Gaetano Donizetti

(1797-1848)

Ugo, conte di Parigi

Tragedia lirica in 2 Atti di Felice Romani, è stata rappresentata a Milano (Teatro alla Scala) il 13 marzo del 1832

Personaggi

Bianca, principessa d'Aquitania fidanzata al re (Soprano); Ugo, conte di Parigi (Tenore); Adelia, sorella di Bianca (Soprano); Luigi V, re di Francia (Contralto); Folco di Angiò, principe del sangue (Basso); Emma, vedova di Lotario, madre di Luigi V (Soprano); cavalieri, dame, ancelle, scudieri, soldati

ATTO PRIMO

Sala nella reggia di Laon: in fondo dai veroni sorge la
cupola della cattedrale. Trono da un lato e sedili più bassi.
La sala è cinta d'armati. Tutto indica una grande solennità.

Scena prima
Cavalieri francesi indi Folco.

CORO
No, che in ciel de' Carolingi
non è l'astro impallidito:
d'alma luce rivestito
splende ancor pel nostro re.
Dio, che il serto al crin gli cingi
di Lotario invendicato,
sia per lui più fortunato,
sia difeso ognor da te!
(entrano negli appartamenti reali)

FOLCO
Vani voti! A lui del padre
riservata è sol la sorte,
di superba e rea consorte
segno all'odio anch'ei sarà.
Ugo invano, invan sue squadre
gli fian scudo: ov'io non moro,
sovra il capo di costoro
mia fortuna sorgerà.

Ricominciano le acclamazioni.

Scena seconda
Squillano le trombe. Diffila il corteggio reale.
Luigi in mezzo di Emma e di Ugo. Folco fra i
cavalieri. Emma e Luigi salgono in trono.

UGO
Principi, conti, cavalieri, e quanti
finora io m'ebbi ne' consigli e in campo
saggi e prodi compagni, è giunto il giorno
ch'io pur l'augusta potestà deponga
esercitata un lustro intier nel regno.
Il prezioso pegno
che m'affidava un re, l'unico germe
de' Carolinghi eroi,
adulto io rendo al trono avito, a voi.

CORO
Viva Luigi il prode,
germe dei nostri re.
Mentre il Coro canta queste parole, Emma si toglie la
corona e la pone sul capo a Luigi.

UGO
Ah! questo è il dì più fulgido
che a me sorrise il sole
sul trono io veggo splendere
dei nostri re la prole.
Altro a compir non restami
che a conquistarti allori,
che offrirti coi sudori
e sangue e vita ancor.

Luigi scende dal trono.

LUIGI
Sì, discoprire il perfido,
che mi privò d'un padre,
sarà primiero ed ultimo
del regno mio pensier:
a te lo giuro, o madre,
lo giuro al mondo intier.

UGO
Or fia che tremi il Mauro
ed il Normanno altero,
se tu dei nostri eserciti
duce sarai primiero.

LUIGI
Sì, mi avrai teco a vincere,
se il senno tuo m'aiuta.

FOLCO
(Trionfa pur, più rapida
sarà la tua caduta)

LUIGI
Al nuovo dì si adunino
i prodi cavalier.

TUTTI
L'orifiamma ondeggi al vento,
l'orifiamma vincitrice,
qual cometa di spavento
che de' rei la fin predice,
e il gran Carlo a noi rinato
l'universo crederà.

Suonan le squille del tempio.

UGO
Vieni al tempio, e santa mano
benedica il regio serto.

EMMA
(Contenermi io tento invano)

LUIGI
(Di sua fede omai son certo)

TUTTI
Vieni al tempio, ed invocato
fausto il ciel ti arriderà.
Sommo Dio, che prence infante
sostenesti in tanti mali,
lui cresciuto, lui regnante
copri ancor di tue grand'ali,
e ogni perfido attentato,
ogni insidia vincerà.
(partono tutti)

Scena terza
Bianca sola, indi Damigelle.

BIANCA
Al tempio ei muove... e me condurre al tempio
ei pur pensava! Io me ne sciolsi. Ahi! sempre
sciormen potessi! Io lo potrò... Tentarlo
almen mi giova. Già la trama è ordita.
Vieni, sorella, omai, vieni e m'aita.
Ah! quando in regio talamo
felicità credei,
no non sapea che vittima
a splendid'ara andrei;
no, non sapea che piangere
dovuto avrei così.
(escono le Damigelle di Bianca sollecite)
Che mi recate?

DAMIGELLE
Adelia
dall'Aquitania giunge.

BIANCA
Adelia! Oh gioia!

DAMIGELLA
(accennando dai veroni)
Il nobile
vedi corteo da lunge,
ch'oltre le regie soglie
ad incontrarla uscì.

BIANCA
No, che infelice appieno
non mi volesti, o fato,
se ritrovar mi è dato
il mio coraggio ancor.
Vola d'Adelia in seno,
vola alla speme, ancor.
(va incontro ad Adelia; rimangono le Damigelle)

Scena quarta
Adelia e Bianca.

BIANCA
Uscite tutte.
(le Damigelle partono)
Favellarti io deggio
anzi ch'ei torni.

