TESTO DEL LIED

"Diletto e spavento del mare"
di G. Mazzoni

Quando il ceruleo mare d'un'aria quieta s'increspa
Mi si commuove il core di placida gioia: la terra
Più non m'alletta e quella pace m'invita a la barca.
Ma se risuonan grigi i flutti e ribollono curve l'onde
Ed i cavalloni spumeggiano lunghi rompendo,
Guardo a la terra, guardo agli alberi, e fuggo dal mare.
Caro m'è allora il suolo, mi piace la selva tutt'ombre
Dove se il turbin soffia, pur sempre vi cantano i pini.
Misero il pescatore! Che in cambio di casa ha la barca,
Ha per travaglio il mare, ne' pesci vaganti ha le prede.
Dolce me prenda il sonno ne l'ombra d'un platano folto
E mi diletti il lene rumor d'una fonte vicina
Che non spavento induce ma caro diletto al villano.