La Canzone

Home » storia della musica » Storia della Canzone italiana
 
   

Appunti di Storia della Musica

di Anna Trombetta e Luca Bianchini
 
   

Il secolo dei Lumi

 

L'Opera buffa e la Canzone moderna nascono e si sviluppano assieme soprattutto in Italia, patria della musica. Ciò accade nel periodo del cosiddetto Illuminismo. A metà del Settecento si mettevano in discussione la realtà sociale esistente, si andava contro i pregiudizi del clero, si aborrivano i privilegi ereditari delle caste nobiliari. Si guardava al Barocco, ma soprattutto al Medioevo, come a epoche buie di aberrazioni. Si respinse ogni pretesa di autorità basata sulla tradizione. Gli illuministi erano convinti di rappresentare il passaggio al nuovo regno dei lumi, per condurre l'umanità a un mondo migliore, conforme alla Ragione. A questo modello essi anelavano con spirito di ottimismo, traendo spunto anche da altre civiltà, perché la ragione è prerogativa di tutti gli uomini. Da qui venne il carattere cosmopolita dell'illuminista, che considerava artificiose le barriere nazionali. Il filantropismo cominciò a manifestarsi nelle opere di cultura.

La critica della religione derivò dal rifiuto del fanatismo e dei dogmi imposti dai sacerdoti. La Canzone moderna fu un mezzo efficace per diffondere nel terzo Stato la idee dei deisti, dei materialisti, degli atei, frammischiate alle vicende in apparenza innocui di tanti libretti d'Opera. La Canzone sapeva parlare alla ragione, e insieme al cuore dell'uomo. Le prime Canzoni, derivate dall'Opera, furono molto sentimentali. Gli illuministi non perseguirono, infatti, un razionalismo fine a se stesso. Il sensismo, che dà importanza alla sensibilità, mitigò il rigore cartesiano. Per gli illuministi la natura e la ragione erano in perfetto equilibrio. Perciò accanto alla mente, dicevano che c'era spazio per l'affettività, la fantasia, che sono manifestazioni tipiche di un linguaggio immediato come quello della Canzone. Il filosofo Jean-Jacques Rousseau fece anche il copista di musica, ed è stato anche un compositore. Nelle Arie-Canzoni delle sue Operine ha dato eguale rilievo ai sentimenti e alla ragione. La mente deve, infatti, regolare gli affetti perché non tracimino.

Le Devin du village Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

Il terreno di irradiazione delle idee illuministe fu la Francia, che influì sui caratteri della Canzone italiana moderna. A Parigi di fine Settecento, si satireggiava nei Caffé, cantando i vizi della nobiltà, del clero, insomma di tutti i potenti. Il nuovo mezzo di comunicazione, pioniere degli odierni canali televisivi, rappresentò bene la nuova classe borghese emergente, che aspirava a rimpiazzare le figure chiavi della politica e dell'economia. Il musicista, che nel medioevo dipendeva dalle concessioni degli ecclesiastici, passò a servire le idee dei ceti emergenti. Gli aristocratici finirono per sposare anch'essi questa visione del mondo. Appoggiarono, loro malgrado, l'idea di musica che si mette a fare della satira, per denunciare lo stato fatiscente della realtà, l'arretratezza dei costumi, i malvezzi, i pregiudizi del popolo, la miopia dei Governi che frenavano l'economia tenendo le Nazioni in una costante arretratezza. Molti aristocratici si misero a organizzare spettacoli musicali che prendevano in giro nobili come loro, ma sciocchi e spiantati, che riuscivano a farsi irretire da domestiche scaltre. Quelle magari preferivano maritarsi con uno del popolo, bastava fosse ricco. Il genere della Canzone coltivato dall'illuminismo è la premessa della Canzone della Rivoluzione francese, perché nacque dallo scontro tra vecchio regime, mondo feudale, assolutismo e nuova filosofia. Gli intellettuali del secolo dei Lumi vogliono nuovi generi letterari, artistici, musicali per esprimersi.
Al nuovo pubblico piacque la narrativa che stravolgeva gli equilibri sociali. Il libro di "Pamela, o la virtù premiata" che Samuel Richardson diede alle stampe nel 1742, ispirò anche un lavoro operistico buffo, "Cecchina, o La buona Figliola" di Niccolò Piccinni (Bari, 16 gennaio 1728; Parigi, 7 maggio 1800) su libretto di Carlo Goldoni. La trama dava voce ai desideri di crescita sociale delle classi medie. Era ispirata a un fatto realmente accaduto di un nobile che aveva cercato di sedurre una cameriera, ma lei gli aveva resistito, convincendolo infine a sposarla. La gente che assistette alla prima della "Cecchina" a Roma nel 1760, si riconobbe nella protagonista, perché come lei era orgogliosa delle proprie virtù morali. Ci teneva a opporle alla corruzione dell'aristocrazia. Il fatto che una popolana divenisse nobile, saltando le distanze sociali, rese quest'opera un simbolo del secolo Diciottesimo che rimase in cartellone sino alla fine del '700. La vicenda era tra l'altro malinconica, e introdusse il nuovo genere di musica "ingenua", detto appunto lacrimevole, che giustifica l'accostamento delle Arie della Buona figliola a molte Canzoni moderne. Le melodie di Piccinni erano molto popolari a quel tempo, prima che l'Ottocento le costringesse nel dimenticatoio. Le Arie-Canzoni spingevano il pubblico sino al delirio: ci si vestiva alla Cecchina, tutto si faceva ... alla Cecchina.