ADELIA
Né il marito al tempio
seguito hai tu?

BIANCA
Sposo soltanto... e al cielo
grazie ne rendo. Altro marito, o Bianca,
ben altro vuolsi.

ADELIA
Oh! che di' tu? Me dunque,
me d'Aquitania non chiamasti, o suora,
che spettatrice di rancori e d'odi?

BIANCA
Te chiamo a sciórmi d'abborriti nodi...
Non replicar. Misera io son... Fuggire
tal corte io voglio, e me ne fia pretesto
da te recato d'egra madre invito.

ADELIA
Ma tale inganno ordito
da me non fia.

BIANCA
Fallo previeni orrendo.
Se qui rimango io ne son rea.

ADELIA
Che intendo?

BIANCA
Odio Luigi... ed odio
la madre sua... superbi e imbelli entrambi,
nudi d'ogni virtù. Chi amar vorrei...
è qui delitto amar.

ADELIA
Cielo! e d'amore
ardi tu dunque... e per vietato oggetto?

BIANCA
Sì, nella mente, in petto
tutte ho d'amor le furie... Un punto solo,
un sol punto mi vinse; e fu quel giorno
che fidanzata al re, venne ai confini
Ugo ad accormi.

ADELIA
(con sorpresa)
Ugo! (Gran Dio!... che ascolto?)

BIANCA
Compiangimi, sorella... il cor mi ha tolto.
Io lo vidi... Ah! chi non l'ama
se lo vede un solo istante?
Lo splendor della sua fama
abbelliva il suo sembiante...
Lo mirai... restai rapita
nel piacer che in me destò.
La prim'alba di mia vita
quel momento a me sembrò.

ADELIA
Sciagurata!

BIANCA
Ah! sì, son tale.

ADELIA
Né tentasti?...

BIANCA
Tutto, e invano.

ADELIA
Ah! se è fitto in cor lo strale
non lo svelle ingegno umano...
Ah! la cerva il porta seco
sanguinoso ovunque va.
Dove pur tu fugga meco,
l'amor tuo ti seguirà.

BIANCA
Dispietata! ed ogni speme
vuoi rapirmi in questa guisa?

ADELIA
No... piangiam... soffriamo insieme,
non sarai da me divisa.

BIANCA
Cara Adelia, mi seconda,
e sperar mi lascia ancor...

ADELIA
Spera... spera... (Si nasconda
lo scompiglio del mio cor)

BIANCA e ADELIA
Là, nel natal mio suolo,
là della madre in seno,
avrò del pianto almeno
la triste libertà.
Forse avrà fine il duolo...
forse sarò guarita...
O questa mia ferita
la terra coprirà.

ADELIA
Sì, ripariamo all'ombra
delle materne mura;
aura più mite e pura
noi spirerem colà.
Forse di nubi sgombra
anco vedrem l'aurora;
un dì godremo ancora
della primiera età.
(per uscire)

Scena quinta
Luigi, Folco e dette.

LUIGI
Bianca!... Mi fuggi? È forza
che alfin tu m'oda.

BIANCA
E il bramo. A te mi guida
trista necessità.

LUIGI
Ti guida forse
letizia mai? Torbida sempre e muta
a me t'appressi. Un anno intiero è corso
che un tuo sorriso vo cercando invano.

BIANCA
Crebbe con me un arcano
d'affanno istinto... ed ei s'accresce adesso
ch'egra la madre, e da' Normanni cinta,
per lunga ed ardua via
a me la suora ambasciatrice invia.

ADELIA
Signor... la madre oppressa
l'ultima volta al sen questo primiero
pegno dell'amor suo stringer implora.

BIANCA
Con la novella aurora
io partirò: qualunque indugio è grave
al tremante mio cor.

LUIGI
Tu resterai.

BIANCA
Io! resterò!

LUIGI

BIANCA
Per qual legge?

LUIGI
Il sai.

FOLCO
(a Luigi)
(Ti raffrena)

BIANCA
(Oltraggio è questo;
crudo oltraggio)

ADELIA
(a Bianca)
(Ahi! d'ira è acceso)

FOLCO
(come sopra)
(Finger giova)

BIANCA
(a Luigi)
Oh! come presto
hai di re lo stile appreso!
Onde sensi in te sì alteri?
Con qual dritto imponi, imperi?

LUIGI
Con qual dritto!

FOLCO
(Non svelarti!)

LUIGI
(con calma)
Col diritto dell'amor.

BIANCA
Io tel toglio, se può farti
tanto ingiusto e insultator.

LUIGI
Bianca, di': più non rammenti
che per noi l'altar s'infiora?
Che i solenni giuramenti
profferir dobbiamo ancora?
Nol rammenti?

ADELIA
(Oh! rio cimento!)

BIANCA
Sol la madre or io rammento.

LUIGI
Affrettiamo il sacro rito.
Pria che imbruni ei sia compito;
ed io stesso al sen materno,
io doman ti condurrò.

