La Canzone

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"L'addio del volontario" conosciuto anche come "Addio mia bella addio", "L'addio del volontario toscano", o "La partenza del soldato", fu la Canzone più cantata nel corso delle guerre risorgimentali  
Questo canto di guerra fu scritto per i volontari di Pisa e di Siena. Studenti universitari e professori (circa 450) partirono per combattere gli austriaci a Curtatone.
La Battaglia di Curtatone e Montanara fu combattuta il 29 maggio 1848 da soldati toscani e napoletani da una parte e truppe asburgiche dall'altra, nei luoghi situati tra i due paesi, ossia nei pressi di Mantova, e rappresenta una fra le più simboliche battaglie della prima guerra di indipendenza.
Giovani volontari (toscani e napoletani) male equipaggiati e non addestrati e le truppe, in grave inferiorità numerica, avevano tenuto testa per un intero giorno ad uno dei più potenti e addestrati eserciti europei, dimostrando il valore della nascente nazione italiana.
 
Dei volontari che parteciparono alle battaglie di Curtatone e Montanara si salvarono in pochi, solo per vedere la Toscana ripiombare sotto l'Austria il 16 maggio 1849.  

Addio del volontario

 

testo

in italiano

"Addio del volontario"
parole di Carlo alberto Bosi, avvocato fiorentino conosciuto anche con lo pseudonimo di "Bassocrilo fiorentino". Il componimento fu pubblicato in "Versi e canti popolari d’un fiorentino" (1859)
musica di (?).
Il ritornello assomiglia alla Canzone patriottica dei soldati tedeschi intitolata "Oh Strassburg. oh Strassburg" ("Der unerbittliche Hauptmann", 1771).

 

Addio, mia bella, addio
l'armata se ne va;
se non partissi anch'io
sarebbe una viltà!

Non pianger, mio tesoro:
forse ritornerò;
ma se in battaglia io moro
in ciel ti rivedrò.

La spada, le pistole,
lo schioppo li ho con me:
all'apparir del sole
mi partirò da te!

Il sacco è preparato,
sull'omero mi sta;
son uomo e son soldato;
viva la libertà !

Non è fraterna guerra
la guerra ch'io farò
dall'italiana terra
l'estraneo caccerò.

L'antica tirannia
grava l'Italia ancor
io vado in Lombardia
incontro all'oppressor.

Saran tremende l'ire,
Grande il morir sarà !
Si mora: è un bel morire
morir per la libertà

Tra quanti moriranno
forse ancor io morrò;
non ti pigliare affanno,
da vile non cadrò.

Se più del tuo diletto
tu non udrai parlar,
perito di moschetto
per lui non sospirar.

Io non ti lascio sola,
ti resta un figlio ancor;
nel figlio ti consola,
nel figlio dell'amor.

Squilla la tromba
l'armata se ne va:
un bacio al figlio mio;
viva la libertà !

Alla mia tomba appresso
La gloria sederà.
E invece del cipresso
Un fior vi spunterà.

Quel fiore, idolo amato,
i tre colori avrà:
lo bacia, e dì ch’è nato
in suol di libertà.

Si stracci il giallo e nero,
simbolo di dolor:
e l’italiano altero
innalzi il tricolor.

 

video

Addio del volontario

Oh Strassburg

 

libri

(il volume "Versi e canti [...]" contiene il testo del Canto del 20 marzo 1848 intitolato "Il volontario parte per la guerra della Indipendenza")

testi

   
Venere e Adone di Canova
Storia della Canzone Italiana, RAI-ERI
"Versi e Canti popolari di un fiorentino" (?, Cammelli, Firenze 1859)    
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Settecento anni di storia nazionale nelle Canzoni. Una storia che continua ad appassionare anche dopo i grandi cambiamenti avvenuti nei primo decennio degli anni Duemila nel mondo della musica italiana.
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