TESTO DEL LIED

"Le lagrime d'Erminia"
di Torquato Tasso (1544-1595)

La bella Erminia, sconsolata amante,
sopra il caro Tancredi egra piangea,
et al bel volto suo, tutta tremante,
ape infelice, ad hor, ad hor scendea;
e da quel fior di sua beltà mancante
fiamme d'amor, gelo di duol suggea,
quando ne' chiusi lumi ov'ella visse
fermò lo sguardo e sospirando disse:
"Tancredi? ò sanguinoso ò lagrimato
mio bene, Erminia vivi e miri estinto
il tuo core, ii tuo sol vedi ecclissato
nel ciel d'amor d'ombre notturne cinto?
Ahi bellezza languente, ò volto amato,
nel tuo pallor, nel mio dolor dipinto,
fra le tue belle guancie afflitte e smorte
muore la vita mia con la tua morte.
"Amor privato di tuoi luci ardente
nel bel terreno de' tuoi lumi giace,
sepolta tiene la tua bocca algente
amorosa sua tomba oggi mia pace.
La tua morte bellezza il cor dolente
aspreggiando lucenga offende e piace,
e s'ardo in vano, e se tu ghiaccio sei
nei ghiacci tuoi vivon gl'incendi miei.
"Piaghe che 'l sangue di versar soffriste,
caro nido de l'alme e degli amori,
mentre irrigate con purpuree liste
le sue gelide neve e i freddi avori,
impiagate quest'alma onde poi miste
sian le ferite e gli ultimi dolori,
e cosi unito al vostro sangue in tanto
si spanda il sangue mio per gli occhi in pianto.
"Morte ch' a me ti tolse hor mi conceda
in difetto d'amor gli estremi baci,
freddi e languidi baci infausta preda
di sfortunato amor larve fallaci.
Cosi nei baci miei l'alma posseda
fra le tue labbra I'ultime sue paci,
si ch'io morendo a la tua bocca unita,
sol viva in te fin ch' i miei baci han vita."