BIANCA
(Oh! supplizio! oh! rio martire!
Meco ei sempre! ah! pria morire.
Pria le faci dell'Averno
all'altare invocherò)

ADELIA
(Per pietà non ti tradire...
Segui, ah! segui il suo desire...
Nel suo volto io ben discerno
che il sospetto in cor gli entrò)

LUIGI e FOLCO
(Ella freme, e ancor coprire
tenta invan le inique mire...
Giunto è il dì che gioco e scherno
più di lei non mi/ti vedrò)

LUIGI
Bianca! rispondi.

ADELIA
(Sorella! io tremo)

BIANCA
Presso è la madre al punto estremo
col pianto al ciglio, col lutto in cuore
Bianca ricusa irne all'altar.
(prorompendo)
E cieca, aggiungi, d'un altro amore,
non osa il tempio di profanar.

ADELIA
Cielo! che dici?

LUIGI
Oh! mio furore!

BIANCA
M'insulti!

LUIGI
Il merti.

ADELIA
(Che dir? Che far?)

BIANCA
Hai ben pensato a questi accenti,
sai tu qual alma, qual cor tu tenti?
Un'alma ardente, un cor fiammante
di sdegno immenso, d'immenso amor.
Fra noi s'innalza da questo istante
barriera eterna d'odio e furor.

LUIGI
Quel cor conosco; ne so gli arcani...
Ne leggo i moti, gli affetti insani...
esso ha distrutta ogni mia speme
esso ha tradito fede ed onor.
Mala vendetta che in sen mi freme
sia differita per tuo terror.

ADELIA
Deh! sospendete... deh! vi calmate...
Tanta alla madre onta celate...

FOLCO
(Di questo giorno, caro ad un regno,
non sia la fine lutto e squallor)

ADELIA
(Vieni, infelice, fuggi il suo sdegno...
Tempo a calmarsi lascia a quel cor)
Adelia tragge seco Bianca. Folco e Luigi partono
dai lati opposti.

Atrio.

Scena sesta
Ugo circondato da cavalieri francesi.

CORO
Bada. Fatal ti fia
si cieca securtà;
l'abisso al piè ti sta
pensa a ritrarti.

UGO
D'insana gelosìa che posson farti?

CORO
Più di nemico aperto
pavento il traditor.
Tu non conosci ancor
Folco qual sia.

UGO
Saldo la mia virtù scudo mi fia.
Non temete ov'io non temo
di Lotario è giusto il figlio:
al mio braccio, al mio consiglio
tutto ei deve, e ben lo sa.
Se obliarlo ancor potesse...
se in altrui sua fé ponesse...
il mio cor di sé contento,
odio mai non nutrirà...
Oscurata in un momento
la mia gloria non verrà.

CORO
Generoso! il ciel conceda
che più chiara ognor si veda,
né sia premio la sventura
di sì pura fedeltà.

UGO
Ah! mi tolga la fortuna
quanti in me favori aduna.
Se non grande, almeno amato
Ugo in terra ancor sarà...
Cara Adelia, in ogni stato
il tuo cor mi resterà.

I cavalieri accomiatati da Ugo si ritirano.

Scena settima
Adelia ed Ugo.

UGO
Che veggo? Adelia!... Oh gioia!
Tu in queste mura!...

ADELIA
Inaspettata io giungo.
Parla sommesso.

UGO
Oltre ogni mia speranza
io ti riveggo!... e vuoi che freno io ponga
al mio contento?

ADELIA
(Oh, che mai dirgli?)

UGO
E donde
timor cotanto?...Perché taci e figgi
gli sguardi al suolo?

ADELIA
Nel materno tetto,
Ugo, io non sono. Egra è la madre, e cinta
di duro assedio è la natal mia terra.

UGO
Dell'infelice guerra
parlò la fama: ed a recarvi aita
io m'accingeva, e a meritar tua destra
vincitore io correa dei tuoi nemici.

ADELIA
Ah! non chiederla mai.

UGO
Cielo! che dici?

ADELIA
Troppo diss'io...

UGO
Favella...
qual m'ascondi mistero? Avvi chi tenti
contendermi il tuo cor? Forse si oppone
la superba tua suora ai nostri voti?

ADELIA
Ah! nol pensar... a lei fur sempre ignoti.

UGO
Li saprà. Vogl'io svelarli.
Ottenerti io vo da lei.

ADELIA
Ah! giammai...

UGO
Giammai!... che parli?

ADELIA
Tu non sai... Tacer tu dèi.

UGO
Di tua man me forse indegno
Bianca tien perch'io non regno?
Forse te, te pur seduce
d'un diadema lo splendor.

ADELIA
Ah! tu splendi d'una luce
ben più cara a nobil cor.

UGO
Questo braccio, questo acciaro
fu sostegno a più di un trono.
Bianca sa ch'ei può del paro
uno averne, e offrirlo in dono.
Più d'un serto io disdegnai
di raccogliere per me...
Se vaghezza in cor tu n'hai,
li poss'io raccor per te.

ADELIA
Ah! non io di più potrei
adorarti e in pregio averti:
la tua gloria agli occhi miei
tutti oscura i regii serti.
Il tuo cor soltanto amai,
il tuo cor cui par non è...
Ah! la fé ch'io ti giurai
non l'avrei giurata a un re.