Cecchina, o La buona figliola Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

Le opere d'arte, quindi la musica, non erano giochi oziosi di freddo formalismo. Per gli illuministi dovevano essere facilmente fruibili, facili da diffondere, piacevoli quanto basta perché la gente vi prestasse la dovuta attenzione, divulgativi. Ma soprattutto si pretendeva fossero chiari, perché è la luce della ragione che illumina ora le nuove forme. Esse sono immediate, dirette a un pubblico sempre più vasto. Colpivano il cuore per restare impresse nella mente.

"Plaisir d'amour" ("Il piacere dell'amore"), è una celebre canzone scritta a Parigi nel 1785 da Martini il Tedesco su parole di Jean-Pierre Claris de Florian. La canzone è patetica, sentimentale, semplice, immediata, e difatti era una delle preferite di Maria Antonietta, che era anche una dilettante di musica. Ai tempi della Rivoluzione francese si dice che la sventurata regina la cantasse dalla sua prigione.

Plaisir d'amour Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

La Canzone moderna mosse i primi passi. Non fu più confinata nei teatri, ma s'introdusse nelle strade, passò di bocca in bocca per via della sua semplicità, per l'immediatezza di linguaggio. Fu un'invenzione degli illuministi, che avevano reinterpretato le Canzoni dei Trovatori, dei Trovieri, le quali pure abbondavano di doppi sensi contro la nobiltà e il clero. Non va dimenticato che nel Settecento si fondò la Massoneria, o almeno tornò alla luce quella rete nascosta di relazioni che aveva caratterizzato le società neoplatoniche, o l'Arcadia.

Anche gli arcadi parlano di pastorelle ma intendevano altro, i Massoni parlano di murature, ma il senso è diverso, i Carbonari maneggeranno il carbone, ma quello è solo un simbolo. I Trovatori, che composero pure delle Canzoni, mai avrebbero messo in piazza l'amore fisico per una donna. L'amata è solo un simbolo del loro "comporre chiuso", nascosto, che va letto di volta in volta in senso poetico, politico, religioso, sociale, eretico. La Canzone, specie in Italia, si caratterizza anche per questi doppi significati. A volte le Canzoni sono libri chiusi che solo un iniziato può leggere, a meno d'accontentarsi di guardare la copertina.

