri immerso
Ricerco un buon concetto.
Rumino colla mente,
Penso, ripenso, e poi non trovo niente.
Febo e le Muse in mio soccorso imploro;
Compariscono tutte a me dinanzi,
Confuse in volto e colle cetre infrante.
D'un simile scompiglio
Le chiedo la ragion, tacer le miro,
E dopo mille al più sospir cocenti
Una così ripose:
Riverendo pastor, t'accheta, e in simil
Giorno non obbligarci a dire il nostro
Scorno; sulle rive della Salza ogni
Nostro potere, ogni saper fu crine
Da quella luce onde il suo prence è cinto.
Tali e contanti sono
Di Sigismondo i merti,
Che i nostri ingegni incerti,
Non sanno qual riverendo cor.
Se la pietà si canta;
La giustizia non cede,
Ch'ogni virtù, riverendo,
Siede in trono suo cor.