UGO
Parla dunque: rassicura
l'alma mia dubbiosa, incerta...

ADELIA
Sappi... ah! no... la mia sciagura
non fia mai, giammai scoperta.

UGO
Parla, deh! te ne scongiuro
per l'onore, per la fé.

ADELIA
Tacer giuri?

UGO
Tutto io giuro...

Scena ottava
Coro di damigelle e detti.

CORO
Bianca in traccia vien di te.

ADELIA
Se tu m'ami... se ti move
il terror che il sen mi gela...
Taci... va'... ritratti altrove...
Un istante a lei ti cela,
ti fia noto il mio segreto,
il mio core io ti aprirò.
Ah! l'idea ti renda lieto
ch'io fui tua, che tua morrò.

UGO
Ch'io ti lasci in questo stato!
Ch'io m'involi al suo cospetto!
Tu non sai qual m'hai destato
dubbio in mente, in cor sospetto...
Me minaccia il tuo segreto,
se svelarsi a me non può...
Ah! mai più tranquillo e lieto,
mai sicuro io non sarò.
(Ugo parte)

Scena nona
Adelia e Bianca.

ADELIA
Tu di me in traccia?

BIANCA
M'abbandoni in questi
tremendi istanti?

ADELIA
Il tuo dolore è il mio...
E ancor più amaro forse... Oh, mia sorella!
Che farai tu?

BIANCA
Dell'ardimento al colmo
giunto è Luigi. Dalla reggia un passo
mi è vietato scostarmi. Alcun non fia
qui cavalier che a liberarmi imprenda?
Ad Ugo io volo...
(per uscire)

ADELIA
Ah! resta.

BIANCA
Ei mi difenda.

ADELIA
Bianca te perdi, e lui...
Al precipizio corri...

BIANCA
Io vi son tratta...
mi vi spinge il destin.

ADELIA
A te mi stringo...
Non uscirai da queste braccia, o stolta.

BIANCA
Scostati: giunge alcun.

Scena decima
Luigi, Folco, cavalieri, dame e detti.

LUIGI
Bianca! mi ascolta.
Delle discordie nostre
piena è la corte omai. Quantunque io t'ami,
pur l'amor mio t'immolerei, più tosto
che stringer nodo dal tuo core odiato.
Ma la ragion di stato,
alta ragion l'ordìa,
né disciorlo mi è dato a voglia mia.

FOLCO
(Che mai dirà?)

ADELIA
(L'inspira,
pietoso ciel!)

CORO
Tutti a compor quest'ire
noi ti preghiam.

FOLCO
Che mai nel re t'offende?
Verace parla!

BIANCA
Sospettata donna
puote senz'onta a chi sospetto nutre
unirsi mai? Con chi di tutto adombra
pace sperar?

LUIGI
E tu il sospetto sgombra.

BIANCA
Indarno or fora.

LUIGI
Indarno
non fia, tel giuro, se restar consenti,
se al tempio vieni.

BIANCA
Della madre... il dissi...
cura mi prende.

LUIGI
E a lei rivolto è pure
il mio pensier... e ne avrai prova espressa.
Ugo a me venga.

BIANCA e ADELIA
(Ah! cielo! Ugo!)

CORO
s'appressa!

Scena undicesima
Ugo e detti.

LUIGI
Dell'Aquitania il regno
minacciano i Normanni, e pronta aita
la cadente regina a noi richiede.
Alla tua salda fede,
al tuo senno, al tuo braccio, Ugo, io commetto
la gloriosa impresa.

UGO
Ed io l'accetto.

LUIGI
Quando fia sgombro e libero
all'Aquitania il varco,
dille ch'io stesso assumere
saprò più grato incarco;
quel di guidar costei
securamente a lei,
ch'or vieta a me di compiere
fatal necessità.

BIANCA
(Fremo)

FOLCO
(Si turba)

ADELIA
(Io palpito)

UGO
(Tremante Adelia è tanto!)

BIANCA
E solitaria e vedova
senza una figlia accanto...
sarà la madre ancora?...

LUIGI
A lei ne andrà la suora.

BIANCA
Ella ne andrà!...

ADELIA
(Raffrenati)

BIANCA
Senza di me ne andrà?

FOLCO
(Ella si scopre)

UGO
E dubiti
d'Ugo tu forse?... Parla!

LUIGI
A lui fidando Adelia,
a sposo egli è fidarla.

BIANCA
A sposo!

ADELIA
(Oh ciel!)

UGO
(Che ascolto?)

FOLCO
Non anco un anno è volto
che lui sceglieva a genero
l'estinto genitor.

LUIGI
E la sua brama a compiere
pronto son io.

BIANCA
Tu!... quando?

LUIGI
In questo dì medesimo.
Io gliene fo comando.

UGO
Ed io?...

BIANCA
Tu pria .... tu dei,
se cavalier tu sei,
partir, pugnare e riedere
d'un regno salvator.

UGO
Adelia!

ADELIA
Udisti?

FOLCO
(a Luigi)
(A fingere segui per poco ancor)

Tutti in segreto.