Le conoscenze dell'uomo, che erano state elaborate nei secoli precedenti, passarono al vaglio della Ragione settecentesca. I temi delle opere si fecero più attuali, anche perché, per via del cosmopolitismo, le novità inglesi del romanzo realistico sul modello di Robinson Crusoe (1719) o dei Viaggi di Gulliver (1725), si diffusero in tutta Europa. In Inghilterra il rapporto tra intellettuali e pubblico cambiò radicalmente. Anche lì c'era la censura, anche se ridotta rispetto all'Italia. Gulliver e il mondo che lui attraversa sono solo simboli che vanno interpretati, non presi alla lettera. Il regno di Lilliput, i giganti sono immagini fantastiche che simboleggiano l'oppressione dell'Inghilterra sull'Irlanda cattolica. Se in Inghilterra i romanzi ricorrono a metafore per rappresentare il reale, figurarsi da noi, in Italia, dove si viveva ancora sotto censura in uno Stato di polizia, sottomessi al dominio straniero.

Per gli illuministi la gente andava convinta alle nuove idee con ogni mezzo, anche per via di simboli, se non era possibile parlare schietto. Il popolo doveva essere organizzato per gruppi, che appoggiassero le posizioni degli intellettuali, i quali a loro volta, se ne fecero i portavoce. Musicisti, librettisti, autori di Canzoni, letterati, tutti operarono per rappresentare questi fermenti di idee. Ferdinando Bertoni (1725-1813), Tomaso Traetta (1727-1779), Pasquale Anfossi (1727-1797), Giuseppe Sarti (1729-1802), Antonio Gaspare Sacchini (1730-1786) sono compositori tipici dell'illuminismo, di quest'età rivoluzionaria della storia che in Italia va circa dal 1714 al 1794.

La maga CirceCliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

Le opere liriche, vocali e di riflesso quelle strumentali rappresentano il mondo a loro contemporaneo. La divisione dei ceti è evidente anche nella suddivisione dell'interno dei teatri: una fila dei palchi era destinati alle cortigiane, quelli superiori erano riservati ai nobili. La platea, dove entravano a pagamento il ceto medio e la gente comune, era fatta oggetto spesso di lanci di verdura, di palline di cera o di sputi da parte della nobiltà.

Anche le compagnie teatrali da fisse divennero itineranti, e furono costituite da attori, cantanti che si specializzarono nei generi lirici. Le musiche d'opera furono portate anche per strada, come pezzi a sé stanti, diffondendosi per ogni strato sociale. La musica semplificata passava così da individuo a individuo, come le Canzoni d'autore moderne. Perdeva intanto i connotati specifici dell'opera per il teatro. Si adattava a quello che la gente considerava il proprio gusto.

L'Aria d'Opera trasformata in Canzone divenne la lingua del popolo. Il melodramma, formidabile mezzo di comunicazione, fu alla stregua della televisione o del cinema di oggi. Opera e cinema sono correlati. Quando infatti si inventò il cinema, l'opera decadde, e fu sostituita dal nuovo mezzo di comunicazione di massa.
Nell'opera c'è la musica, un palcoscenico, degli attori, dei danzatori, dei cantanti, una trama da seguire esattamente come in televisione, o in un film. La Canzone, che derivava dall'Opera buffa, era cantata per strada senza orchestra, o con uno scarno accompagnamento, e per questo assumeva dei tratti che la rendevano più moderna. Poteva essere fischiata, accennata, modificata, diffusa capillarmente per ogni dove. Già nel 1719 l'Opera "Lo cecato fauzo" di Leonardo Vinci (Strongoli, 1690, 27 maggio 1730) conteneva la Canzone "So' le sorbe e le nespole amare", che entrerà a far parte del repertorio della Canzone napoletana.

So' le sorbe e le nespole amare Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

I temi delle Opere liriche perseguivano nel Settecento la felicità terrena dell'uomo, che nelle attività sociali cercò di coltivare ciò che è utile.
Per raggiungere questo stato ideale bastava pazientare, come dice la canzone delle "sorbe". Gli intellettuali intanto cercavano di garantirsi un consenso il più ampio possibile. Le Arie e le prime forme di Canzoni servirono a creare questo primo consenso di massa, e ebbero perciò la massima diffusione, come le migliaia di notizie sui fatti del giorno, che circolavano attraverso la stampa. "Nel cor più non mi sento" della "Molinara" di Paisiello, è una Canzone che godette di fama mondiale. Venne anche rielaborata da Beethoven in Tema e variazioni per pianoforte.

