TESTO DEL LIED

"Il clefta prigione"
di Niccolò Tommasèo (1802-1874)

Oggi, Demo, gli è pasqua, oggi fiera:
I prodi fan festa, e tirano al bersaglio:
E tu, Demo mio, a Giànnina, alla porta del visire,
In catene, in ceppi, in trista carcere.
E tutto il mondo tel dicevano, e Turchi e Romei:
Demo caro, sta savio, se ti tocchi l'armatolato.
"E che mal vi fec'io, che piangete su me?
Faccia Iddio e la Vergine e sire san Giorgio,
Che guarisca la mia mano, ch'io cinga la spada,
E alfin venga la primavera, venga la state,
Che s'infrondino i rami e chiudano le viottole,
Ch'io prenda il mio fucile, ch'io cinga la mia spada,
Ch'io pigli l'opposto lato dei monti, dell'alte cime,
Ch'io faccia arrosto pecore pingui e grossi montoni,
Ch'io lasci madri senza figliuoli, spose senza mariti."