ADELIA
(ad Ugo)
E giunto l'orribile istante temuto...
Se core hai magnanimo, pronunzia un rifiuto,
l'amore nascondi,
seconda i miei detti...
Se insisti, se accetti,
te... perdi con me.

UGO
(ad Adelia)
Oh! quale nell'anima mi poni scompiglio!
Che temi? che palpiti? qual vedi periglio?
Nasconder del core gli affetti non soglio,
palesi li voglio: son degni di te.

BIANCA
(Che penso? che medito?... qual volgo sospetto;
qual furia, qual demone, mel suscita in petto?
Si scacci: è tremendo: mi desta terrore.
Delirio è d'un core ch'è fuori di sé)

LUIGI
(a Folco)
Qual cor può comprendere la smania ch'io sento?
Scoprir vo la perfida, scoprirla pavento:
a tórmi la benda, e sciogliermi il velo,
funesto il tuo zelo servigio mi fe'.

FOLCO
(a Luigi)
Ti acqueta, dissimula: per prova saprai
che fosti coi perfidi tu credulo assai.
Dal tuo disinganno, da questa scoperta
dipende la certa salvezza del re.

LUIGI
Ugo!... Udisti?

UGO
Udii.

LUIGI
Più grato
te credeva a tal favore.

UGO
Grato, io sì...

ADELIA
(interrompendolo)
Non io. Donato sol da me sarà il mio core

BIANCA
(Io respiro)

LUIGI
E a te lo chiedo
d'Ugo in nome: e posso io credo...

BIANCA
Nulla puoi sul cor di lei...

UGO
Né al suo cor far forza io vo.

LUIGI
Lei ricusi.

UGO
Il deggio.

LUIGI
Il déi?
(prorompendo)
Traditori! or còlti io v'ho.

TUTTI
Qual favella!

LUIGI
E omai svelata
l'empia fiamma che nudrite.

UGO
Io! che sento?

ADELIA
(Sventurata!)

UGO
Io!

LUIGI
(alle guardie)
Sì: lo custodite.

TUTTI
Che mai tenta?...

UGO
Quale oltraggio?...
D'insultarmi hai tu coraggio?
A tal onta ardisci espormi,
osi tu tal fallo appormi?
Chi mi accusa?

LUIGI
(accennando Bianca)
Quel pallore, quel terror ti denunziò.

TUTTI
(Giusto cielo!)

BIANCA
(Oh, mio furore!)

UGO
(Ah! qual vel mi si squarciò!)

BIANCA
Sì, superbo... il vero ascolta.
L'amo...

ADELIA
Ah! taci...

BIANCA
Io lo ripeto.
L'amo, sì: ma né una volta
gli ho svelato il mio segreto...
Mai noi seppe; il ciel ne attesto...
S'avvi error, mio tutto egli è.

LUIGI
Mentitrice!

CORO
(Oh! dì funesto)

LUIGI
Mal lo scusi.

UGO
M'odi, o re!
Sa ciascun, tu stesso il sai,
di qual tempra è d'Ugo il core,
se mentir potrebbe mai
per lusinga o per timore.
Giuro, o re, per l'onor mio
vòlto ad altra è il mio pensier.

TUTTI
La palesa.

UGO
(veggendo il timor d 'Adelia)
Non poss'io.

BIANCA
(Vòlto ad altra!)

LUIGI
Menzogner!

BIANCA
(ad Ugo)
Non mentir: palesa il vero...
Io l'esempio a te ne diedi...
io saprei del mondo intiero
per te l'ira disfidar.
Di cambiar così fingendo
la mia mente invan tu credi:
nulla v'ha per me d'orrendo,
nulla più del dubitar.

UGO
(a Bianca)
Sciagurata! ah! tu non sai,
qual ferita a me recasti!
Non avessi osato mai
tu, crudel, di favellar!
Della Francia lo sgomento,
l'onta mia, la tua ti basti.
Di più tristo e crudo evento
ch'io non t'abbia ad accusar.

LUIGI
(a Bianca)
Forsennata! è il ver palese:
sì, purtroppo invan lo tace.
Altre colpe ed altre offese
io vi debbo rinfacciar.
Il mio trono è insidiato,
è distrutta la mia pace...
Ma, ch'io resti invendicato,
coppia rea, non lo sperar.

ADELIA
Cessa... parti... ah! non si dia
scena al regno ancor più trista...
Morta io fossi, ah! morta pria
che la madre abbandonar!

FOLCO
Vieni, o sire: ti allontana:
lor perfidia appieno hai vista...
Questa coppia audace, insana
noi saprem punir, frenar.

CORO
(Ah! non anco il ciel placato
con un regno sventurato.
Ah! del padre il fato orrendo
segue il figlio a minacciar)

FOLCO
Rendi il ferro.

UGO
(spezza la spada)
Io tal lo rendo.

FOLCO
(Incomincio a trionfar)

Tutti partono. Ugo è condotto tra le guardie.

Prigione ove è rinchiuso Ugo.

Scena dodicesima
Ugo solo.