Nel cor più non mi sento Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

Variazioni su Nel cor più non mi sento: Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

Non solo. In Italia si produssero molte copie dei trattati pratici delle varie scienze, delle discipline storiche e artistiche, compresi i manuali di musica, che garantivano una conoscenza tecnica condivisa: ad esempio il "Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia" del 1754 di Giuseppe Tartini (Pirano, 12 aprile 1692; Padova, 26 febbraio 1770), o ancora il primo volume del 1779 di Francesco Antonio Vallotti (Vercelli, 11 giugno 1697; Padova, 10 gennaio 1780) intitolato "Della scienza teorica e pratica della moderna musica". La semplificazione armonica delle Canzoni derivò anche da questa maggiore padronanza delle funzioni armoniche e degli accompagnamenti semplificati e standardizzati, come accade nel basso albertino. Derivò il nome da Domenico Alberti (Venezia, 1710ca; Roma, 1740ca), vissuto nell'età dei Lumi, consiste in un accompagnamento pianistico in forma di arpeggi della mano sinistra, per alleggerire gli accordi. Serviva a fare risaltare la melodia, come si può ascoltare nelle Sonatine di Muzio Clementi (Roma, 23 gennaio 1752; Evesham, 10 marzo 1832).

Sonatina in sol maggiore, op.36 n.5: Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

 

L'Enciclopedia francese diretta da Diderot pubblicò 31 volumi del dizionario a partire dal 1751 sino al 1780. La realtà presente venne passata al setaccio e riassunta in agevoli tavole sinottiche. Anche il mondo contemporaneo era esaminato con la stessa meticolosa attenzione, analizzato e criticato con satire pesanti nei primi spettacoli leggeri, ad esempio nei Café de musicos parigini del 1770.

La conoscenza era considerata dagli illuministi come qualcosa di rinnovabile e aperto. Il bisogno di cambiamento era promosso attraverso la diffusione capillare delle idee mediante i giornali. La Canzone moderna è appunto il genere che ha la più ampia diffusione e garantisce la veicolazione dei sentimenti secondo linguaggi a volte allegorici, a volte indecifrabili (se abbiamo perso la chiave interpretativa), eppure capìti allora dalla gente comune, che coglieva nei testi sottili rimandi a fatti accaduti di recente, a critiche ai potenti.

Non molto diversa è la canzone dei giorni nostri dedicata a "Carla Bruni", che il cantautore Cristicchi rivela in un'occasione d'aver scritto in realtà per Berlusconi, visto l'assonanza delle parole.

Meno male che c'è Carla Bruni Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

 

Nel Settecento salirono al trono re illuminati, che consentirono un nuovo sviluppo culturale. Chiusero un occhio sui doppi sensi delle opere comiche, delle opere buffe e delle prime Canzoni napoletane. I nuovi programmi di riforme si posero l'obiettivo di migliorare la condizione dell'uomo in nome della ragione illuminista. Ci furono tuttavia forze ancora tradizionaliste, che si opposero al cambiamento, specie in Italia. Molto famoso è il Canto dei Sanfedisti, movimento popolare sorto nel 1799 in difesa della dinastia Borbonica e della tradizione cattolica. Nel testo si ridicolizzano i giacobini e la "carmagnole", ossia l'inno dei Sanculotti. Il successo della Santa Fede mostra che le idee rivoluzionarie non avevano fatto presa sulla popolazione napoletana.

Canto dei sanfedisti Cliccando aprirai una pagina di ricerca su youtube. Su italianOpera non ci sono file video.

 

La musica vocale trattò spesso temi apparentemente innocui, per nascondere in sostanza critiche feroci, soprattutto quando si svilupparono le reti di società segrete, ad esempio le vendite dei carbonari che faranno proprio dei Conservatori di musica a Napoli il loro centro d'irradiamento.


libri

testi

   
Venere e Adone di Canova
Storia della Canzone Italiana, RAI-ERI
     
clicca
per approfondire.
     
Settecento anni di storia nazionale nelle Canzoni. Una storia che continua ad appassionare anche dopo i grandi cambiamenti avvenuti nei primo decennio degli anni Duemila nel mondo della musica italiana.