UGO
Aure di morte io qui respiro ognora!...
Ma pur m'è caro il rammentar che Adelia
per me d'amor sospira...
Ah! m'ebbi ognor presente in questo loco
il dì che il labbro mio
tremante a lei porgea l'estremo addio;
ella la man mi strinse e un solo accento
profferire il dolor non le permise:
ma oppressa dal martiro
tutto il suo dir converse in un sospiro.
Tacqui allor, l'abbandonai...
E il bene, l'idol mio
come indietro il piè lasciava,
mi fermava, e lei chiamando
esclamava sospirando,
infelice è questo cor!
Cara Adelia, idolo mio,
infelice è questo cor.
Ma di tante ingiuste pene
n'avrà un Nume alfin pietà,
tornerò qual pria, ma Adelia
forse mia più non sarà!
Se ad altro amore
ti astrinse il Fato,
i tuoi bei di
non turberò.
Ma almen dirai
colui che amai,
virtù nudrì,
onor serbò;
e lui da forte
con la mia morte
chi mi tradì,
salvar saprò.
Chi giunge?

Scena tredicesima
Bianca e detto.

BIANCA
Bianca!

UGO
Tu!

BIANCA
Stupir ne déi?
Bianca non dorme. A tal siam giunti omai
che né sbarre, né carcere, né ferri
più divider ne ponno.

UGO
Oh! che favelli?
Siam divisi per sempre.

BIANCA
Uniti siamo...
uniti, sì, non paventar. Qui Bianca
più di Luigi impera; i ceppi tuoi
per me cadranno e tosto; e guerra a morte
intimeremo ai miei nemici e ai tuoi.

UGO
Ch'io divenga ribelle? e dir mel puoi?
Con questa macchia in fronte
me non vedrà la Francia.

BIANCA
Ed io l'avrei
forse minore, se il trionfo nostro
fosse men certo! Pur, se il vuoi, la spada
resti oziosa, e a queste mura inique
volgiam, se giova, fuggitivi il tergo:
vieni: securo albergo
ci fian miei stati. D'Aquitania il regno
è tuo da questo istante.

UGO
Un regno, o Bianca...
un regno non usurpo... io lo difendo.

BIANCA
Amor tel dona.

UGO
Il doni altrui.

BIANCA
Che intendo?
Tu lo sdegni?... parla... forse
perché a Bianca lo dovresti?

UGO
Ben lo sai. Già un anno corse
che ad altr'uom lo promettesti.

BIANCA
L'obliai, sì, l'obliai...
Né creduto avrei giammai
che dovessi in questo istante
rammentarlo a Bianca tu.
Ah! tu sei d'un'altra amante!
Ah! non déi celarlo più.

UGO
Più nol celo. Ah! m'odi... in volto
qual furore ti scintilla?

BIANCA
È sorpresa... ma... t'ascolto.
Ami? chi?... son io tranquilla.

UGO
No, noi sei: ti sforzi invano.
Sempre ignoto, sempre arcano
esser debbe a te l'oggetto
che il destin m'impose amar.
Ah! ti basti che d'affetto
non potrei giammai cambiar.

Scena quattordicesima
Odesi tumulto. Esce Adelia frettolosa e detti.

ADELIA
(da lontano)
Ugo!

UGO
Ciel!

BIANCA
Che veggio?

ADELIA
(Bianca!)

BIANCA
Che ti guida?

UGO
(Incauta!)

BIANCA
Tremi?

ADELIA
Tutto è in armi... (il cor mi manca)
Si combatte...

BIANCA
E per chi temi?
Un momento di silenzio. Bianca li osserva ambedue:
indi afferra Adelia per un braccio.
Fissa i tuoi negli occhi miei...
parla il vero, il voglio, il déi.
Ami... Ugo!

ADELIA
Oh, Bianca!

BIANCA
L'ami...
Il tuo volto assai parlò.

ADELIA
Ah! sorella!...

BIANCA
Tal me chiami!

ADELIA
Deh! perdona.

BIANCA
Fuggi.

ADELIA
Ah! no.

Adelia è inginocchiata a' piedi di Bianca. Ella è
immobile. Ugo è agitatissimo.

ADELIA
Io l'amai dal dì fatale
che tal fiamma in te s'accese.
Non credea d'aver rivale...
Oggi sol mi fu palese...
Non parlai... ne piansi e piango...
né tremai, né tremo ancor...
Me d'amarlo io non rimango...
Più di tutto è forte amor.

UGO
Bianca, omai conosci il vero:
ella il disse, ed io l'affermo.
Or s'acqueti il suo pensiero,
or provvedi al core infermo.
Rassicura un re che t'ama,
che men rea ti tiene ancor.
Tu lo devi alla tua fama,
alla Francia ed all'onor.

BIANCA
Questo pianto che m'inonda
vien dal core, ed io nol freno...
Ei vi dica se è profonda
la ferita che ho nel seno,
ei vi dica se speranza
di sanarlo io nutro ancor...
Quella, ah! quella sol m'avanza
che fia vostro il mio dolor.
(risolutamente per condur seco Adelia)
Vieni!

UGO
Arresta! Ove la guidi?

BIANCA
Dove? Meco!

ADELIA
Ah! lassa!

BIANCA e ADELIA
M'odi.

Rumore di dentro più vicino di prima.

VOCI
Ugo viva!

BIANCA, ADELIA e UGO
Oh! ciel! Quai gridi!

VOCI
Si difenda! Ardire, o prodi.

Scena quindicesima
Cavalieri francesi, soldati e detti.

CORO
Noi siam teco: ogni alma è accesa
dell'amor di tua difesa,
sacro voto i prodi han fatto
di salvarti o di perir.

UGO
(prendendo Adelia)
Vieni.

BIANCA
Ed osi?...

UGO
Il brando è tratto.

ADELIA
Lassa!

BIANCA
E vuoi?

UGO
Da te fuggir.

UGO, BIANCA e ADELIA
Tu mi spingi a passo estremo...
m'armi tu d'iniqua spada...
Ma più te, che infamia io temo...
Lei si salvi... il mondo cada...
Ah! di te, di me, di lei
ria memoria resterà.

BIANCA
Mira e trema: a ciglio asciutto
l'onta mia soffrir poss'io...
Ma capace è un cor di tutto
chiuso al pianto al par del mio...
Fuor di Francia ancor non sei,
la mia man ti giungerà...

ADELIA
Ah! che invan sì rio cimento
impedir, o ciel, tentai.
Il terribile momento,
me infelice, io ne affrettai!...
Ah! troncare i giorni miei,
me svenar saria pietà.

CORO
Vieni, affretta: incontro ai rei
fuor che il campo asil non ha.

ATTO SECONDO

Appartamenti reali.

Scena prima
La musica esprime lontano fragor di
battaglia. Entrano sbigottite le dame e le ancelle.

CORO
Il suon dell'armi più forte echeggia...
Valido schermo oppon la reggia
contro il feroce assalitor.
Ah, quando tregua avran gli sdegni?
Non fia che pace mai più qui regni
se fin di guerra è causa amor.

Scena seconda
Emma, Luigi, indi coro di cavalieri.

LUIGI
Lasciami... il sen materno
è vile usbergo a un re.

EMMA
No, non ti lascio,
teco son io. D'Ugo io non temo il ferro...
d'altri nemici io tremo. Oh, figlio mio!
Il tradimento ti uccideva il padre.

LUIGI
E a me serbato il suo destino, o madre.
Funesto dono io m'ebbi,
funesto dono in Bianca.

EMMA
E dal tuo fianco
voll'io scostarla. Il mio voler fu vano...
credesti a Folco. Ah! tolga il ciel che un giorno
non ti sia più funesto il suo consiglio.

LUIGI
(ai cavalieri che entrano)
Che fia? Vinti siam noi?

CORO
Cessò il periglio,
scampo ne vien concesso
d'onde si attese meno...
il tuo nemico stesso
tenne i ribelli a freno...
tutti deposte han l'armi,
e solo ei move a te.
Miralo.

TUTTI
È desso.

Scena terza
Ugo, indi Adelia fra guerrieri e detti.

UGO
O re! vengo a scolparmi.
Io né di Bianca al core,
né al regal seggio aspiro: al tuo cospetto
la donna io guido ch'io sceglieva in pria
che la sua man concessa
mi avessi tu. Vedila.

LUIGI e CORO
Adelia!

ADELIA
Io stessa.
Dell'innocenza sua mallevadrice
a te ne vengo. Ai prieghi miei soltanto
d'amarmi ei tacque, ed a tacer ne astrinse
timor di Bianca.

UGO
Dall'irata suora
salvala or tu. Nelle materne braccia
fa che ritorni illesa; ove sospetto
di me ti resti, e prigionier mi vogli,
io depongo l'acciaro.

LUIGI
Ah! lo ritogli.
Prova mi dai, lo sento,
che il mio sospetto sgombra:
pure a fugarne ogni ombra
vieni all'altar con me.
Sacro e solenne rito
consacri il giuramento
ch'io non sarò tradito,
ch'ella fia sposa a te.

UGO
Io tel prometto.

LUIGI
Abbracciami.

EMMA e ADELIA
Oh! gioia!

CORO
Oh! dì beato!

ADELIA
Un prego sol consentami,
sire, il tuo cor placato...
Bianca...

LUIGI
Ai materni lidi
fido drappel la guidi
dagli occhi miei lontana
al nuovo dì ne andrà.

CORO
Lo meritò l'insana...
stancò la tua bontà.

LUIGI
Quanto mi costi a svellere
lo stral che m'ha ferito,
quanto mi resti a gemere
solo quest'alma il sa.
Un dì vedrà la barbara
quale sdegnò marito;
ed il suo cor medesimo
vindice mio sarà.

TUTTI
L'offese tue dimentica,
i suoi furori oblia.
Non ella al paro immemore
di tue virtù vivrà.
Vieni: ed il ben de' popoli
piena mercé ti sia;
mille avrai cor che t'amino,
se amarti il suo non sa.

Vestibolo che mette a domestico oratorio: alcuni
monumenti qui e là per la scena. È notte.

Scena quarta
Bianca e Folco.

BIANCA
Fino all'aurora!

FOLCO
Questa notte sola
a noi vien data...

BIANCA
Essi non san che lunga...
lunga è una notte a Bianca.

FOLCO
Il tempo vola
ratto come il pensier. Al sacro rito
già pronta è l'ara. Ad impedir tai nozze
hai mezzo tu?

BIANCA
Mezzo a spezzarle!

FOLCO
Ahi! quale?

BIANCA
Nol ricercar.
Fatale, irreparabil fia.

FOLCO
Folle! e tu speri
nel ferro forse?

BIANCA
Altro non v'ha che il ferro
alla vendetta?

FOLCO
Di velen perìa
Lotario qui.

BIANCA
Soli siam noi? d'appresso
alcun rumore intendi?

FOLCO
È sgombro il loco.

BIANCA
Ritratti or tu... teco mi avrai fra poco.
(Folco parte)

Scena quinta
Bianca.

BIANCA
(sola)
Si mia vendetta è posta
in questa gemma... il fatal vaso è pronto,
pronto il liquor... compia fortuna il resto.
Vadasi. A che m'arresto?
Chi al suol m'affigge? Il ciel si turba... e sembra
colla voce del tuono
empia gridarmi. Ah! più infelice io sono.
Sì... più infelice... io nata
al misfatto non era... E core, e mente,
e quanto è in me, tutto mutò l'insana
gelosia che mi rode e il cor mi lima.
Tuonar dovevi prima,
sdegnato ciel... È tardi adesso... e cieca
vittima io sono d'un destin feroce.
Vadasi omai.
(risoluta per entrare nell'oratorio; un gemito l'arresta)

Scena sesta
Emma nell'oratorio e detta.

EMMA
Perdono, o ciel!...

BIANCA
Qual voce!

EMMA
L'eterno mio rimorso disarmi il tuo rigor.

BIANCA
Emma! ella geme.

EMMA
Un lustro intiero è corso
né a me risplende ancor raggio di speme
i dì consumo in pianto
le notti nel terror...

BIANCA
(inorridita)
Mi reggo appena...

EMMA
Dell'error mio soltanto
è frutto infamia e orror.

BIANCA
(con un grido di dolore)
Oh, angoscia! Oh, pena!
Ah! se alla mia vendetta
serbi tal frutto, o Dio,
tuona sul capo mio,
o in sen mi cambia il cor.

Tuona più forte. Bianca è nella massima desolazione.

Scena settima
Emma in scena e detta.

EMMA
(da lontano)
Oh! chi si duole?
Bianca!

BIANCA
Ah! vieni... ascoltai le tue parole.

EMMA
Tu? che ascoltasti?... ah! misera!

BIANCA
Tutto, sì, tutto...

EMMA
Oh, cielo!

BIANCA
Contro di me difendimi...
Tento un delitto.

EMMA
Io gelo.

BIANCA
Perch'io non l'abbia a compiere
mostrami il tuo dolor.

EMMA
Ah! tutto il mira, ah! tutto
vedi il mio strazio e il lutto...
E se ti regge l'anima
brama vendetta ancor.

BIANCA
Nelle tue braccia stringimi...
pietà di me ti prenda:
una di queste lagrime,
una su me discenda,
che la vorace spengami
fiamma, che avvampa in cor.

EMMA
Vieni, infelice, e calmati,
mesci il tuo pianto al mio.
Odesi lieta musica. L'oratorio è illuminato.

BIANCA
Il rito!... il rito!... Scostati,
fuori di me son io.

CORO
(lontano)
Splendi, o favor celeste,
propizio al rito splendi;
benigno il guardo a queste
nozze felici intendi;
pronuba al nodo invia
aura d'eterno amor.

BIANCA
Giammai, giammai...
Rinasce il mio furor...

EMMA
Arresta.

BIANCA
É vano.

EMMA
Arresta, o sciagurata.
A me guerrieri... a me!...

Scena ultima
Luigi, Adelia, Ugo, cavalieri, dame, soldati tutti accorrendo.

BIANCA
Son disperata.

TUTTI
Che mai fu?... che avvenne?

EMMA
Io tremo.

TUTTI
Mute entrambe! sbigottite!

LUIGI
Madre!

UGO e ADELIA
Bianca!

BIANCA
(Oh! strazio estremo!)

TUTTI
Favellate...

BIANCA
Ah! sì, m'udite.
Qui tradita, qui reietta,
meditai, ma invan, vendetta.
Men punisco.
(sugge il veleno dell'anello)

TUTTI
Arresta, insana!

BIANCA
Pago or sei, destin crudel.

TUTTI
Si soccorra.

BIANCA
Ogni arte è vana.
Non potria salvarmi il ciel.
(ad Ugo)
Di che amore io t'abbia amato,
di qual odio io t'odii adesso
tel palesa un tanto eccesso,
la mia morte, il mio furor.
Spera pure, o core ingrato,
gioia spera da costei...
Io, morendo, io lascio a lei
e quest'odio e questo amor.
(si abbandona nelle braccia delle ancelle)

ADELIA
Bianca!

UGO
Ahi! ...lassa!...

CORO
O ciel placato,
le perdona un tanto error.

FINE

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